Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

lunedì 26 dicembre 2016

Seconda artevita



Raschia la vita e la gola
vento sabbioso della realtà
smorza le ali a chi vola
vince chiunque a metà

vuole il mio mento girare il fianco
a chi il suo volo a mille dovette
lame e fardelli da cui fu franco
ed or che s'affloscia chiede vendette

non ci son mezzi per organizzare
i bipedi conglomerati
or me ne sbatto con freddo livore
e più non li voglio cambiati

ma non si affaccia un modo diverso
di scampar la vita su questa terra
ad uomo che agogna un futuro terso
per ogni concetto che afferra

lui lo scolpisce dalla circostanza
già sublimato nel generale
poi lo utilizza con furba costanza
lo deve padroneggiare

prima di svenderlo sul mercato
ma a dire bene, gettarlo via
come una gemma su un prato
raccolta da chicchessia

entriamo nella seconda parte
quella più astuta di questo percorso
la precedente ignorava le carte
perdeva il processo e faceva ricorso

questa lo evita bene a priori
conosce meglio l'uomo e la donna
è attento alla giovane, alla vecchia colonna
sa quanto taglino gli odi e gli amori

è ancora dura, dopo la svolta
attingere a ciò che aggrada
ma se la strada ancor sarà molta
questa è la strada

e come l'arte aiuta la vita
anch'essa l'aiuta lungo la via
se ancor non sa chiudere la partita
sa però chiudere questa poesia.


giovedì 22 dicembre 2016

Polverosa malinconia



Questo carbone non sublima

a colpi di stanche pale lo sperdo nell'aria

l'occhio vuol chiudersi
vuole guardare luci fioche

il corpo intero non è un guizzo d'insetto
né un guerriero spartano

ogni vendetta è preclusa
dalla gabbia sistemica
e da un carattere che conosce ogni premura
non dovrebbe forse avere

vi era una bellezza fugace e infame
è scivolata via lasciando solo
una lunga impronta tormentata

vedo in loro
falsità intrinseca, assenza di passione
dolore gratuito e gioia negletta

un personaggio scabro ha lasciato il posto
a chi rischierà di sostituirlo

il gigante è tramortito

distratto bruscamente dalle sue corsie
cade vittima di truffe telefoniche
si salva in extremis e si becca
l'onta

tieni attiva a priori la bivalenza
truffa-occasione

come anche sistema-antisistema

non si può più sapere qui che strada prendere
si scialla, si attende, si analizza ancor
si marcia, il verso rimato è impossibile

qui si fa musica con zampe d'elefante oramai

quando antri saranno miei
le loro carte troveranno nozione
e posto idoneo, anche nella loro immondizia

ora sono sperduto in un regno che non mi appartiene


e ancora nulla di voi viaggia verso quella rivoluzione
che in me ha perso ogni stilla di fede

nichilismo sopravvivente è ora il mio nome
la mia ideologia

antitesi della pietra filosofale
è il decorso della vita umana
tutto trasforma in sterco

i denti si segano e spaccano
e cariano fino al cervello

non c'è più forza per
pulire & mettere ordine

mi servono stellari isolamenti

invece andavo proprio di recente
a mondanizzarmi per non soccombere
sono soccomBUTO nel tentativo

adesso c'è un nuovo bivio e io mi lascio cullare
da una polverosa malinconia

purtroppo domani ci saranno i figli
dei genitori

non ho fiducia in niente e in nessuno
mi aggrappo a un vomitio verbale
vagamente artistico


giovedì 15 dicembre 2016

Il cieco dei cinque picchi

I

Solleva questo drappo
forza titanica

tutto intorno è vicolo cieco
contrarietà e perdizione

attendi e prosegui
ma il fiato tagliente
di un puma
ti insegue

non puoi avere veri alleati
se la tua causa è unica

la dicotomia attuale
e forse eterna
mostra due fuochi
roventi due guadi
fetenti due trappole
urgenti contesti
dementi

e forse io amo la piccola Angela
lei non lo sa


II

attingi a narcotici e palliativi
accolto il virus dentro di te
del divoratore di Ego
per masochistica
immotivata lealtà
e sopravvalutazione dell'empio
s'impara a convivere con le malattie

ma si vuole ammorbare il mondo
dopo la loro sconfitta eroica

oggi possiamo sapere i segreti di tutti
molti morivano dalla voglia di svelarli
ma questo aumenta le distanze
che percepiamo
l'ostilità difensiva
siamo stuprati e soli


