I
Sol
che trafiggi gli occhi
da
incolmata distanza
non
posso aver di te
rivalsa
Tanti
son come te
anche
su questa terra
vili
di luce che
come
una lama erra
Triste
sono perché
mie
calibrate luci
colgono
a vuoto in te
nemico
che mi bruci
II
Senza
lo scudo andai
ad
affrontar la bella
restia
non la pensai
solo
a salire in sella
Invece
così andò
forse
sarà per sempre
viver
soltanto può
chi
non è intelligente
Sprecati
son da voi
castri
che avete preso
animo
di aristoi
ben
si ritira offeso
III
Quanto
è ancora da fare
fu
tralasciato ieri
canna
vuole insinuare
la
vita dei pionieri
oltre
intricate fronde
e
massi del presente
sapranno
quelle sponde
ravvivar
il morente?
Saggezza
non rimedia
sangue
di giovinezza
può
evitar nuova insidia
può
indovinar la brezza
IV
Vincere
e vincerai
ma
amaro sarà il gusto
insipido
casomai
rigido
lungo il fusto
E
tuttavia è questa
la
tua maestra strada
per
quanto fosse mesta
voglio
che qui tu vada
Forse
caparbietà
traverso
nere fasi
infine
verità
toglierà
a queste frasi
V
Sol
che s'apra uno scorcio
di
conoscenza nuova
la
sensazion del marcio
scade:
che l'acqua smuova!
Per
giungere ad un punto
tanti
sono i percorsi, ma...
se il
mal non è presunto
deve
disintegrarsi
Pochi
ti aiuteranno
faccela
con l'orgoglio
sbaraglia
quindi il danno
dirimi
il mal consiglio
VI
Prospetta
ora terribile
quello
che già ti aspetta
prendilo
per fattibile
anzi,
acqua benedetta
Se
avessi alternativa
già
ci saresti dentro
grato
di gioia viva
libero
dal tormento
Ma
solamente questo
io
voglio e posso fare
se
proprio qui m'arresto
è
per ricominciare
VII
Già,
perché non permetto
quieta
felicità
avvolga
uomo inetto
signore
d'empietà
A
spese di chi solo
dovrebbe
dominare
se
non radere al suolo
mediocre
contraltare
Poiché
giammai speranza
vera
ebbi nelle vene
spina
strapperò intera
brinderò
a mani piene.
Bella
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