Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

venerdì 30 novembre 2018

Verso il santuario del dominio


Che il corpo poco energico al mattino
rammenti a noi le cose come stanno
i segni dell'improbo mio cammino
o qualche nuovo chimico tiranno?

E molti egregi vermi da là fuori
godono turpi i lor ragionamenti
sancendo una giustizia dai colori
inversi a tutti i begli accostamenti

Non devi mai commetterne a tua volta
del resto sai che non ne sei capace
per quanto sia prudente la tua svolta
non manca mai d'un'altra nota audace

Più generosi siam nella carenza
più onesti dentro al vasto latrocinio
più eroici in questa vile esistenza
noi verso il santuario del dominio

Ritorneremo ancora giù sul palco
trovando l'entusiasmo negli afflati
con cui canta il suo volo il triste falco
due son rimasti, mille trascurati

Ma ce ne inventeremo tante altre
di traiettorie, tuttavia sapendo
quanto saranno losche, indegne e scaltre
le controparti del mio "non mi arrendo"

Accorto, tu non dèi collaborare
ad una bieca mortificazione
accetta quella che non puoi evitare
non è assoluta la tua ribellione

ma relativa a ciò che realmente
hai perso per la strada tua ingrata
il senso del tuo ruolo è trascendente:
porre le basi di una scienza innata

e di un sistema nuovo dove niente
mai possa esser davvero come prima
ma stia di sotto l'empio deficiente
ché sol l'eccelso può giungere in cima


giovedì 29 novembre 2018

Spazi nel vortice



Persi nei vortici delle nostre vite
ci urtiamo assai più per mera incoscienza
inseguendo gli oggetti della nostra sete
dimentichi presto dell'altrui esistenza

Se sei guasto è difficile tenersi gioviale
ci riesce uno su molte migliaia
antipatiche anche quando brilla il sole
e pronte a scalciarti – correndo – la ghiaia

I migliori amici si parlano dietro
e si odian segreti, e si gettan malocchio
i pensieri reciproci son tempeste di vetro
pronti a rendersi, un giorno, occhio per occhio

È stanchezza a ritrarci dalle bolge guerresche
dal taglio perverso della rivalità
preferiamo gustarci le gioie infuneste
ancor accessibili tra losche città

Il piacer d'un contatto che non sembri falso
va bene se amico, meglio se d'altro sesso
voglia di prevalere, ansia d'esser prevalso
stingono nella nicchia di un breve possesso

Scivolando noi tutti sui lati più scabri
che ci rendono odiosi un per l'altro
noi viviamo per l'oggi, e alle colpe dei padri
assommiamo le nostre, senz'altro

Intuiam che le nicchie saran sempre meno
dove fiato maligno ancor non ci tocca
dove non ci sia polvere o qualcosa di alieno
a guastarci improvviso la bocca

Ma nessun può da solo sfidare l'andazzo
s'innamora di visi ancora incorrotti
li disprezza: appartengono a persone imbelli...
ma dio quanto son dolci quegli occhi!

Se di questo partecipo, e so che lo avversai
per decenni – io riesco a serbar la speranza
presago del male che paventai
or come tutti, lo tengo a distanza.

Distingui il tuo canto




Quanti salti dal ponte
quante impiccagioni
prima di questa fredda
speranza autunnale
che non ne sente la necessità

Quanti squarci interiori
e rabbie apocalittiche
prima di questa dura scorza
o quest'astuto distacco

E pure non trovi più nulla di catartico
in un film dell'orrore, né in drammi
o angosciose battaglie
l'arte deve essere bella e dunque
deve mentire

ma la patina non inganna
l'uomo vissuto
e il distacco è apparente
sicché si distacca

Da ragazzo sognavi preventivamente
ora fai un preventivo prima di ogni
piccola ideazione
e quanti oggetti non valgono la pena
la rosa degli interessi si semplifica
questo è un bene – perché il tempo è poco
ma lei tutta, non è neppure più così rossa

I percorsi compromissori
sono quelli che pagano di più
nelle lunghe distanze
lo dice anche la balistica:
la gittata massima si ottiene
con un angolo di 45°
non dimenticare i tuoi pezzi in giro
potresti non ritrovarli
non scordarti le tue passioni

Ora metti più dedizione in ogni elemento
della nuova vita
scolpisciti e renditi più degno d'amore
se ancor non arriva
stimerai almeno te stesso
e non avrai debiti col mondo

Si sottovaluta sempre a lungo
quanto si deve stare sul pezzo
quanto si deve amarlo
per farlo funzionare

In un mondo in cui tutti parlano
è difficile guardagnarsi l'attenzione
distingui il tuo canto
per profondità e timbro
devi scolpire questo
negli abissi della vita.

