Islanda
mercoledì 27 settembre 2017
Prosaica scialuppa
Appoggiati alle piattaforme viscide
del sistema
facciamo ancora i nostri traffici
costruiamo frammenti di futuro
quelle basi infide traballano
ci avvelenano, intralciano
diffidano, pungono
e offendono
ma i pezzi di materia sana
fanno il vostro mondo
come farebbero il nostro
dobbiamo portarli dalla nostra
devono cambiare padrone
il cosmo deve cambiare forma
cristallizzarsi
non posso accollarmi una nuova prigione
devo addomesticare quella che già conosco
fino all'ardita rottura della ragnatela
sfidando il taglio giudiziale
sono quasi pronto ad alzare la posta
dopo aver accarezzato la rinuncia generale
nella trappola mi sono irrobustito
quel che basta al prossimo passo
basta questo scorcio
per farmi scordare vecchie spine
scene umilianti di una vita umiliata
quello che ancora i sistemici si permettono di fare
è abominevole e incredibile
spudorati nell'incoscienza del danno perpetrato
ad ogni tocco tirannico
tardivi però, si stanno svegliando
non sopportano quello che hanno costruito
perché li attacca di soppiatto, all'improvviso
li molesta, logora, sconfigge,
sommerge
hanno potuto contare finora sull'insensibilità
sulla grossolanità delle loro esigenze
che adesso è minacciata
al pari delle maggior finezze
hanno ignorato il rosso che sgorgava copioso
e il volto tumefatto e la bile
l'immondo fastidio ed il fardello
sulla schiena dei giusti
per decenni
una società a misura di cazzone
avevano impostato
supercazzone eccolo qua...
avevi il mondo in mano
adesso sei immerso nella tua stessa fuffa
e affoghi, e chiedi aiuto
e ti specchi nel guado e dici "che schifo"
ed anche "questo son io!"
fa l'ultimo atto di umiltà,
tu così oggettivamente umile
e lascia lo scettro ai meritevoli
chiedi scusa e incantucciati
fa penitenza e aspetta nuovi ordini
aspetta che il maggiore ti chiami
che dalla barca ti dica che è il tuo turno
comunica quello che ti chiedono
e ti diranno qual è il tuo posto
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