Quanto laggiù devi scendere ai rospi
perché il dolore si arresti?
Quanto devi esserne più distaccato
per non venirne inghiottito?
Non s'addice alla rima la marcia del
rospo
cieco tra fossati di cui non sa sbocchi
più s'adatta a una prosa circospetta
ed esplori dunque....
trangugiasti ogni cosa
la pastura di questa realtà
trucioli di ogni tempera, viva e
dipinta
li sciogliesti con la saliva e il
risultato aveva il colore
e il sapore del fango della strada
ecco un centro vivente di raccolta
differenziata
da questi elementi noi dobbiamo
rifare il mondo
non mi stupisce che sia difficile
saltare
sebbene anche tu fosti agile
in gioventù
e non disdegnasti, ed esagerasti
di sguazzare in pozzanghere e guadi
e lì si trovava di tutto, vi eran
residui di ataviche guerre
vi erano scontri con bestie appuntite
quanto seminasti orbene....
ma meglio...quanto fosti seminato...
vuoi trascurare il
grande raccolto?
Vuoi vomitare
anzitempo?
Vuoi solidificare
appesantito
per restituire agli
insetti
i veleni dei loro
morsi?
Non senti che nulla
fu casuale, nella struttura di questi
sentieri? E non hai
visto quanta luce, giunga anche qui?
C'è il sole, ci
sono lucciole che si confondono, con le stelle
e queste son ferme,
mentre quelle si muovono...
e gli uccelli ti
portano informazioni, da lande lontane
il tuo canto,
sgradevole a molti, può esser concerto
a chi lo sappia
intendere...
e puoi mimetizzarti
e saltare, goffamente
era forse sbagliato, allora, farsi rospo?
Eppure aquila,
leone, e carne d'agnello
erano nel suo
carattere, conservati
ed acerbi...
allora vollero
agire, dispiegare la vista acuta, ali per l'audacia ed artigli per la
lotta,
ed ingenua
tenerezza avvolta di cinica crudeltà
imperioso orgoglio
nelle squallide vesti
nelle bieche
apparenze...
si confuse il testo, con il contesto....
poiché altri non
sono centri
di raccolta
differenziata
non sono chirurghi
artisti
e restauratori di
antichi splendori
L'Occhio del
peggiore degli esseri umani
ti rese il peggiore
degli animali
poiché tu lo
feristi, con le tue sentenze
temerarie dal
guado,
rabbiose nel grido
di un economista
barbone
demolisti un mondo
profondo
nella sua
superficialità
e quello rispose la
sua turpe vendetta
Impresse,
quell'occhio
uno stampo tremendo
in te
e ora il tuo
cervello vede e sente
secondo quella
forma a-priori
così non può
amare, senza tagliarsi
e storcere il naso
a sé stesso
non può odiare
senza essere barbone assassino
non può vincere
senza essere perdente
quando la sua anima
e il suo percorso dicono
che non può
perdere senza essere vincente
non avesti il tempo
di decantazione dei tuoi antenati
fare filosofia nel
terzo millennio
è qualcosa che –
richiederebbe un millennio
e un terrazzo di
privilegio
da un castello
principesco
tale non fu –
sicché
un ruolo era
scritto
e una sceneggiatura
di cui voglio veder
l'ultimo atto
quanto disordine
dovette essere compensato
da un'anima
ordinatrice
quale puro spirito,
poté reggere
tanta
contaminazione
ora mi sento un
Pappagallo
ma posso essere
qualunque cosa.