Islanda
martedì 30 ottobre 2018
Sembravi essere
Solchi di non amore
induriti gridano
apparenti condanne
biologiche uccidono
ma la biologia stessa
rifiuta la morte
e resta ambigua
imbronciata, ad aspettare
parole amiche relativizzano
proiettano oltre
lingue di speranza
quanto alle rivoluzioni
esse dicono che appartengono ormai
alle cartoline, alle magliette
a fotografie in un pub
ad un mondo che non esiste più
non certo all'immaginario collettivo
ostinato
tu sembravi essere pronto
di stoica, anziana eccitazione
alla nuova scalata
ma proprio ieri notte il cosmo parlava
in senso opposto
dov'era più il desiderio
dove la forza
dove l'animo...
illuso che il tempo fosse maturo
che scienza bastasse
che trappole
non sarebbero scattate
che spirito ti sostenesse
comunque
Teoria era costata mezza vita
ora volevi mezzo mondo
o forse tutto - in cambio
ma almeno, il premio
di una quieta distensione
Ora sembra tu non voglia
nemmeno il ribasso
di una fama artistica
anche senza cambiare
il colore del cielo
Vuoi un nuovo ritiro
di cui manca il soldo
inadatto al sistema rimani
e senza stoffe adatte
all'arruolamento classico
troppi esperimenti parlano chiaro
e ti dissuadono
Tanti infami si son dileguati
giudicanti e timorosi
Quanto a lungo è legittimo
portare il peso di una menzogna
contraltare di una scrollata ignobile
di spalle egoiste che hanno
evitato una zolla di realtà...
Una spada trafiggerà la loro bassezza
e non importa se al petto
o alla schiena,
non sprecare onore
con chi ne ebbe poco
teste mozzate agghinderanno
il viale della giustizia
Dilemmi o trilemmi
non vogliono esser risolti
vogliono i miei tornanti
vogliono viste più vaste
e più acute
queste conquisterò,
di giorno in giorno
Tanta arte ancora vuole i miei
occhi e i miei orecchi
tornati recettivi
i miei sentimenti
e l'attivo ragionare...
Si chiuderanno di nuovo i pertugi?
Come si spegne e riaccende
ogni istanza umana!
Puoi prevederlo? Non sembra...
e così desidererai impetuoso
imperioso ciò cui avevi
messo una pietra sopra
per atrofia temporanea
o amarezza delusa
Ci sono altri luoghi comuni da abbattere
altri pezzi da creare
puoi portare la barca più lontano
per nuove vie
Ed aggira lo strazio del dubbio
il suo nucleo scabro e massiccio
fanne una pallina
e scagliala temporaneamente via
ti ci imbatterai di nuovo
mentre passeggi
Hai inventato la pioggia
ora inventa boschi suggestivi
parla con animali fantastici
disegna armi e armature
costruisci un accesso personale
a ciò che è buono, santo, sacro
a ciò che è bello ma giustamente
non vuol farsi toccare da mani indegne
Ma anche altrove dovrai amare
cosce e labbra che siano
alla tua altezza spirituale
è tempo di tirarsela un poco
E poi si, ci sono trappole
oggettive - ed un contesto che
giustifica la prudenza e il rifiuto
e nessun prossimo, che pur quelle
ignora, ti ha spronato ad andare
all'assalto: dice "non c'è speranza"
su basi più esigue di negatività
orbene nessuno
sta condannando una rinuncia
né un rimando... te la devi vedere
ancora, col tuo caro te stesso
- il tuo orgoglio.
Quante facce conservi
quale lotta interiore
di pulsioni
Il vecchio stadio delle anime
è tuttora gremito
e continuerà la sfida
anche se non la guarda più nessuno
o vomitano di noia
e lanciano insalata
ma tu...
a un centimetro da terra
solleverai la pallina,
la butterai di là
e chiuderai il punto.
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