Se canteranno nuove sirene
saprai a quali devi rispondere.

La vita è più saggia




Ci sono brogli d'ingiustizie
che non puoi punire né esprimere
e non per questo l'hanno
definitivamente vinta su di te
Vola via, scivola
verso zone climatiche migliori
toccando piaceri alternativi
la vita è più saggia
e il mondo è più grande
di quanto tu potrai mai essere
lascia che abbiano il loro influsso
incomprensibile, almeno per ora
lasciati fare un poco
fa nulla se ci sono coraggi
che hanno serpeggiato inosservati
senza stima né gloria
e dolori solitari incalcolati
e incompensati
la vita è più lunga
del più lungo degli sguardi

Impara a conoscere il tuo corpo
è più saggio, più profondo, più complesso
di quanto la tua mente possa essere
e ti avvisa, ti ammonisce improvviso
di una trascuratezza ai suoi danni
di un metodo sbagliato
di un fottuto errore

Un cambio improvviso di direzione
avverte adesso come la nuova strada
non sarà affatto più facile della vecchia
poiché intrapresa tardivamente
e grama di ostacoli

Grandi progetti artistici sono
diventati impossibili – restano le rifiniture
delle vecchie cose, tiri i remi in barca,
con rammarico, restano sporadiche pillole,
o perle, dimenticherai ciò che hai detto-fatto
o le sue ragioni, ti perderai in un limbo
di vita nuova, e come vecchierello
non ne vorrai più sapere, o forse
ne saprai ancora – a tua insaputa

Ogni filosofo è necessitato
a rappresentare un punto di vista (nuovo)
che ha favorito e rappresentato al meglio
Sarà una giovane nuova leva a tirar le
somme e sarà indulgente
con le tue pecche, capirà
quello che hai detto senza esserlo
e quel che sei stato senza dirlo
come tu hai fatto con i tuoi maestri

Guardati sempre da quella canaglia,
quello stolto, quell'approfittatore
del tuo prossimo
è in agguato ad inquinarti,
a deviarti il cammino in maniera
compromettente, che sottovaluti
a succhiarti un pezzo di vita

accogli prepotenza e furbizia
come doti difensive, compensative
contro chi ne fece virtù cardinali

Sforzati ma, accatta di non aver
più niente da dire e passa al fare.
Accetta di non poter fare più niente,
e passa al dire.
Quando non puoi più fare né dire
pensa che non devi farlo per forza...


Chiarimento




L'occhio bello sente
il peso della bruttezza
e lo solleva con la sua palpebra

Il cuore buono sente
il peso della malvagità
e si fa carico di sanare i torti

Ma redimere non vuol dir salvare
o "perdonare" gli elementi maligni

Nobilitar l'indegno

Giustizia non è uguaglianza

Pacifismo non è pacificità

L'ambiguità cristiana fu creata
per vanificare la potenza del messaggio

L'amore dell'universo non è amore universale

Passione non è vizio

Sacrificio non è virtù

Se comprendi che un'azione è debole
significa che sei più forte in potenza
e potendo si giungere alla potenza
tu puoi giustificare tale azione
poiché non ti appartiene
puoi liberartene

così la giustifichi nel prossimo
che sia analogamente spurio
gravo del morbo dell'alterità

ma non giustificherai mai
un debole innato
lo condannerai
in tutta la sua declinazione
d'azioni e pensieri
poiché non può far parte
della tua patria
nemmeno in posizione subalterna
nemmeno lontano da te

l'intrico dei nostri percorsi esistenziali
è dato dalla promiscuità di forze e debolezze
nei vari soggetti

in ognuno c'è almeno qualcosa
da amare e da odiare

ci prendiamo il buono
cercando di non toccare il cattivo
e questo è giusto
non "amare i difetti"
il che è una perversione
è necrofilia

ci porta a regredire

ed esiste un punto di rottura
oltre il quale, l'insisitito contatto con il brutto ed il malvagio
ci ha reso tali e come tali ci riproduciamo

ma sognamo persone che siano assolutamente
buone, e questo è ragionevole

il buono dà dei frutti che rimangono
anche quando l'individuo muore
si distaccano dai suoi difetti
dalle sue spoglie appunto mortali
e meritevoli della morte

non ha senso conservare l'involucro
non ha senso parlare dei difetti dei grandi uomini
tutti ne ebbero, ma non son quelli che ci lasciano in eredità
dobbiamo saper scegliere e gradualmente
ogni crusca sarà divisa dal grano
e vi sarà un solo chicco perfetto
unito nelle sue virtù
virtuoso della sua unità.

venerdì 23 novembre 2018

A meno delle lettere




Morte dell'archeologia

l'esperienza ci avvisa

La lettura fa l'effetto
di un potente sedativo
- quanti tentativi ancora?

