Islanda
mercoledì 27 settembre 2017
Eppure c'era
é poi così importante vedere le pietre del regno?
Non siamo stanchi di essere o non essere all'altezza?
E val la pena d'inseguire ciò che non è evidente?
Non puoi rasserenarti ponendo ad ogni male che
scorgi un antidoto d'inchiostro?
Non è questo che devi essere?
Non riesci a rilassarti pensando che andrai in rovina?
Che l'impresa somma ti schiaccerà - e la moltiplicazione
dell'ego
Eppure c'era...
una scintilla più calda di tutte le altre
che guizzava avventurosa, d'estate e d'inverno
resistendo e vagolando fin dove
nessuno la seguiva...
Ma alcun incontro le fu propizio
l'inedia non poté che
spegnerla poco a poco...
Vorresti, per quiete, ma anche per ripicca,
restare sola
ma quanto calore è andato perduto
appiccicato ai soggetti
ed ora ti muovi stanca...
Le stufe con le braci sono
purtroppo tra le genti, contornate
da cani famelici
e trappole e guadi
e piante spinose.
Siamo costretti a volere
un altro capitolo dell'avventura
ora che aspettavamo
una provvida nave che ci portasse via
nella terra del sonno
per risvegliarci
nella promessa
che avevamo mantenuto...
A noi nessuno promise nulla, in effetti.
Dobbiamo pigliarci quello che è qui
oppure attendere che altri doveri
si sentano chiamati.
Abbiamo due possibilità di rinascere.
Prosaica scialuppa
Appoggiati alle piattaforme viscide
del sistema
facciamo ancora i nostri traffici
costruiamo frammenti di futuro
quelle basi infide traballano
ci avvelenano, intralciano
diffidano, pungono
e offendono
ma i pezzi di materia sana
fanno il vostro mondo
come farebbero il nostro
dobbiamo portarli dalla nostra
devono cambiare padrone
il cosmo deve cambiare forma
cristallizzarsi
non posso accollarmi una nuova prigione
devo addomesticare quella che già conosco
fino all'ardita rottura della ragnatela
sfidando il taglio giudiziale
sono quasi pronto ad alzare la posta
dopo aver accarezzato la rinuncia generale
nella trappola mi sono irrobustito
quel che basta al prossimo passo
basta questo scorcio
per farmi scordare vecchie spine
scene umilianti di una vita umiliata
quello che ancora i sistemici si permettono di fare
è abominevole e incredibile
spudorati nell'incoscienza del danno perpetrato
ad ogni tocco tirannico
tardivi però, si stanno svegliando
non sopportano quello che hanno costruito
perché li attacca di soppiatto, all'improvviso
li molesta, logora, sconfigge,
sommerge
hanno potuto contare finora sull'insensibilità
sulla grossolanità delle loro esigenze
che adesso è minacciata
al pari delle maggior finezze
hanno ignorato il rosso che sgorgava copioso
e il volto tumefatto e la bile
l'immondo fastidio ed il fardello
sulla schiena dei giusti
per decenni
una società a misura di cazzone
avevano impostato
supercazzone eccolo qua...
avevi il mondo in mano
adesso sei immerso nella tua stessa fuffa
e affoghi, e chiedi aiuto
e ti specchi nel guado e dici "che schifo"
ed anche "questo son io!"
fa l'ultimo atto di umiltà,
tu così oggettivamente umile
e lascia lo scettro ai meritevoli
chiedi scusa e incantucciati
fa penitenza e aspetta nuovi ordini
aspetta che il maggiore ti chiami
che dalla barca ti dica che è il tuo turno
comunica quello che ti chiedono
e ti diranno qual è il tuo posto
domenica 24 settembre 2017
Rivalsa
Allor vi piazzerò dove la rabbia
che sbotta animalesca pigramente
vi faccia sprofondare nella gabbia
a prenderle più forte, nuovamente
parabola per voi sia discendente
stretti nel pozzo nero di un imbuto
raschiato, il vostro corpo sia dolente
e nulla più giammai vi sia d'aiuto
v'avvinghi sempiterna umiliazione
quella che all'apparenza avete inflitto
a noi - senza mai vincere tenzone
che fosse onesta e presa con diritto
e sbaragliando strali d'emozione
ché fulgido trofeo non sia delitto
Ora è nebbia
Come andrà avanti questo
carro in salita
dove troverà ristoro
importa?
Le risposte immunitarie
dei popoli al degrado
agiscono spontaneamente
fin dove hanno bisogno
perché solo il bisogno pensa
allora i cerchi concentrici
degli individui, divisi in classi
sono necessari, nella difesa
e nell'attacco
all'apice (sul fondo?)
sta un uomo Amico e Nemico
di ogni altro e della piramide tutta
chi maggiormente si affermerà
nell'immediato, il Mondano
vedrà cadere tutto ciò che su basi d'argilla
ha costruito, ma quella costruzione temporanea
andava comunque escogitata ed eretta
ad ognuno il suo campanile
con la sua visuale
Qui non smetto di uccidere
ogni impulso alla fiera rinascita
e l'orgoglio piange e geme
l'animale solitario - dalla ciccia amara
non viene cacciato da nessuno
eppure da tutti quanti
la sua minaccia è impalpabile
eppure chiara e certa
non hai una terra
devi fare una terra
con mille fazzoletti
di terreni colti ed incolti
ora è nebbia
ora tutto è da dissodare
ora dobbiamo dire solo questo
perché due traguardi
vengono primi
ci rivedremo al seguito...
