Molteplice e profondo è sì il
fastidio
che ti riversa dentro il mondo esterno
conferma già il nemico il suo presidio
su quasi ogni elemento che hai
d'intorno
Poc'anzi ritornava sì la fiamma
della filosofia a prender fiato
cinica morsa aliena la condanna
a prendere la forma dell'afflato
Sembrava bell'e morta ed anzitempo
logora la tua forza combattiva
ne riprendesti un pezzo tu – a
rilento
lungi dall'esser fiera gioia viva
Ma sai che t'accontenti tu di poco
applica presto al mondo ogni progresso
già fino a rimuovere ogni baco
che ti guasta da lungi e poi da presso
Paura, angoscia, ansia ed imbarazzo
la pena che t'infligge ora il tuo ieri
trasformò il cuore tuo in un duro
sasso
non ebbe mai irrorati i suoi sentieri
D'amor – che in altri si vantò
gradasso
della facilità con cui riempiva
più gretti cuori ed alme ad ogni passo
e postumo tormento preveniva
Quello che tocca a me invece ogni notte
e il giorno – nel cervello
affaccendato
che medita impossibili vendette
per quanto a lungo e come fu umiliato
Propende avvilimento per la fine
talvolta sembra meglio MAI che TARDI
ma prima di raggiungere il confine
lenta è la vita nel mortificarti
Allora non sai più se alla causa
spetta il tuo tribolo - per lanciare
oltre
la lancia della sfida, che sia causa
di Guerra grande più di tutte l'altre
O se invece qui devi lottare
con finta umiltà e vero coraggio
quello che non ti seppe mai premiare
negandoti ogni bel fiore di maggio
C'è mortificazione ch'è sconfitta
ce n'è una gloriosa – e stessa cosa
vale già per la gioia – e questa
dritta
rende la storia meno tormentosa
Allorché è ben possibile scremare
anche nell'incompleto ed imperfetto
tra quello di cui ci si può vantare
e ciò che è figlio di un torto netto
E non cercare tu la comprensione
di chi non vuol sentire sulle spalle
alcun peso né fiero sperone
lo tolga dalle stelle per le stalle
Soltanto, un giorno lo scardinerai
dal seggio anticamente usurpato
e nell'inferno lo costringerai
a dimostrar il già mai dimostrato
Anime della storia son costanti
e alcuna svolta fu giammai incruenta
non c'è padrone, sai, che lo consenta
difende il suo potere con i denti
Ed ora il volgo ha mille diritti
unito all'alleato più meschino
i nobili ha travolti e derelitti
su d'essi è implacabile mastino
Un giorno guarderò queste colline
con gli occhi di chi è libero e felice
e del futuro certo e più sublime
sia la mia penna la ruota motrice.
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