Un'altra linea di panettoni
ci attende sadica all'orizzonte
sono migliaia, sono milioni
e arriveranno, poi, le colombe
Tutte agghindate di dolcezza e pace
ma sono il tragico della nostra vita
sono il superfluo che l'uomo audace
sa ricondurre a chi l'ha studiata
Si per fiaccarci e renderci inermi
e rassegnati, pallidi automi
ciechi e ritorti come dei vermi
oblianti, infine, i nostri nomi
Quello che siamo viene dissolto
e i terapeuti reggono il gioco:
"scorda il passato, resisti molto,
e non opporti al perverso moto".
Usi i tuoi carmi come pugnette
piccoli orgasmi autoindotti
vita in ritardo sulle lancette
cerca senz'altro deviati sbocchi
Ma quella fugge, or più lontano
già che ingannevoli son i suoi mezzi
segue un destino che sembra inumano
e per cambiarlo, non vedo attrezzi
Stanco di non-soluzioni lente
sconfitte storiche dimenticando
pensi a incursioni violente
poi, tristemente, ritorna il senno
Se tu ti leghi a dieci persone
nove, peraltro, son traditrici
sembra non possa vincere il bene
e solo mentano i buoni auspici
Ognuno la vede a modo suo
sente le proprie priorità
e quando è sistemato lui
perisca pure l'umanità
Se smetti di lottare, sei morto
ed anche questo lo senti ingiusto
non sembra fine un disiato porto
e lascia identico questo posto
Dietro la prima porta una tigre
e dietro la seconda un leone
le nostre menti non siano pigre
cerchino terza una soluzione...
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