Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

mercoledì 23 novembre 2016

Te ne sei accorto?



In ogni angolo di mondo
attento ad esprimerti
ché un idiota ti sanziona
ti nega un'ovvietà evidente
e la trasforma in una critica
contro di te

altri derelitti
con meno talento
solo un poco più fortunati
e che odiano di meno
il sistema e la gente
si permettono di
allontanarti

non so cosa ci sia scritto
o disegnato adesso
sulla mia bandiera
so che potrebbe essere qualcosa si simile
all'Orgoglio

ma è qualcosa di indistinto ormai
tanto schiacciato è questo potenziale
tanto tutto è obnubilato e disperso
nella disillusione

ma si proietta ancora ogni tanto
rabbioso dinanzi ai tuoi occhi
come lame brillanti

ascolto un power metal con testi superficiali
gente che accenna un'analisi malinconica del sistema
ma non lo ha sentito bene
e ha trovato la sua formula
per benestare

eppure la nicchia non può arridere
quel che non ti consentiva la rivoluzione impossibile
men te lo consente smettere di lottare
raccogliendoti in un nucleo spinoso

e adesso? e adesso?
sarai abbastanza accorto da non toccare certi fondi
ma altri li toccherai solo se ti saranno imposti
e non saranno mai tali se tu
hai fatto vedere chi sei
hai creduto in chi eri
potevi essere
sei stato ugualmente
sarai
pretenderai di essere

ricorda che c'è tanto ancora da migliorare
di questa carcassa animata
un giorno ci saranno discese
ma ancora sono lontane
viviti al meglio queste salite
da riflusso gastrico

troverai cash e perdizione
o perdizione senza cash

che la smettano di intasare le cittadine
con i mercati
ma si raggiunge ugualmente la biblioteca
e ci si scarica
quante volte però sei dovuto scappare

quattro stronzi fannulloni
nulleggiano
e danno le loro formule

ancora contatti con i corridoi
del degrado

voi che ve ne distaccate
quanto credete sia affondata
la vostra patina lucida
nel vostro essere?

io vedo che si increspa, sgretola
e puzza e stona

tutta forza apparente
quanto la mia debolezza

si chiama paura quella che
vedo nei vostri volti

non ho mai visto cagasotto
più stronzi ed arroganti

vi vedo annaspare in guadi assai più easy, assai più soft
assai più pollage...

ma voglio più fiato
sì perché
sono il fiato del mondo

e affermo il mio hic et nunc
spudoratamente
contro il vostro sempiterno sbrodolio di nulla
che gioca a fare il grande critico

siamo nella società dell'usurpazione

siamo nello sforzo che sempre meno approda

siam nell'energia calante

e ti accorgi, ti accorgi, che non molli mai davvero
quando nessuno ha mai davvero
accettato la sfida?



martedì 22 novembre 2016

Luci sulla palude



Città truce

fialette di veleno
incastonate ovunque

libreria sconfinata
di trappole sistemiche

Sogno

una risposta che esima
da centomila altre

una nozione segreta
che ne sostituisca miliardi

chi muove le redini
non acquisisce cultura

ma con le sue scelte
muove masse di studiosi

che non verranno letti
che nulla potranno

eppure ogni spazio è coperto
da elementi conformi

la quasi totalità delle persone
si lascia ingannare
agendo contro la propria specie

ed io abbandonai Cultura e Causa
per amabili fette perdute
di questo mondo
in malora

ma ho tradito il mio spirito
senza poterlo trasformare in altro
si chiudono gli spazi
avvistati dalla supponenza
e dispero

ideazioni postume
poi sento il terribile tarlo
il maremoto fangoso
delle menzogne

e mi convinco a restare

io vorrei parlare di un dolce caffè sul viale

ma queste anse
non sono più di ristoro

guarda le facce
i volantini
i manifesti
le riviste

io vedo ogni cosa
trasudare sangue e sterco

tocco gli inganni
con tutti i loro schifosi complici

e adesso ne vedo uno centrale
contro cui nessuno potrebbe muovere
la sua sparuta voce ormai