D'imparare da altri
ciò che natura od esperienza
non dicono.

A chi comunico questi pensieri?

Menti difformi che ne potranno
sol ritagliare pezzetti

Non disperare

Voglio il presente
ma non voglio

Voglio il futuro ma
non voglio essere presente

riempiti di nuova positività
tocca gli squallori del passato
quando vi avrai posto un contraltare
o avrai l'antidoto concettuale

Voglio un genio pittorico
ancora mai visto

or le lettere le faccio solo io

mi delizio di ciò che ne fa a meno

giovedì 22 novembre 2018

Tristezza di Venere e Marte



Non seguire la scia del cantante morente
giovane ucciso dal passo più lungo
della sua gamba – ed impugna il tridente
filosofia pretende un allungo

come gli atleti preservano il corpo
per non mozzar la carriera – imperfetta
or la saggezza non ti vuole morto
ma forte perno di ciò che ti aspetta

vedi baluginare lontano
luce che calda, fresca ti avvolge
la comprensione dell'uomo – anziano
ed il sentore del sole che sorge

del giorno nuovo – e il clima luttuoso
sarà disperso il dì che morrò
ossia avrò finito di farlo, e famoso
per questo trapasso io diverrò

chiamai illecito amor d'ideale
che letterario s'insinui al sistema
ma tale è ogni brama d'amare
tra le sue maglie, sulla sua scena

ancor che la chimica si faccia da parte
ed anche la smetta di avvelenarti
resta la psiche – tra Venere e Marte
ad impedire di realizzarti

resta qualcosa di recalcitrante
dinnanzi all'amore condizionato
da regola bieca che pone l'amante
trofeo di un orgoglio immeritato

prostituzione è nell'impegno
ad acquisire le carte vincenti
quelle che arraffan di più in questo regno
lasciando artisti ed eroi tra i lamenti

non ha nulla di eroico, ed è innaturale
l'eros che viaggia per queste corsie
fiero di dir che vuol solo giocare
maschera le sue vigliaccherie

punisce gli audaci, è cauto e maldestro
sommamente odia la sincerità
teme ogni sguardo, proposito onesto
rifiuta la responsabilità

mutila si passione e bellezza
e le deride imbecille
sposa soltanto l'ebbrezza
la condizione del suo amare imbelle

e poi si vanta dei suoi risultati
dovuti al fittume della losca schiera
di modo che vengano scelti ed amati
i peggior pezzi della pattumiera

in ogni gesto, in ogni parola
porti gli stemmi di un altro mondo
e chi li vede sai, ne ha paura
e ti abbandona al tuo buio iracondo

in questa terra potrei giovare
di una radura sì confortante
come son gli elementi della natura
ma solo che aliena sia la mia amante

ossia che appartenga bene al futuro
e vi si affacci irrequieta
ma stando con me al di qua del muro
renda la stanza più lieta

stessa è la logica che mi impedisce
di dedicarmi tosto agli affari
servire il caos a stelle e strisce
per biechi profitti individuali

credete mi facciano schifo i soldi?
O che mi faccia schifo l'amore?
Mi fa solo schifo che siano saldi
a tutto il contrario di ciò che ha valore.

