L'inverno cinge il mio dover ingiusto
spegnendo volontà anche per le cose
che devo far per il vero me stesso
ripiego sulle poesie curiose
di qual struttura abbia questo impero
dell'ingiustizia - che troneggia intorno
a me, sinché non strido e poi dispero
di vincerlo e dissolverlo, un giorno
E vecchi immondi chiacchieran del nulla
nel luogo che rifugio alla mia penna
aveva dato - e rabbia non favella
ma nel pensier li elimina e li scanna
Ma sul castello devo concentrarmi
di cui ogni disturbo, inver, fa parte
tra le sue spine ingrate insinuarmi
dando un colpo alla vita ed uno all'arte
Bieca sventura provien da lontano
dall'alto di chi atavico s'impose
e muove tutto la sua losca mano
ponendo ad ogni vita la sua base
Da qui ogni subumano tiene il destro
per dare sfogo alla sua bassezza
ed infierir sull'uomo grande e onesto
ragiona sul veleno che l'impesta
Ma questo ragionar trova la strada
ed anzi, mappa tutto il territorio
che ci insidia e raramente aggrada
raggiunge alto e quieto osservatorio
Coglie la connession tra i mali arcani
risorge la speranza che, un tempo
avrai sapienza di tutti i profani
che senza indugio scaccerai dal tempio
Vuoi vivere il bene congiuntivo
a spizzichi tu puoi - ma la battaglia
per dominar, resta un imperativo
il male intorno a noi tutto si staglia
ad impedire, odiare il godimento
che all'anime migliori spetta tutto
realizzazione all'alto tuo cimento
prevede vita scabra e grande lutto
E dubbi estremi lacerano il cuore
sul tuo valor, e gravano apparenze
l'orgoglio che risorge e poi rimuore
bloccato d'incolpevoli impotenze
Affina strategia e sii sempre accorto
contano i risultati e non c'è scusa
per chi giace sconfitto oppure morto
se ignora gli strumenti o non li usa
Ritornerà il passato al tempo giusto
devi sanarlo, ma per altre vie
non limitarti in uno spazio angusto
e componi stornelli, e sinfonie
Spaventa il tempo d'esser troppo poco
non ho rivalsa in versi a questo tarlo
sappia soltanto che mi tengo in moto
potrei anche riuscire a seminarlo...
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