Presago che non finirà il
rancore
e non è giusto dimenticare
gli abissi squallidi del
dolore
in cui ti hanno voluto
incastrare
E tu ancor frenato da mille
rispetti
pochi li meritano –
gettali al fuoco
solo i migliori sono stati
reietti
nei peggiori antri di questo
gioco
Felici tutti per negligenza
e l'aver arraffato molto di
più
di quanto hanno speso in
sofferenza
e pure si gongolano d'ignote
virtù
Io non vedrò il giorno
della riscossa
quando sarò pieno nella
bandiera
e non brandirò la mia spada
pazza
di livor che ammazza da
mattina a sera
Troppo da lontano viene il
potere
che mi vede piccolo e
ininfluente
io salgo dell'odio le note
frontiere
sento come un cancro l'umana
gente
Vivrò dentro me, crescendo un mondo
ed astutamente vivrò anche fuori
dall'infame giostra ancora non scendo
fino a che su d'essa io non imperi.
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