non sono curioso, ma sono curioso
di vedere l'indomani

quando l'avversario ha tutto in mano
puoi solo sperare che non lo sappia usare
che lo usi contro se stesso

ma tutto andrà ancora per gradi
la gradualità è il segreto

malattia non percettibile sino a quando
non diviene incurabile

moriremo tutti

e forse non è un male

forse mi sono sempre sbagliato
sulla via del bene
forse siamo concrezioni organiche
talmente immonde
che lo spirito santo ha sentenziato da tempo
la nostra fine

si sta preparando un conflitto mai visto

vi sarà un anno zero
perché si è tolta e straziata una vita santa
per una vita indegna frammentata
in miliardi di storpi umani

l'egoismo è il cancro:
che si mangi ogni cosa!

Gli ottimisti sono cancri che devono il loro benessere
a ciò che hanno placidamente divorato
o lasciato divorare

oh i loro porci sorrisi!

Ma non fate allarmismo, combattete
pensate, mettevi per una strada obliqua
solitaria e non battuta...oh cosa ho mai detto??

non ci sono scelte nobili che ci si possa aspettare

ed esiste un mostro sofista
uno pseudo filosofo dalle mille facce
che spande lingue di cancro
su tutto ciò che è elevato e dotto

un piccolo verme egoista
che accusa uomini-mondo
di autoreferenzialità

avrò disillusioni di una profondità
ineguagliata

quanti miti ancora dovranno sorgere e crollare
come sono sorti e crollati tutti

e noi siamo ignoranti di ciò in mezzo a cui camminiamo
cadiamo nell'oblio dei secoli e del nostro piccolo ieri
basta un poco di stanchezza
o un'attrazione forte

siamo apatici ma
non possiamo ancora fare a meno
delle nostre passioni

le deviamo
le godiamo più turpemente

ricorda a qualsiasi santo che deve partecipare di questo
se non vuol crepare invano

forse vi sarà un sinolo di virtù e vizio
forse non ci saranno più buoni e cattivi
forse questa sarà la vittoria
o la sconfitta totale

vado adesso a gustarmi un pezzo d'illusione
nuovamente concesso

prova ad amare ancora superfici incorrotte
non puoi gestire l'odio profondo

i traditori saranno traditi
i fedeli per stupidità o debolezza
crolleranno assieme alla loro meschina fede

con parole acute ancora mi elevo
sui bassi fondi

se vi saranno ancora voci celestiali
proverranno da altrove

voglio provare a costruirmi una fede ardita
scorgendo bellezza tra le schermaglie

annegando nella mia ignoranza
che non posso più risolvere
ma lanciando sopra la sua palude opaca
un'intuizione luminosa

ho imparato a mettere ostacoli tra me e il prossimo
e a non peccare di egocentrismo, quando
presto, saremo tutti troppo invischiati
nella decadenza
perché la natura altrui o la sua sorte
possa importarci più di tanto

cosa importa ancora cantare?
servono cantori o distruttori?

lancio una lettera di chiaro cantore
al prossimo abile distruttore
che bene la legga...

lunedì 21 novembre 2016

Morale della favola


Se non hai una storia
è arduo comprendere le storie altrui
ma se tu hai una storia
non vi è spazio per le storie altrui
e difficilmente le due combaciano

morale della favola

leggere è indigesto
è un disagio di stili, ossia di anime
uno stridore d'esperienze
un'ansia di penetrare
toccare e avvinghiare
come fosse una donna
recalcitrante
è un conflitto egoico
è avidità di territori
esistenziali e concettuali

ricorda che un autore vuole
imporsi su di te
per vendicarsi della sua vita
per assicurarsi ciò di cui questa
ha bisogno
nessuno ha scritto per te
o su misura per te

leggere vuol dire subire
il gioco dell'avversario

comportati tutt'al più
come un judoka

venerdì 18 novembre 2016

Distacco



Cadano i petali del già detto
solo si libri l'insetto -
splendido e voli a posare qualcosa
chiara ed un po' misteriosa

tutto vorresti fare sapere...
non è migliore esser belli?
Se gioia estetica e distacco interiore
sono gemelli

stingano botte da orbi
ed il rancore non torni
d'oggi si resta fedeli
ai sogni più veri

ciò che ti lascia perplesso
lascialo immediatamente
chiamalo "indugio del fesso"