III

Trilli
porterò a casa i soldini per te

invece brancolerò nel buio
della mia notte senza fine
disseminando perlacee intuizioni

chiuditi sesamo

domani è lo stesso giorno
ma hai un giorno in più

ci sono correnti dentro di noi
che portano i nostri pezzi
alla deriva
verso una terra
che dobbiamo raggiungere

solo lì è lecito costruire

sento che in un passato rimosso
il maestro dei cinque picchi

m'insegnò la pienezza del Dragone



Il pilastro


Bianchi uccelli su un campo
suggeriscono
vita più semplice

devi accettare tutti i capitoli
della tua storia
pensando
che la più grigia e intestina
priva di esterni splendori
può essere la più significativa

frangenti d'azione
furono men duri

e ora sembra che
dobbiamo edulcorare
e cambiare registro
una lunga pausa
ai concetti bellicosi
così sfruttati

la grande salute
e tenere il passo delle tabelle
di marcia
rende le esteriori battaglie
più comode di quelle interiori
laddove sei solo e non hai i mezzi
c'è un universo da contrastare
e da acquisire
e ancor non riesci a vedere chiaro

era tutto vero – anzi difettivo
quello che hai descritto
le carte devono cantare
completamente

quel che c'è là fuori
e qui dentro
è un enigma mostruoso

non ci sono gamme emotive
cui non si debba attingere
per affrontarlo
non ci sono tecniche, non ci sono occhi
da tenere in dispensa

il pilastro che non crolla
è il desiderio della vita intera
che frugherà i granai
di ogni scienza
ufficiale ed occulta
e i lunghi secoli
per realizzarsi

ora posso solo accarezzare le cose
che saranno eternamente mie

qual è l'atteggiamento migliore
nei confronti del rischio, dello strappo,
della costa che si allontana?

concentrarsi sull'oggetto/spazio
da conquistare
poi, raggiunta un'ansa sicura
curare il cuore e tutto il resto

non riesco ad alienarmi di meno
ora che lo strascico del passato
si connette ad un raggio
di pulsione conoscitiva
che spazza un territorio immenso
e chiede un lavoro insostituibile

oltre le porte e le giunture tra i mondi
verrò ad amare le passanti
sfuggite

verrò a strappare ogni divieto
e a schiacciare gli impuniti

quelli che ancora sono veleno in me
ed infestano il mondo



lunedì 12 dicembre 2016

Io ti troverò


Sappi che non importa
il torpore, il male, la stanchezza,
la nebbia

né il caos, l'immenso
o il troppo tagliente

devi arrampicarti alle contingenze
trampolino delle conquiste

devi fagocitare ogni pattume
e farne incantevole fregio

infrangi le regole, anche le tue
purché tu ottenga qualcosa di più

vincere, vincere, vincere ancora

prenditi quello che ti serve per ottenere il risultato
c'è sempre il modo, e talvolta serve attenderlo

quando scintillerà nelle tue pupille
non voltarti indietro
fissa la sua luce
presto, ma magari un giorno
sarà proiettata nel mondo
ad accecare i secoli

solo se ti concentri sulle conquiste eterne
i loro prezzi possono apparire quali sono: temporanei

il diamante deve sfidare tutte le fanghiglie e i rovi
delle strade, tutte le grinfie indegne, le buche, gli intralci,
gli sgambetti, gli appannamenti, gli sgraffi, gli incidenti, le false indicazioni,
il ritorno sui propri passi, la perdizione infinita....un giorno tutto questo finirà.

E trova un lasciapassare
nelle lande infestate di identità altrui
quelle specie animali devono passarti al fianco
senza alterare la tua mente stabile
senza inficiare i tuoi valori
o metterli in discussione

Io ti troverò, pietra filosofale





giovedì 1 dicembre 2016

Spettri



vedo domani un uomo stramazzare a terra e
sapere che ormai quel che ha fatto ha fatto

fuori, se io volessi
ci sarebbero colori autunnali
ed immagini che possono
ricordare una grata infanzia

ma cosa non era già sospetto allora?
Cosa non tagliava sotto la superficie?

