Sei stata un’avvisaglia o un tradimento
voce che richiamasti alla realtà?
Sai che voleo sfidarla a tutto vento
Stanco di ritrovarmi sempre qua
Se sottovalutai di ogni diverso
Vera distanza nelle percezioni
Dall’uom comune – allora non c’è verso
Che alla giusta causa tu li sproni
Rischi di essere solo, e ogni entusiasmo
Frena e già si tramuta in nuova angoscia
Che l’insidiosa lama del sarcasmo
Sola s’insinui in te e più non ti lascia
Ma dove sta il ripiego? Non è vita
Quella che – morta in te – vuol proseguire
Verso un disegno vago – chiuso in sé
Che t’accompagni cupo all’imbrunire
Da umiliazione vanno preservati
Quelli che in sé stessi erano gigli
S’erano forti, son degenerati
Non possono guidare i loro figli
Direttamente – e ancora non s’elude
Il tempo d’intermezzo tra me e te:
Quei che non visse, però il sogno vide;
Quei che lo vive appieno su di sé.
Dio, quanto durerà quest’altalena?
Io che non sono giovane né vecchio
Sempre sarà più dura sulla schiena
Vita non tua, riflessa nello specchio
Come la tua immagine distorta
Su quella superficie di coscienza
Che molto del passato invero scorda
E si ritorce in te con insistenza
Finirla qui non voglio – ho ancor rispetto
Del mio corpo e di ciò che posso fare
Di buono per dovere e per diletto
Ma sono guasto e pieno di rancore
Sai che non basta mai la volontà
Ci voglion condizioni ben precise
Per vincere e ottener la libertà
Per farti rimbalzare frecce e accuse
Poni di costruirle tutte quante
Non abboccare all’amo che ti vuole
Straziato a terra – questo è l’importante
Se non si vince, ancora non si muore.
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