E lercia s'insinuò senza diritto
voce e mano assassina del mio prossimo
ignara che non lei m'avea sconfitto
ma sol la discrasia e quali che fossero
cento logoramenti laterali
mille mancanze ed i contaminanti
contatti con i bipedi ineguali
la confusione o gli occhi miei distanti
mi condannò il debito d'azione
cui fui costretto - e della mia forza
non ebbi netta rappresentazione
infine fu braccata in una morsa
E se d'un nobil mondo non mi sento
già più all'altezza, non è colpa mia
quello che ho scritto sopra - lo rammento
l'antica forza mi ha portato via
Contro il corso fatale sì del tempo
crei mentalmente ancora una fiammella
se mai m'aspetti o mi cammini al fianco
a ricordar che vita può esser bella
E lungo il corso, non c'è soluzione
di già apparente, dentro oppure contro
Sistema che ha annerito la stagione
e miglior vita ha pigiato dentro
Fardelli di menzogna - freni a mano
al treno della vita, verso il sole
miraggio di un mondo ancora sano
si sperde allor che avanzano le suole
e affondano già in nuovi pantani
con gli occhi al cielo affollano i pensieri
ti chiedi cosa hai ancora nelle mani
araldi del degrado, uccelli neri
Non essere un eroe dei fumetti
ridimensiona l'ego - che protesta
poi cerca soluzioni di ripiego
e sogna lieti incontri alla foresta
Non avverranno, temi - siamo soli
colpevole, il male è soverchiante
dovunque navi salpino dai moli
s'apprestano a un viaggio sconfortante
Tante energie riverse alla teoria
producan luci e tornino vincenti
mi spianino ed illuminin la via
stanchi i miei passi d'esser così lenti
Ma lente sono verità e vittoria
opposte veramente a tutto quanto
s'imponga al mondo già, con falsa gloria
cosa resterà sotto il loro manto?
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