Che più nulla di umano
mi sovvenga
esistono confini
all'amarezza?
Forse il sole e l'erba
possono ancora allietarmi
Ho esaurito
la speranza e il rispetto
Se sognai scene
di cruenza inaudita
già da ragazzino
è perché già allora
conobbi ingiustizie
abissali
prodromi all'acqua di rose
di quel che sarebbe stato
Mi estraneo
da tutto ciò che non sia
piacere e riscatto
davvero non voglio più rendere
conto a nessuno
nemmeno a una distorta
coscienza personale
fluisce corrosivo
sporco nelle mie vene
il veleno dei nemici
il primo mattino
e si gira in ideazioni
durissime e complesse
minaccia di esponenziarsi
e allora passo la vita
a drenare l'acquitrino
inesauribile del male
Non so cosa fare perché
siete reali
Stavolta l'idea
è veramente morta
ma io no
sono il livore
di un quarantenne
disilluso fino al midollo.
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