"amore apparente".




martedì 15 novembre 2016

Fa parte del gioco



Scorre vetrosa la polvere in corpo
ché il giudizio erroneo sanguinoso mente
impone ai tuoi organi tessuto estraneo
e le loro espulsioni, rancide e lente

hai perso occasioni – e se non eran tali
tanto vale gioirne, e piangerne un poco
sai che nelle sciarade degli originali
ogni truce passaggio fa parte del gioco

se avvolti viaggiamo noi nella nebbia
quante volte gli oggetti cambiano faccia
dieci false partenze, e la mobile sabbia
e quel che sembra potere, più non possa o non piaccia

emerso dal regno delle fanghiglie
liberato dai gioghi – si staglia il vero
decorato e limpido di vetrose biglie
vincitore onesto, probo guerriero

non può stupire che un valore aggiunto
conferisca il viaggio alla personalità
e che si misuri a partir dal punto
dai cui sei partito in tenera età

ed allor resisti perché val la pena
tanto tu l'affronti anche se non vale
tanto vale allor reggere la scena
senza premurarsi di quella finale


Cogli l'intento


Bramosia senza peccato
declinata nelle sette virtù capitali
in mezzo a gente che le accoglie
...corrispondenza...
questo ci attende
oltre la via

e fango e fango ancora
ai nessuno che ci attorniano
ancora

ai viziosi
a chi non tiene cervello
mattoni sostituibili
da governare
maestri

non dovremo conoscere all'infinito
ci basterà di essere
ed essere stati
qualcosa di forte
che ha resistito al dominio
nemico schiacciante
ed è passato oltre

noi potremo non avere pietà
né suscitare iracondia

ricorda che natura impone
botte piena e moglie ubriaca

che il dolore debba presenziare
in ogni ricetta etica
è una diabolica invenzione umana

è che nessuno è stato ancora vero dominatore

spesso la natura punisce chi soffre
e premia chi gode

le si fa un torto a soffrire

in qualche modo si soffre
perché lo si accetta e permette

e se in questo vi è virtù
essa è garanzia di piaceri più immani
di domini più assoluti
di affrancamenti
e privilegi
più totali

il dolore sarà sempre e solo un mezzo
sono gli altri che si mettono in mezzo
con la loro sottile o massiccia
stazza, gli altri sono dolore

non voglio saperti
voglio fotterti

quando sarai liberata dagli inganni
anche tu non vorrai sapere altro

c'è molta strada da fare ancora nella liberazione
e nell'incatenamento dell'essere umano

un giorno i mortali saranno soltanto liberi
di cadere sotto i fulmini di un dio
per ora razzolano, bene o male
e bene o male predicano
ma ognuno detta il suo pezzo di legge
si prende e sollazza

forse paga
ma ogni processo è caos
è rapida o lentissima sommarietà
eppure sotto tutte le pieghe del lenzuolo
stanno chiari intenti di chiari esseri
che si difendono e arraffano
per se stessi
che si insinuano
ed impongono all'esistenza

non confutare, identifica
il soggetto
cogli il suo intento

esso vuol succhiarti un pezzo di vita
ha bisogno di un tuo pezzo di morte

sono stanco di persone che non sanno vivere
e che non sanno morire
sono un insulto ai vitamorti supremi
voglio bruciare chi finge
e toglie tutto ai sinceri

