Questo carbone non sublima
a colpi di stanche pale lo sperdo
nell'aria
l'occhio vuol chiudersi
vuole guardare luci fioche
il corpo intero non è un guizzo
d'insetto
né un guerriero spartano
ogni vendetta è preclusa
dalla gabbia sistemica
e da un carattere che conosce ogni
premura
non dovrebbe forse avere
vi era una bellezza fugace e infame
è scivolata via lasciando solo
una lunga impronta tormentata
vedo in loro
falsità intrinseca, assenza di
passione
dolore gratuito e gioia negletta
un personaggio scabro ha lasciato il
posto
a chi rischierà di sostituirlo
il gigante è tramortito
distratto bruscamente dalle sue corsie
cade vittima di truffe telefoniche
si salva in extremis e si becca
l'onta
tieni attiva a priori la bivalenza
truffa-occasione
come anche sistema-antisistema
non si può più sapere qui che strada
prendere
si scialla, si attende, si analizza
ancor
si marcia, il verso rimato è
impossibile
qui si fa musica con zampe d'elefante
oramai
quando antri saranno miei
le loro carte troveranno nozione
e posto idoneo, anche nella loro
immondizia
ora sono sperduto in un regno che non
mi appartiene
e ancora nulla di voi viaggia verso
quella rivoluzione
che in me ha perso ogni stilla di fede
nichilismo sopravvivente è ora il mio
nome
la mia ideologia
antitesi della pietra filosofale
è il decorso della vita umana
tutto trasforma in sterco
i denti si segano e spaccano
e cariano fino al cervello
non c'è più forza per
pulire & mettere ordine
mi servono stellari isolamenti
invece andavo proprio di recente
a mondanizzarmi per non soccombere
sono soccomBUTO nel tentativo
adesso c'è un nuovo bivio e io mi
lascio cullare
da una polverosa malinconia
purtroppo domani ci saranno i figli
dei genitori
non ho fiducia in niente e in nessuno
mi aggrappo a un vomitio verbale
vagamente artistico
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