A ribellarti stai contro il disagio
eterno di chi vivere non può
come vorrebbe - e il lugubre presagio
che dalla morsa mai non uscirò
Strade si chiudono, altre sono aperte
ma provocano nausea da lontano
e nella tua le rene son deserte
per un viaggio infinito e disumano
Di cui mancano i viveri, peraltro
e morte non accetti mai del tutto
delle pulsioni - e vivere in ritardo
par meglio che non vivere affatto
Ma il tempo presto casserà il problema
assieme a lei che vige imperterrita
Diversità - che impone un solo tema
tragico allo spartito della vita
Invidi chi è qualcuno - e muore meno
tutto sommato, è colmo d'alti e bassi
o chi non è nessuno e sta sul treno
godendo dei suoi piccoli possessi
Ma altri non si può esser da sé
devi dar sbocco al tuo mazzo di carte
che sembra ormai impossibile perché
ti sei fottuto a regola d'arte
Passato t'incapretta impietoso
dall'altro lato la stupidità
non può comprender quanto maestoso
fosse il tuo sguardo sulla realtà
E tutto sottosopra è giudicato
oggi come allora e già domani
tutto viene distrutto ed umiliato
ciò che dall'alto venne ai subumani
A ripiegar sul piccolo ci provi
ma esso è regolato da costoro
ti uccide - ed il bello che ci scovi
è a quest'inferno flebile ristoro
Troncar la strada e insorgere improvvisi
l'hai visto mille volte: è suicidario
non puoi rappresentar che pochi visi
perduti come il tuo nel circondario
Poter ricattuale non possiedi
già che nessun dipende dai tuoi canti
lo scomodo sgabello su cui siedi
è forse condiviso? Si, da quanti?
La vera soluzione è sì lontana
o sai che non esiste: è un elitario
gruppo di menti elette in quarantena
dal mondo gretto, bieco e più falsario
Il tempo terrorizza e rasserena
che tutto finirà naturalmente
un giorno ci sarà un'ultima scena
combatti e attendila pazientemente.