Carattere del sacro
è netta distinzione
tu lascia mille e un acro
tra Mondo e Creazione
non è paura, orgoglio
né stolta presunzione
ti saltano nel foglio
il ratto e lo scorpione
se tu vuoi distaccarti c'è un motivo
lo coglie istinto acerbo e poi maturo
vanifica lo sforzo volitivo – la
folla
e ne preclude il futuro
puoi sperdere lontano le tue mete
lanciarle dove niente può comprarle
al prezzo di più squallide monete
e ove sarà vittoria il presentarle
con la rosa dei mezzi, che ora è
chiara
ad ogni uomo che abbia un po' vissuto
nel calderone scabro – e la cagnara
più non sopporti e voglia un Re acuto
gregari, e finti eroi hanno stancato
mezzi-stranieri al mondo hanno goduto
molto - e si risparmiano l'amaro
di chi è completamente sconosciuto
li eviti e fai bene: fanno male
improvvidi contatti coi mezzani
maldestro è il loro lucido arsenale
e hanno il porto d'armi nelle mani
ma tutto ciò ch'è ingiusto porta
dietro
strascichi di rancore e retti dubbi
bagna la pioggia al di là del vetro
cani che morderanno chi li ingabbi
e chi ti ha macerato crudelmente
senza che vita veda il tuo riscatto
vedrà però nell'epoca seguente
profonda apocalisse, esterrefatto
sprofondano i concetti come in terra
le sonde a trovar posti per le mine
divellerà il terreno della guerra e...
lo stolto non saprà quant'è sublime
ancora qui per te, la tua storia
conserva grigi lembi e controversi
ma tutto ha una ragione e la vittoria
forse vedrà superflui questi versi
ma essendo questa incerta devo usarne
spiegare già a me stesso e poi al
nemico
che non vi è pecca e vile è
l'accusarne
diavolo in terra, angelo caduto
non vi è prudenza che ora sia di
troppo
si spargerà il lavoro nei decenni
un altro lo farai: non sarà troppo
se sol rimandi il sogno cui attendi
sarà di luce elettrica o candela
che illuminerò la mente umana
saprò di mille cose la sequela
la dimensione sacra e la profana
per or mi basta di sapere questo:
che vetri ho masticato già abbastanza
in tormentose notti più non esco
senza un mantello indosso e la
prestanza
vedere gli immaturi settantenni
è desolante – ma oramai è noto
quanto siano gelosi i loro senni
sostituiscon l'energie del moto
a me s'impose il senno troppo presto
ma troppo tardi venne a risparmiarmi
sicché ho vissuto molto ed ora riesco
a far di testa mia – contro i
vegliardi
è questa testa adesso che prevede
io sappia da qual pulpito parlare
nel luogo giusto costruir la sede
e aver maggior poter contrattuale
guarisce meglio chi lo fa per primo
ma impone un'accortezza sopraffina
la giungla dei ricordi e del destino
a chi abbia ingurgitato una tossina
un trauma, una sfigura, una mancanza
son cose che si debbon compensare
se non si ha forza paghi la costanza
ma in questo non si deve lesinare
supponi a volte che sarebbe bello
far vita da poeti o cantautori
ma lento si dipana il mio fardello
dimentica la fama e poi gli allori
conduce questo filo oltre la morte
deve cucir le vesti a gente nuova
punir regole bieche in chi le ha
imposte
decider qual bandiera il vento muova...
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