Psicologia
sempliciotta e superficiale
di chi non
è sprofondato
nelle
intricate faglie del mondo
E
non sapete che io voglio
vedere
le stimmate del dolore assoluto
che
sempre provai - sul vostro
volto
mediocre e immondo
L'amore
e l'odio – inappagabili
si
mescolano nel calderone infernale
E
non basteranno i millenni
per
scioglierne il viluppo
Il
Male non è stato teorico e fantasioso
e
voi volete che il Bene sia soltanto tale?
Quando
parlo con qualcuno
cerco
uno specchio per i miei monologhi
nessuno
infatti sa di cosa sto parlando
ed
io so, io so, io so ma non posso
risolvere.
Mancano elementi esterni
o
potenza inaudita. Mi voglio illudere
di
essere compreso, o che altri abbia soluzioni
quando
non sa, non sa, non sa. E ferisce e complica.
Ma
in mancanza dei cavalli, anche gli asini trottano.
Il
passato e il futuro sono presenti, non solo il presente lo è.
Tutti
e tre i tempi durano quanto la nostra vita.
La
ferita non curata dorrà sempre, sol che il pensier ci si imbatta,
e
sarà debolezza inconscia, se non ti ci dedichi alacre,
o
fino a che sorte non ti dia in mano la terapia:
che
si chiama compresione, amore, vendetta
compensazione,
vittoria, verità.
Se
la ferita è sepolta e fossilizzata, occorrerà
discoprire
i sepolcri, dissodando la terra.
Cosa
volete raccontarmi? È tutto ancora qui.
La
vita è qualcosa che pretende franchezza,
durezza
e coraggio estremi: non illusione,
buonismo
o semplicismo. Bisogna
plasmare
la realtà, spianare ogni pungolo,
acquisire
ogni nozione. La vita ci semina:
e
chi tardi arriva male alloggia.
Mangia
il fango e la pioggia. Le sconfitte storiche
pesano
basilarmente sulla nostra esistenza e bisogna
riscattarle:
non ci sono scuse. Non importa quanto siano lontane,
sono
solo più difficili da raggiungere. Perciò cura l'intorno,
l'immediato
e godilo, se ci riesci: ma prepara le tue sonde
e
i tuoi attrezzi d'archeologo: o non sarai mai libero.
E questi ricercati cavalli / figli del tuo amore odio / da dove verrebbero? Chi dunque se non Tu solo? ...
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