Bramosa anomalia



Chilometri assurdi
bypassano il ponte inagibile
da mesi e mesi
altro emblema
della modernità

Mi chiedo se a lungo ancora
i miei denti sapranno mordere

La filosofia della sfida
avanza dubbiosa
sperimentale

ma son vecchi i tempi in cui
mi perdevo nell'inessenziale
ed anche ciò fu traviamento
per mani esterne

Nuova sincerità sprovveduta
necessita ora l'ennesima
ripresa post-traumatica
in tutte le sue fasi

il vomere stolido
del conformismo
passa periodico
se non te ne sottrai

Ma se è dura trovare
qualcun che ti ascolti
ora so che nessuno
voglio più trascinar nei miei guadi
tanto non vuol entrarci

Io sono un'anomalia
che deve restare sola

Prosaica necessità
torbida debolezza
impediscono il fine verseggiare

L'uomo desidera ancora
fulgidamente
le gioie emblematiche
della vita
che sempiterne sfuggono
alla stranezza

derisioni sono alle porte
o forse soltanto bussano
alla fantasia

Di sicuro è impossibile
elevare il prossimo

Ma quante rate ancora
chiederà la vita sadica
affinché io saldi il conto
della mia causa?

Quando saprò
se potrò rinascere in vita
o se morirò mille
e mille volte
la stessa fine?


mercoledì 14 novembre 2018

Anche questa volta


Fisico, l'animo
tende alla fine
vuol e accetta di spegnersi
deposto lo scrigno

Lasciato amor della conoscenza
all'azione rivolto
d'agone e piacere
si ritrae smarrito e deluso
privo di ogni rispondenza

Ma non si torna indietro
lettura è indigesta
e poco ancor l'immagine e il suono
allettano

Forse puoi distenderti
di dolce malinconia

Non più conoscenza, non azione
su vasta scala - assoluta
ma scorci da cogliere
passi da fare, nell'attesa

Non spetta a te sondare
più a fondo l'Abisso

Vivrai forse i tuoi giorni migliori
in tal nuova veste
carezzando alla mente
le pietre del Regno

Il demone masochista
ti rivuole tra i vetri
ma son si trasparenti oramai
da non tener segreti

Meritato il ritiro?
      Giusta la svolta?

Necessaria, anche questa volta.




lunedì 12 novembre 2018

Io sono la cavia


Voluttà di menzogna
penetra la discrasia
trionfi di morte
Sua è la vendetta
trent'anni ancora
nella selva
almeno
sono Lui e il suo critico
sono la convergenza
dei contrari
io sono la Cavia
Passione resterà indomita
sublimata
negata la sua sublimità
io Dovrò credere ancora
nel mio corpo e in questo mondo
proteggerli, cadere in tentazione
per liberarci dal male
il giorno verrà
attraverso la notte
guerriera.

giovedì 8 novembre 2018

Sol che trafiggi gli occhi


I

Sol che trafiggi gli occhi
da incolmata distanza
non posso aver di te
rivalsa

Tanti son come te
anche su questa terra
vili di luce che
come una lama erra

Triste sono perché
mie calibrate luci
colgono a vuoto in te
nemico che mi bruci


II

Senza lo scudo andai
ad affrontar la bella
restia non la pensai
solo a salire in sella

Invece così andò
forse sarà per sempre
viver soltanto può
chi non è intelligente

Sprecati son da voi
castri che avete preso
animo di aristoi
ben si ritira offeso


III

Quanto è ancora da fare
fu tralasciato ieri
canna vuole insinuare
la vita dei pionieri

oltre intricate fronde
e massi del presente
sapranno quelle sponde
ravvivar il morente?

Saggezza non rimedia
sangue di giovinezza
può evitar nuova insidia
può indovinar la brezza


IV

Vincere e vincerai
ma amaro sarà il gusto
insipido casomai
rigido lungo il fusto

E tuttavia è questa
la tua maestra strada
per quanto fosse mesta
voglio che qui tu vada

Forse caparbietà
traverso nere fasi
infine verità
toglierà a queste frasi


V

Sol che s'apra uno scorcio
di conoscenza nuova
la sensazion del marcio
scade: che l'acqua smuova!

Per giungere ad un punto
tanti sono i percorsi, ma...
se il mal non è presunto
deve disintegrarsi

Pochi ti aiuteranno
faccela con l'orgoglio
sbaraglia quindi il danno
dirimi il mal consiglio


VI

Prospetta ora terribile
quello che già ti aspetta
prendilo per fattibile
anzi, acqua benedetta

Se avessi alternativa
già ci saresti dentro
grato di gioia viva
libero dal tormento

Ma solamente questo
io voglio e posso fare
se proprio qui m'arresto
è per ricominciare


VII

Già, perché non permetto
quieta felicità
avvolga uomo inetto
signore d'empietà

A spese di chi solo
dovrebbe dominare
se non radere al suolo
mediocre contraltare

Poiché giammai speranza
vera ebbi nelle vene
spina strapperò intera
brinderò a mani piene.