Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

sabato 29 luglio 2017

Autonoma grazia



Sfuma l'idea di esser rigidi e austeri
non è così che si guida la barca
tutti i concetti ci sono stranieri
se ci costringono in una cerchia

accetta di essere uomo arlecchino
e non devi far altro che esser te stesso
per vedere gli approdi di questo destino
che con tale accortezza, cade meno in basso

e si rosica meno, raschiando il pattume
dei bassifondi dell'ingiustizia
or si eleva da essi un nuovo lume
che ti consente autonoma grazia

ci sono vittorie che aiutano a vincere
altre ti spalmano dritto nel muro
e può solo evitarlo il pensiero del tingere
della bile passata il palazzo futuro

non ti preme battaglia, dopo tanti tormenti
e vorresti adagiarti sul terreno erboso
estraendo pagliuzze di residui talenti
contemplando realtà da un contesto pacioso

non ti sembra ti spetti di bardare la penna
che ora sappia parlare e cavalchi più ardita
tra le genti più scabre, sempre ritta l'antenna
a captare ogni moto della nube infinita

ma il contesto ti vuole, a tal ruolo ti sprona
non si dica mai "chi te l'ha fatto fare?"
se il dolore altrimenti giammai mi abbandona
ma nemmeno la vita voglio abbandonare

noi crediamo insinceri di poter evitare
di affrontare il disagio politicamente
ma se ancor nella nicchia ci possiamo adagiare
essa vien logorata incessantemente

aspettano intonsi i libri di storia
bramosi a che occhio alacre li studi
ma ormai stanca è la mente, e la voglia primaria
è di dare un buon esito a quello che sudi

ci vorrebbe quel prato contemplativo
a concedere quieto di applicarsi a un soggetto
un bel fatto recente, o risorto tardivo
per l'artistica penna di un poeta folletto

percepisco io invece una direttrice
una forza profonda che sgorga dal petto
che vuol dare all'attore e all'attrice
di domani altro palco, con più solido assetto

troppo instabili siamo per dipingere quadri
non vogliamo applicare macchie sgarbate
scivolando o temendo come fossimo ladri
o cadessimo vittime di guerre mancate

combattiamole allora, con quel che possiamo
se abbiam perso il fiore della gioventù
sarà cuore d'autunno, cui ti odio e ti amo
sol di questo saprai la virtù

da diversi solstizi già lo sapemmo
che sarebbe stata una malacopia
la vita nostra – e di quel che perdemmo
solo abbiamo cantato, ne abbiam preso nota

non è questo il motivo per rifiutare
di risorgere quel che è possibile ancora
ciò che non riusciremo, potrà bene insegnare
ed il tempo è la nostra dimora

sembra grande e più grande la scena totale
che pellicola nostra non regga
ma il pensier di poterla girare
e che un dio di buon occhio la vegga...

taglieremo gli scarti, è normale
non mancarono ai capolavori,
non ti tirino giù di morale,
è una scoria già il mondo là fuori

non è morta la minaccia più grande
sempre rode e muggisce sul fondo
come un morbo divora e si espande
e diventa sostanza del mondo

non si aspettino ch'io dica altro
preferisco tacer, ma non mento
se ora scordo battute sul palco
mi si dia qualche suggerimento

se siam fatti per l'improvvisazione
quando langue o scompare la meta
d'improvviso mozziamo il copione
sembra fine più lieta




domenica 2 luglio 2017

Inventare la pioggia


Simile a un livido, duro sasso
stretta tra foglie d'ortica,
con ogni lato a processo:
è la vita.

I paesaggi riescono ad essere
belli - ma riconciliare
ad essi le piaghe dei nostri fardelli
è impresa geniale.

Non son metafore quelle che trovi
quando li guardi, solitamente
sol tra i cipressi dannato ti muovi
con una noia latente.

Sempre un azzardo è correre al prossimo
l'occhio di cui sa vedere
tra gli steccati egoistici, al massimo
scampoli di cose vere.

Eppure solo due armi tu hai
nella battaglia infinita,
io da poeta le contemplai:
vita di arte e arte di vita.

Incastonare piaceri dovresti
spesso tra gli aridi campi
da attraversare funesti
privi di lampi.

A rilanciar la speranza potrai
grazie al pensiero che viaggia
irto tra i turbini, sopra i tuoi guai
sempre inventare la pioggia.