smettete di avvelenare

questo pianeta

martedì 8 novembre 2016

SOLIDIFICAZIONE



Lentamente
l'anima svuota

mai più imprese concettuali
volte a catturare universi
a svellere macigni
a dilacerare fortezze
a dir ciò che non può esser risolto

ora si torna in superficie
ad assaporare il contatto con le cose

non si dovrà più nascondere
né rivelare arrischiati

non si dovrà più reggere l'incomprensione
attraverso lande sterminate
questa esperienza sconosciuta
alla massa incontinente
irruenta
irriflessiva
orrendamente egoista

d'altro canto solo la ragione
potrebbe sostenere
la volta dei torti
non un torto (un debole)
la volta razionale

tardivamente
si emoziona di meno
si ama di meno
si odia di meno
perché si vive di meno
si coglie di meno
ci si appoggia alle cose
anziché sostenerle
non le si deve più punire
e le punizioni residue
sono assai più accessibili
una scrollata
un fendente a fegato scoperto
un arco-riflesso privo di conseguenze

qui è tutto meno eroico e più piacevole
STOLIDITÀ
farà rima con
SOLIDITÀ

improvvisamente saremo pronti
per questo e per quello
ed essi saranno pronti per noi
ci saranno corrispondenze mai viste
nell'era del CAOS

nessun abisso guarderà in noi
e noi sentiremo solo ferite superficiali

guidatori attenti
perderanno meno colpi

sapremo quel che tutti sanno
non sapremo quello che nessuno sa

l'azione ci ricostruirà uno scheletro
senza scheletri

conformismo
farà rima con CONFORMAZIONE

del resto scripta manent
e noi abbiamo consegnato molte pergamene
alle bottiglie
germoglieranno, anche senza la nostra
partecipazione
che non vogliamo più dare
ora siamo PARTI
lo << STATO >>
è un participio

passato. 

sabato 5 novembre 2016

Freccia


Imbelli
da ruoli grati
commentan la vita
di uomini a cui
quelli furon rubati

e la piccola anima di un pivello
deve fungere al dio da sportello

fiumi di conseguenze
spinano e guastano
uomini che non si adattano
a quelle – imposte – false partenze

falsa morale
dovette il pensiero
eroico – smontare
parendo un bastardo sincero

ma veri bastardi
godettero in vita
abusando ogni tipo di armi

creando e lasciando
i mali irrisolti
scaricando sull'uno
ciò che spetta a molti

agir malamente parendo buoni
piagando innocenze sotto orridi nomi

uccidendo la vita e il miglior potenziale
di essa – e infinita si vuol riscattare

i fiocchi di colpa onnisparsi all'intorno
raccolti nella gita di ogni amaro giorno

stanno impigliati a scene e parole
li associa la mente al petto – che duole

ma segui tu indomito quello che credi
non temer che la terra manchi sotto ai tuoi piedi

mantieni un contegno ed attendi
saran certo le tue, le mele che prendi

se giustamente ti sei comportato
qualità vincente tu hai sviluppato

che sia nella carta stampata al futuro
o sia l'arsenale al tuo muro

ma i più ti daranno quel che pretendi
e quel che non ti danno, ti prendi

e più lungi hai atteso, continuando a marciare
più lontano il tuo peso verrà a farsi sentire

non cercare tu – freccia - soluzione immediata
se per altra stagione sei nata

ma risparmiati ben falsi tronchi
custodisci il tuo fine ai più, ai molti

e adesso conserva il tuo legno
e l'acciaio, perché questo disegno...

prevede una pausa sì, molto lunga
quella del cacciatore che funga

da ardito arciere, da un sasso lontano
deve ben riscaldar la sua mano

deve essere integro il cuore
forte stomaco e fermo il suo passo

deve certo evitare il malore
e la svista, l'errore, il collasso

nel preambolo della sua storia

sia sancita la dolce vittoria


mercoledì 2 novembre 2016

Perché dovrei piacervi?



