Istante di forza riaccende
il cammino
filosofico – e le intuizioni fulgenti
nuova è la fede nel vecchio destino
ma al primo angolo, siam vecchi gementi
Vita invissuta ci rinfaccia
il libro
l’accende perfida nel nostro cuore
secca o stagnante, nell’intorno scabro
e sotto ogni pagina essa rimuore
Diventi sapiente e la mente
respira
s’irrobustisce in compenso
ma le mie membra non spande e non stira
non vivo di ciò che penso
Poi l’impossibile si staglia
innanzi
di nuovo sul piano conoscitivo
e qui bisogna che il vortice scansi
della cultura il tratto eccessivo
Volevi imporre la sobrietà
ben li ammonisti di questo problema
che il troppo stroppia la civiltà
le pone carichi sulla schiena
Però la cernita deve
iniziare
e sembra non possa farla tu
solo la strada potesti indicare
squadroni alacri faranno di più
Ben dal tuo spirito tutti
animati
forse qui esiste una terza via
tra l’esser travolti dal tutto, e schiacciati
o disfarsi del tutto con nostalgia
Quando davvero hai fatto
sol tutto quel che potevi
senza perir – puoi esser soddisfatto
quieto rivolgerti a cose più lievi
Filosofo stenta a capire sé
stesso
Ei si contempla da ascendenti altipiani
Che raggiunge, nei triboli che si porta appresso
Come già posson capirlo gli umani?
Per quanto ho capito,
sottovalutai
l’epoca storica in cui mi ritrovo
con sforzo epico risollevai
antico spirito che qui non ha covo
Ma dee irrobustirsi e
prendere fiato
aver allora coscienza di sé
in un torrente vedersi specchiato
pronto ad andar più lontan di sé
E forse l’Arte ancor
sopravvaluta
il suo esser figlia della Libertà
affoga nel caos senza una bussola
e non approda alla sua voluttà
Moriamo alla cerca di idee
perfette
prima che siano perfezionate
saranno causa di sangue e sconfitte
di nuove armi spianate
Ma a quanto pare avanza la Storia
soltanto in questo modo
nuovi concetti nell’aria
però non giungono al disiato approdo
Forse a sto giro si capirà
necessità della Torre d’Avorio
sarà investita una nobiltà
di questo ufficio prioritario
Io sono perso nelle mie
strade
ecco, se posso, ne indico altre
ancora temo quel che mi accade
ma so guardare oltre…
filosofico – e le intuizioni fulgenti
nuova è la fede nel vecchio destino
ma al primo angolo, siam vecchi gementi
l’accende perfida nel nostro cuore
secca o stagnante, nell’intorno scabro
e sotto ogni pagina essa rimuore
s’irrobustisce in compenso
ma le mie membra non spande e non stira
non vivo di ciò che penso
di nuovo sul piano conoscitivo
e qui bisogna che il vortice scansi
della cultura il tratto eccessivo
ben li ammonisti di questo problema
che il troppo stroppia la civiltà
le pone carichi sulla schiena
e sembra non possa farla tu
solo la strada potesti indicare
squadroni alacri faranno di più
forse qui esiste una terza via
tra l’esser travolti dal tutto, e schiacciati
o disfarsi del tutto con nostalgia
sol tutto quel che potevi
senza perir – puoi esser soddisfatto
quieto rivolgerti a cose più lievi
Ei si contempla da ascendenti altipiani
Che raggiunge, nei triboli che si porta appresso
Come già posson capirlo gli umani?
l’epoca storica in cui mi ritrovo
con sforzo epico risollevai
antico spirito che qui non ha covo
aver allora coscienza di sé
in un torrente vedersi specchiato
pronto ad andar più lontan di sé
il suo esser figlia della Libertà
affoga nel caos senza una bussola
e non approda alla sua voluttà
prima che siano perfezionate
saranno causa di sangue e sconfitte
di nuove armi spianate
soltanto in questo modo
nuovi concetti nell’aria
però non giungono al disiato approdo
necessità della Torre d’Avorio
sarà investita una nobiltà
di questo ufficio prioritario
ecco, se posso, ne indico altre
ancora temo quel che mi accade
ma so guardare oltre…
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