Cos'esce
dalla nuvola dei saggi
quest'oggi
– la coscienza dolceamara
di
non poter guidare queste greggi
fiducia
in loro è nulla, e rende chiara
l'indole
mia avulsa al capobranco
impersonar
ed essere plurale
il
mondo mio al loro mescolando
quando
sono la fonte di ogni male
verdi
membrane ed acque e vasti spazi
separino
il poeta ragazzino
che
scorra lui tra d'essi - dagli strazi
imposti
da ogni bieco suo aguzzino.
Rimpianto
e dubbio ancor di quel balcone
mi
abitan – ch'io possa camminare
sul
palco della storia da istrione
ed
improbi concetti realizzare
ma
ciò che crea disagio – già in partenza
sbaglia,
ed è la natura che ti avvisa
prospetta
il tuo naufragio e con prudenza
incaglia
la tua ancora alla riva.
La
fase eroica di ogni esistenza
insegue
e insegna la divinità
esser
qualcosa che giammai si sforza
di
combaciare al cuore la realtà
Natura
è crudele solamente
con
chi ancora ignora le sue leggi
vuole
forzarle, ed il dolor che sente
è
fulgido lampione dei ponteggi
che
ducono alla forma ottimale
tra
lande rigogliose ed offerenti
all'uomo
tutto ciò che può appagare
senz'ombra
più di fiati sofferenti.
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