Io non ho scritto per voi

e vivo per le cose, non per le persone

vivo per le cose che aggradano il mio spirito

sono dunque spiritualista

e materialista


le persone sono nemiche

si vive nonostante esse


sbocconcelliamo d'esse

quello che ci aggrada

e vi diamo qualcosa in cambio

così il rapporto può sussistere

fino a che ci scagliamo via

sputandoci in faccia


non è vero che gli altri sono necessari

nella loro diversità

potremmo rifare il mondo

con 100 mila cloni di noi stessi

otterremmo dalla natura tutto quel che ci serve

senza tormenti



continuerò il mio viaggio alla ricerca di cose

ma temo che incontrerò persone


martedì 1 novembre 2016

Il filo


Carattere del sacro
è netta distinzione
tu lascia mille e un acro
tra Mondo e Creazione

non è paura, orgoglio
né stolta presunzione
ti saltano nel foglio
il ratto e lo scorpione

se tu vuoi distaccarti c'è un motivo
lo coglie istinto acerbo e poi maturo
vanifica lo sforzo volitivo – la folla
e ne preclude il futuro

puoi sperdere lontano le tue mete
lanciarle dove niente può comprarle
al prezzo di più squallide monete
e ove sarà vittoria il presentarle

con la rosa dei mezzi, che ora è chiara
ad ogni uomo che abbia un po' vissuto
nel calderone scabro – e la cagnara
più non sopporti e voglia un Re acuto

gregari, e finti eroi hanno stancato
mezzi-stranieri al mondo hanno goduto
molto - e si risparmiano l'amaro
di chi è completamente sconosciuto

li eviti e fai bene: fanno male
improvvidi contatti coi mezzani
maldestro è il loro lucido arsenale
e hanno il porto d'armi nelle mani

ma tutto ciò ch'è ingiusto porta dietro
strascichi di rancore e retti dubbi
bagna la pioggia al di là del vetro
cani che morderanno chi li ingabbi

e chi ti ha macerato crudelmente
senza che vita veda il tuo riscatto
vedrà però nell'epoca seguente
profonda apocalisse, esterrefatto

sprofondano i concetti come in terra
le sonde a trovar posti per le mine
divellerà il terreno della guerra e...
lo stolto non saprà quant'è sublime

ancora qui per te, la tua storia
conserva grigi lembi e controversi
ma tutto ha una ragione e la vittoria
forse vedrà superflui questi versi

ma essendo questa incerta devo usarne
spiegare già a me stesso e poi al nemico
che non vi è pecca e vile è l'accusarne
diavolo in terra, angelo caduto

non vi è prudenza che ora sia di troppo
si spargerà il lavoro nei decenni
un altro lo farai: non sarà troppo
se sol rimandi il sogno cui attendi

sarà di luce elettrica o candela
che illuminerò la mente umana
saprò di mille cose la sequela
la dimensione sacra e la profana

per or mi basta di sapere questo:
che vetri ho masticato già abbastanza
in tormentose notti più non esco
senza un mantello indosso e la prestanza

vedere gli immaturi settantenni
è desolante – ma oramai è noto
quanto siano gelosi i loro senni
sostituiscon l'energie del moto

a me s'impose il senno troppo presto
ma troppo tardi venne a risparmiarmi
sicché ho vissuto molto ed ora riesco
a far di testa mia – contro i vegliardi

è questa testa adesso che prevede
io sappia da qual pulpito parlare
nel luogo giusto costruir la sede
e aver maggior poter contrattuale

guarisce meglio chi lo fa per primo
ma impone un'accortezza sopraffina
la giungla dei ricordi e del destino
a chi abbia ingurgitato una tossina

un trauma, una sfigura, una mancanza
son cose che si debbon compensare
se non si ha forza paghi la costanza
ma in questo non si deve lesinare

supponi a volte che sarebbe bello
far vita da poeti o cantautori
ma lento si dipana il mio fardello
dimentica la fama e poi gli allori

conduce questo filo oltre la morte
deve cucir le vesti a gente nuova
punir regole bieche in chi le ha imposte

decider qual bandiera il vento muova...