lunedì 18 settembre 2017
La stima degli dei
Infida palla
al piede ancor tiranna
s'arroga d'insidiarmi
senza dritto
gestisco
ora più abile
su per questa montagna
le curve d'un sentiero
scabro e fitto
due strofe
son già troppe
che ebbi a dedicarle
già verso nuove tappe
mi muovo - e poche ciarle
Non puoi non maledir
l'error fatale -
mise il suo nero stampo sulla vita
ma ciò che hai fatto e fai
di questo strale
sarà velluto in seconda battuta
La percezion del danno
lo fece universale
senza ritorno, orrendo e sempiterno
il tempo diede il senno, per relativizzare:
più dentro che là fuori sta l'inferno
Il mondo è ancora libero
dal morbo corrosivo
son altri qui che rodono all'intorno
benché parenti suoi - ed approssimativo
il calcolo del triste suo soggiorno
Quando si estenderà sui cinque continenti
saran perle d'antidoti a fermarlo
guastando i piani suoi - saranno nuovi tempi
sarà la scorrettezza a condannarlo
Per ora vivi accorto, lo spazio ancor ti spetta
se non proietti fuori la tua mente
non lasciar fonte nuova ancor negletta
di fulgida vittoria pretendente
Potrai non aver pena di nessuno
il tuo passato te ne dà il diritto
così la mente ignobile e il carattere importuno
sapesti del tuo prossimo, al contatto
Prendici gusto e imposta la discesa
scolpisciti dovunque è necessario
accetta e poi distruggi i tempi dell'attesa
conquistati un accesso prioritario
Hai visto quanta invidia, facilità raccoglie
e quanto con livore denunciarla
sia inutile - e moltiplican le voglie
e solo il soddisfarle può calmarla
Fatti trovare pronto, e quando non lo sei
ritirati nell'antro a potenziarti
il masochista ha perso: la stima degli dei
però l'ha vinta e vuole riscattarti.
Tutto è fatidico
I
Sciogli la congestione
nella testa, nel naso
o spirito d'altrove
o demiurgo
o amico
Siamo nell'auto e siamo autistici
cadono le scaglie
della condivisione
il gelo incombe
spaventoso e tiepido
quell'oscuro tunnel
è la via migliore
quella imposta dal fato
e suggerita alle tue cellule
affinché l'accettassero
prudenti e rassegnate
Nessuno ha motivo di lasciare
la struttura che sorregge il proprio tetto
per venire qui - sotto il cupolone
Vedo le pulsioni
gli istinti di milioni di persone
erompere chiari da pelle, occhi, bocca e mani
non hanno mai dovuto
ripiegarsi all'interno
spalancando le stanze intestine
i tetri antri laboratoriali...
II
Una decisione
non è mai presa
una volta per tutte
si rinnova ogni giorno
coi pesi cambiati
sui piatti della bilancia
I libri s'invadono tra di loro
come le merci
le cause culturali con quelle materiali
nulla al suo posto
al suo tempo
ed il piccolo sgambetta il grande
e tu credi di poterti ritirare per sempre
ma le chiazze
immediatamente scabre
di possibile condivisione
allettano e ingannano
ma allettano ancora
e tu non ti fidi di nessuno
e più nemmeno di te stesso
Una musica amica viene troncata
dalla vita nemica
e quanti universi, retroscena
avventurose estensioni
essa conteneva...
ma noi cerchiamo di brillare qui
dovunque la sorte ci abbia
scaraventati
ci opacizziamo umili
ma non possiamo fare a meno
di brillare
percepiamo noi che
la sovrintendenza mediocre si è presa
tanto e ancora di più
e più profondamente la odiamo
ma la bellezza intaccata
è tuttavia riconoscibile
e noi ne attingiamo
amiamo i nostri nemici
poiché amici non teniamo
pertanto
in tutti i nostri rapporti
c'è un vizio d'origine
Le passioni vitali, braccate
non attendono l'impostazione
di buone basi
di strade spianate
e allor s'inerpicano come l'edera
bramosa di crescere
tra le pietre
e toccare il sole
III
Io so che tutto è fatidico
tutto è discutibile
tutto crolla
tutto è temporaneo
con queste fioche - ma rette
luci, avanzo.
lunedì 4 settembre 2017
Nuovo confine
Spetterà la storia della storia più iniqua
al remoto futuro, come antica reliquia
poiché un ampio ciclo deve ben finire
prima che imperiosa possa comparire
giacché vita intensa mi ha illuminato
posso contemplare l'intero prato
di vicende ed opere, per un lungo, immenso
tratto - e ben più quieto sarà ciò che penso.
Tirai sì la corda, lungo anni ingrati
sento nei ricordi i tessuti sfibrati
trovi che se vuoi superare il cielo
non ci son più stelle, solo un buco nero
segue nell'autunno la tua nuova danza
muove i passi abili della prudenza.
Se hai già costruito un'eternità
che lontan cominci, ora tu sei qua
non sei debitore del tuo futuro
ma il presente è in credito con quell'antro oscuro
ed ancor ti spettano gli accorgimenti
a che non sia trampolo d'infiniti tormenti.
Scrivere è difficile, vuole la tensione
e lo stupro psichico delle persone
vuole il colpo di reni, la tenacia creativa
curano i tuoi versi la carne viva
che dal moto interno delle tossine
sale sulla carta nuovo confine
oggi voglio i limiti della modestia
e dico orgoglioso che la fine è questa.
Iscriviti a:
Post (Atom)