Nei
lustri non osai lasciar andare
profonda la mia vita nella melma
tentai infinito già, di risalire
armato di supremo ardore e calma
Ma
ad ogni ansa di codest‘impresa
realista io la scruto e più mi sembra
un giorno - inevitabile la resa
né mi soccorrerà la pietra d’ambra
Orrido,
amorfo, e pur così tagliente
apparsi ai satanici suoi occhi
infossati nel cranio della gente
e sporti biechi come i loro becchi
a
sentenziar condanne senza appelli
e ad ogni revisione siam più brutti
indegni, strabocchevoli zimbelli
da ricoprir di vomito e di rutti
da
rigirar nel vetro e nello sterco
da affossare giù nello sprofondo
chinati a trascinar fardelli dietro
pesanti come la massa del mondo.
E
c’eran proprio tutti gli elementi
conditi in masochistico artificio
acché ristrette e ancor più ottuse menti
imprimessero in noi tal maleficio
che
non vi fosse nulla di peggiore
da lor giammai incontrato sulla terra
questo è scontato – ed il disonore
dovesse esserci eterna zavorra
ci
assaporassimo nelle lor salse
nelle vision terribili e lo smago
l’odio, che su di noi prevalse
ci tolse ogni respiro ed ogni svago
disprezzo
eterno millisfaccettato
la formula incarnata sì, del Male
impose a noi destino sciagurato
dannato ed errabondo animale
Sicché
di storia, serio sei chiamato
a discoprire intrighi ed i misfatti
son fieri di ciò che hanno realizzato
laddove invece noi ne siamo matti
gravati,
punzecchiati e derelitti
e se molliam la presa - disfattisti
ebbene, ciò equivale ad una resa
all’avanzata dei vostri diritti
sopra
di noi imperiosi e devastanti
frammisti già di odio e d’incoscienza
e del Paraculesimo – che a tanti
è sacra religione di tendenza.
Non
tengo fonte dove ristorarmi
qualche anima fraterna – solo in parte
comprende il mio continuo tormentarmi
e il vento che pervade queste carte
“Pace non trovo, e non
ho da far guerra“
cantavano
i poeti già in passato
io anche parlai d’una nave che erra
…e ancor alcun porto ho avvistato
Nessuno
pensava che vita
potesse inver essere questo
se avanzi o diserti, ugualmente è finita
c’è forse dell’altro - del resto?
profonda la mia vita nella melma
tentai infinito già, di risalire
armato di supremo ardore e calma
realista io la scruto e più mi sembra
un giorno - inevitabile la resa
né mi soccorrerà la pietra d’ambra
apparsi ai satanici suoi occhi
infossati nel cranio della gente
e sporti biechi come i loro becchi
e ad ogni revisione siam più brutti
indegni, strabocchevoli zimbelli
da ricoprir di vomito e di rutti
da affossare giù nello sprofondo
chinati a trascinar fardelli dietro
pesanti come la massa del mondo.
conditi in masochistico artificio
acché ristrette e ancor più ottuse menti
imprimessero in noi tal maleficio
da lor giammai incontrato sulla terra
questo è scontato – ed il disonore
dovesse esserci eterna zavorra
nelle vision terribili e lo smago
l’odio, che su di noi prevalse
ci tolse ogni respiro ed ogni svago
la formula incarnata sì, del Male
impose a noi destino sciagurato
dannato ed errabondo animale
a discoprire intrighi ed i misfatti
son fieri di ciò che hanno realizzato
laddove invece noi ne siamo matti
e se molliam la presa - disfattisti
ebbene, ciò equivale ad una resa
all’avanzata dei vostri diritti
frammisti già di odio e d’incoscienza
e del Paraculesimo – che a tanti
è sacra religione di tendenza.
qualche anima fraterna – solo in parte
comprende il mio continuo tormentarmi
e il vento che pervade queste carte
io anche parlai d’una nave che erra
…e ancor alcun porto ho avvistato
potesse inver essere questo
se avanzi o diserti, ugualmente è finita
c’è forse dell’altro - del resto?
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