E mastico l’ennesima
illusione
tra i denti, dolceamara di tormento
e speranza – e già la sputo nel cantone
successo non può aver il mio cimento
presso color che odio – e si
confermano
estranei a tutto ciò ch’è stato mio
il bene lo distruggono o lo internano
ragioni cadon morte nell’oblio.
Finita avevo la
sopportazione
dell’umide angherie del sottobosco
sentivo di lanciarmi nell’azione
guardando il mondo dritto ed anche fosco
approfittando di questa
tensione
così internazionale, e i temi caldi
la sensibilità delle persone
riaccesa e ravvisata negli sguardi
Dapprima, questo è vero solo
in parte
ché ognuno si fa allegro i cazzi suoi
e poi rimangon dalla stessa parte
i più: non è che voglian gli aristoi…
Vai tu dal lor, anco
ringalluzzito
a dir che devi toglier dei diritti
già per il loro bene, e per l’attrito
togliere dai sociali meccanismi…
…digli poi che lo fai dacché,
Plebei
han dimostrato di non meritare
quelli - e reggendo il gioco dei Giudei
i nobili han potuto bistrattare!
Questo discorso sfonda porte
aperte
se fatto alla sparuta minoranza
suddetta – la spietata controparte
ti appende con livore e noncuranza!
E ancor ti rendi conto di
non voler giovare
al mondo miserabile – manco se fossi il capo
e solo i migliori già, selezionare
con gli altri sol sarebbe immane spreco
Ma tal vision ti fa ben
disperare…
Cosa farai adesso e per la vita
Restante? Ti farai pestare
nel tin dell’ingiustizia più ruspante?
Vuoi resistere ancor nella penombra
limando ed accrescendo ciò che hai scritto?
Godendo mai, se non per la tua sonda
che penetra la vita in modo netto?
E forse qui ora ti costringe
il fato
a prender questa strada, necessaria
a far grande il pensiero e più l’afflato
e possa tutto un dì saltar in aria!
Oppure ci stan già pensando
altri
ignari alleati per il mondo
che faran guerra e allor, saran le armi
a ben tagliare il nodo più profondo
ci penseran le bombe a
convertirli
a farne buona pappa per i pesci
prova, costoro, a considerarli
se tu nel vecchio modo non ne esci…
tra i denti, dolceamara di tormento
e speranza – e già la sputo nel cantone
successo non può aver il mio cimento
estranei a tutto ciò ch’è stato mio
il bene lo distruggono o lo internano
ragioni cadon morte nell’oblio.
dell’umide angherie del sottobosco
sentivo di lanciarmi nell’azione
guardando il mondo dritto ed anche fosco
così internazionale, e i temi caldi
la sensibilità delle persone
riaccesa e ravvisata negli sguardi
ché ognuno si fa allegro i cazzi suoi
e poi rimangon dalla stessa parte
i più: non è che voglian gli aristoi…
a dir che devi toglier dei diritti
già per il loro bene, e per l’attrito
togliere dai sociali meccanismi…
han dimostrato di non meritare
quelli - e reggendo il gioco dei Giudei
i nobili han potuto bistrattare!
se fatto alla sparuta minoranza
suddetta – la spietata controparte
ti appende con livore e noncuranza!
al mondo miserabile – manco se fossi il capo
e solo i migliori già, selezionare
con gli altri sol sarebbe immane spreco
Cosa farai adesso e per la vita
Restante? Ti farai pestare
nel tin dell’ingiustizia più ruspante?
limando ed accrescendo ciò che hai scritto?
Godendo mai, se non per la tua sonda
che penetra la vita in modo netto?
a prender questa strada, necessaria
a far grande il pensiero e più l’afflato
e possa tutto un dì saltar in aria!
ignari alleati per il mondo
che faran guerra e allor, saran le armi
a ben tagliare il nodo più profondo
a farne buona pappa per i pesci
prova, costoro, a considerarli
se tu nel vecchio modo non ne esci…
Nessun commento:
Posta un commento