Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

venerdì 27 luglio 2018

Devi raschiare un poco alla volta



Ostacolati nelle movenze
danza sgradita su scabri sentieri
ci ritiriamo già in queste stanze
a tingere un oggi che non sia come ieri

Vuoi dire tanto, di più, ma Evasione
se giunge vera, è parola giusta
e già fa rima con Emersione
verso coscienza più lieve ed angusta

Ma devi raschiare un poco alla volta
tutti gli spigoli della tua vita
che sono oggettivi – e nessuna rivolta
se ignora i fatti, può esser riuscita

Prendi poi atto della misura
in cui sei migliore – e la conseguenza
è d'aspettarti la bassa statura
di ogni loro soverchia istanza

Chi umiliazioni somme meritava
ben le ha scansate con losca furbizia
veri problemi non si degnava
di affrontare – ma ebbe ogni bene e letizia

Chi era più puro è stato abbassato
nelle paludi più nere del regno
e lo deve al fatto di aver accettato
la sfida di frangere lo stolto suo legno

I gridi più atroci usciran dai lor corpi
ossia dei peggiori che han scelto se stessi
e quanto agli ultimi – saranno risorti:
pochi divieti, facili accessi

Furon le strade spianate ai perdenti
per viatico della democrazia
non san che gli spiriti combattenti
reimposteranno la via

Poi di sfuggita si sente dire
che pace può essere a portata di mano
ma lo scandirsi delle tue ore
è regolato dall'empio profano

Inciampi nella tirannide esterna
pregna di errore, e nell'imperativo
del tuo animo – che nell'impresa superba
vuole sanare ogni torto, tardivo

Ma in questo modo ne subisci di più
vuol risalir la corrente il salmone
a deporre le uova proprio lassù
a creare il futuro, scandendo il sermone

Libertà limitata, per lo più apparente
è pur godibile – e perché una guerra
sembra separarci da una vita gaudente
garantita da sani principi in terra?

Ogni storia è macchiata di personalismi
di chi non significa altro da sé
sicché diffidare di tutti gli -ismi
è legittimo in buona misura – ahimè

Non c'è però scelta definitiva
ed ogni passaggio è meccanico, sai
ogni tornante verso la riva
dolore che scelsi, piacer che agognai

Fai attenzione ai vecchi invidiosi
se la lor vita ha fatto assai poco
per la buona causa – hanno occhi bramosi
di piegarti il giudizio, spegnerti il fuoco

Ci sono anse di amicizia sincera
che però somigliano al tenero guscio
zuccherato che la pasticca amara
delle nostre distanze destina allo sfascio

Ma del resto, di petto non possiamo affrontare
tutti i nodi – che il pettine tiene lontani:
sono troppo taglienti, ed i gorghi impetuosi
ci travolgono, senza più energiche mani

Resta ancora la linea della saggezza
quella di non mollare del tutto
di piaceri inquinati gustando l'ebbrezza
muover guerra all'errore sinché non è distrutto

E se meno del prossimo posso adattarmi
alle forme bislacche della produzione
di ricchezza e piacere – posso allora adagiarmi
nelle lente corsie della rivoluzione

Si bestemmia e si sbotta, sul pedale pestando
si rimpiange e si vuol una vita diretta
ma la fonda saggezza che si va conquistando
ne raddrizza visione scorretta

Quel che doveva essere, un giorno sarà
se Te stesso (il dovere) non molli:
la catena della necessità
pone che ogni tassello s'incolli

si separi tutto ciò che è diverso
quando è giunto il suo tempo propizio
se lo anticipi, all'ultimo verso
fine tu non vedrai, ma un inizio.


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