Fummo nella scatola trasparente
viventi di sevizie
le pareti interne erano speculari
sicché noi
vedemmo noi stessi
e rinfacciate
le nostre stesse smorfie
voi ignoti - costruiti per antitesi
ridevate
I vostri complici e scagnozzi
lì dentro con noi
ci calpestavano e scannavano
alcuni - da scatole più esterne
ci osservavano - appoggiati al bordo
compiaciuti dell'essere per imperio
"tutti uguali" e pur più in alto di noi
così come i nostri compagni di topaia
si gongolavano di muoversi meglio
Ma la nostra immagine riflessa
ci convinse che potevamo
arrampicarci sugli specchi
cosa che loro ci videro fare
in bilico tra l'invidia e il disprezzo
Colui che intuì
d'essere prossimo
a uscire dalla scatola
fu assalito dai ricordi
richiamati dagli ultimi
attacchi topeschi
allora rinnegò
la sua natura liberatrice
ché anche lui voleva ridere e seviziare
stava in equilibrio
sul bordo della parete
qualcuno cercava di spingerlo
o tirarlo giù di nuovo
ma lui sarebbe anche potuto
cadere e risalire oramai
Egli conobbe la speranza
e non fu più atterrito
dalla meschinità altrui
il gran giorno sarebbe arrivato.
Nessun commento:
Posta un commento