Abbiamo notato come la nottola fosse
ancora viva...

ha trascinato il suo volo e deposto buone cose

ma ora stava per imbastire, contro ogni pronostico,
convenienza, circostanza, e dichiarazione ufficiale,
un nuovo immenso cantiere e...
la seconda parte del sogno

doveva recuperare e distillare
un vecchio scritto e fonderlo con
la nave in frantumi

o stamparsi in un brillante libriccino
che non lasciasse morire quelle gemme preziose

ma le spurgasse dall'inferno di lame di rasoio
che le attorniavano

quelle che le portarono catastrofi
perché, chi se ne sentì appena appena tagliato
e subito si distaccò
volle però riversare l'intera mole metallica
di quelle lame, dentro il suo cuore
e martoriare un ego già moribondo

vi resteranno ancora fino alla fine e poi oltre
questo è quello che vogliono

la vita è atrocità dagli infiniti colpevoli
il demonio ride quando sente un ''innocente"

poi la nottola voleva
penetrare tutti i regni della carta stampata
per afferrare essenze mai colte
cantar cose mai dette
e posare al confine le sette saggezze di cui diceva
d'essere ancora capace...

si stancò dopo poche pagine
e sentì ancora il duro delle violenze
temette di essere tramortita e ravanata di nuovo
e poi sentì il mondo stingere ancora in un grigio nerastro
olivastro e acre
masticò le sue stesse zampe
come un milione di rabbie fa
resse sul filo nuove raffiche di vento vetroso
cominciò a sparare improperi terribili
se ne stette in piedi, un'ala spiegata in avanti in gesto di sfida
ma il petto parlava un'altra lingua
era scabro e indurito
ma ancora sensibile
e dialogava con un cervello
stanco e compresso
l'ala si ritirò in un angolo degli occhi
quella placca visiva
ancora smosse una tempesta di pensieri
scabri senza soluzione
che si sentirono in ogni angolo del corpo

si diede a riflessioni più pacate
poi ricordò triste come ogni dolcezza
sforzo, tenacia, e tributo amorevole fossero stati uccisi,
negati per ignoranza

e lei sapeva che essi erano stati versati a fondo perduto

parlò di nuovo con spiriti del passato
imponenti per la grandezza
spaventosi per la finezza

trovò che il mondo era divenuto
intelligibile a se stesso
per la loro voce

ma quel contatto vivo la turbò
eppure pensò di non poterne più fare a meno
anche nello spirito ligneo
ora dentro di lei

erano un po' di giorni
che viveva alla giornata
perché quando non si sa dove andare
meglio star fermi

sentì ancora musica immortale
perché a lei interessa tutto ciò che è immortale
emblematico, archetipico

le chiesero se il mondo meritasse le sette saggezze in ballo
lei disse no...ma sì perché...
per molti non sarebbero un dono, ma una sentenza di morte...

pensò che avrebbe trasportato sacchi d'oro massiccio
alla sovrintendenza mediocre della vita
ogni spietato sergente avrebbe avuto la sua parte
perché lei continuasse il suo viaggio

sentendo le sue sensazioni
si ribellò a questo
e volse lo sguardo
a radure lascive e giocose

poi capì che una soluzione non c'era
nemmeno oggi

a meno che non le si atrofizzasse un lobo

la Zona però – che era ritornata il mondo -
aveva ancora tanti pertugi, e a rigor di fatti lei non era
ancora stata bandita da alcun luogo
si rese conto di essere una bestia spettrale come lo erano tutti
di quelle che vengono notate solo se le si vuole notare

il disinteresse ci rende spettri

lo spettro vede senza essere visto
lo spettro passa attraverso la materia mondana
se la disprezza, se sa esserne superiore
può anche colpirla, pur restando spettro, se acquisisce esperienza
uno spettro ha un motivo per stare qui
è vissuto male e morto in una maniera iniqua
faccia valere i suoi diritti
è lui l'incubo della gente
non viceversa.