Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

domenica 31 gennaio 2016

Il punto della situazione



Il Pessimismo è perdente
L'Ottimismo non detiene il problema
Lo Stoicismo va bene sino a che non esaurisci le forze,
e il Nihil admirari non ti esime dal subire i colpi della cinica vita.
Il Cinismo, parliamone più da moderni, è una buona autodifesa che fa torto alla nostra reale sensibilità e non ci affranca dalle conseguenti ambizioni, passioni, desideri e valori
L'Amor fati non felicita infine gli eroi che gli tributano fede
L'Esistenzialismo è un romanticismo post-moderno, una estetizzazione avventurosa, contorta,
altresì una interpretazione sforzata o congetturale del mal di vivere, che non riesce a curare
Il Nichilismo trascura il fatto che noi continuiamo ad essere qualcosa
L'Estetismo trascura il fatto che non siamo al cinema, e che spesso anche il cinema è brutto
Il Misticismo, che sia di stampo ascetico o superomistico, porta all'autodistruzione
La Fede in Dio ti lascia abbandonato ed imbelle, in cieca balìa dei tuoi problemi
Il Surrealismo presenta un regno interiore che, come ci mostrano i pittori, non è meno angosciante del mondo reale e invero ne trasmette gli elementi psichici
Il Realismo si pone dinanzi a un mondo angosciante, senza gli strumenti per placarlo
Il Pacifismo è una bugia che un uomo intelligente non riesce a raccontarsi
Il Bellicismo presuppone una forza che non abbiamo
L'Edonismo, se non libera l'uomo delle proprie spine fondamentali e non ne riscatta l'orgoglio,
è solo una catena di palliativi che possono anche degenerare in vizi
Il Consumismo non considera che anche l'uomo si consuma, e che il sistema non produce per il tuo bene. Il Conformismo presuppone che già si sia conformi alla massa.


...serve una nuova filosofia.  

giovedì 28 gennaio 2016

Contro le confutazioni


Quando si inserisce nella propria riflessione il pensiero di un altro, salvo rare e sempre motivate eccezioni, la si guasta e indebolisce. "Confutare" significa preminentemente questo, sebbene il processo possa avere come intento e come esito finale l'affermazione battagliera della propria tesi.
Tuttavia, esiste anche l'esposizione della stessa, come la trama di un film che deve essere coerente – e piacevole ad ogni scena – per imprimere infine il suo messaggio nell'animo dello spettatore con la massima forza e dunque in maniera durevole. Anche un'argomentazione risulta quindi più forte qualora sia uniforme ed appartenga – formalmente, in quanto sostanzialmente – ad un solo autore.
Per "confutare una tesi" io devo dar sulla voce a ciò che sta dicendo un altro, affermando che è partito con un passo falso o che ha compiuto un'operazione illecita; se poi mi apro al dialogo, devo parimenti consentire a lui di intromettersi laddove stia parlando io, con analoghe obbiezioni. Francamente è come se un pittore dovesse, anziché disporre di una tela vergine tutta per lui, eseguire il suo dipinto correggendo col proprio pennello le macchie di colore di un dipinto sottostante, ottenendo un pastone indigesto che mai riesce, anche sovrapponendosi totalmente, a togliere di mezzo il sensibile residuo del dispregiato pittore avversario. Voler confutare un'argomentazione equivale a cantare la propria melodia sopra quella di un altro, o scriverla su una partitura cancellando con la penna le note del compositore avversario e ricoprendo il foglio di commenti, di modo che un musicista che si trovasse per caso fra le mani quello spartito, e fosse interessato a suonarlo, faticasse a districare la vista in mezzo a quel pantano d'inchiostri. Allo stesso modo, è come se un insegnante di discipline ginniche correggesse le movenze scorrette dell'allievo ad ogni passo, anziché mostrargli un esempio chiaro ed integro di come si esegue un movimento, affinché l'allievo possa sentirsene illuminato ed imitarlo. La saggezza sta allora nel comporre le proprie opere autonomamente senza comprometterle con opinioni che riteniamo scadenti e non affini, e lasciare adesso che sia il buon gusto del lettore a scegliere quella migliore. La miglior confutazione è la sostituzione. La miglior predica è l'esempio. Si criticano i brutti essendo più belli. Si denuncia la debolezza sconfiggendola. Si nega il falso direttamente affermando il vero - e raccogliendone maggior attrattiva, plauso, seguito, applicazione.  

martedì 26 gennaio 2016

La quiete dentro la tempesta



La superficialità crea ferite profonde
la profondità riesce a creare solo ferite superficiali

la battaglia impari può essere vinta solo sbattendo
o facendo scivolare il nemico in posizione subalterna: da essa non ferisce
e noi operiamo in scioltezza, d'imperio.

nel frattempo
si devono tenere posizioni impossibili,
dopo un disastro la vita assume la forma di resistenza strenua per evitare
l'invasione eradicante del nemico e la menzogna assoluta, salvare il nocciolo
ed imprimere un colpo fondamentale, garanzia di futuro

non ci sarà più niente di normale
perché non c'era fin dall'inizio
e la normalità per noi è disciplina normativa
non è ancora tempo - dunque
per essere normali
quando saremo norma
il nemico non lo sarà mai più

convoglierò i miei caratteri acquisiti nei miei discendenti
sommandoli alla base innata saranno invincibili

non è onorevole disdegnare
soddisfazioni spurie ed incomplete
lungo attardate, spiacevoli
ciò che è parziale è temporaneo
& il tempo si dissolve nel tempo

pensa all'eterno

sei succube dell'inferiore, del povero, dell'arretrato,
del malvagio, dell'empio, del molesto
di chi non ha accettato la sfida
smetti di considerarlo, stanne fuori

bisogna guardarsi dall'eccesso di sentimento
e se non si è coriacei bisogna isolarsi
ci sono livelli di illusione fatali
non pretendere di bruciare tutte le illusioni insieme
ma abbattine quante riesci
la saggezza odierna, figlia di quella originaria è sufficiente
a non intrappolarsi senza ritorno
se ancora ghigna il domani
forse non ride bene e di certo non ride ultimo
per gradi si arriva
a ciò che non conosce grado

l'Oggettività

domenica 24 gennaio 2016

Adesso basta



belvedere notturno
borgo collinare
vedo le luci
per sostenere queste pseudo-stelle
ci vuole una muraglia interiore
non superficie frastagliata
e lacera di nervi e tessuti

hai chiamato a raccolta
eroi d'ogni tempo, per l'impossibile
ma essi sono lontani e fuggevoli

non c'è buon viso che possa contrapporsi
a simil cattivo gioco
ma forse io ignoro
ignoro

che lo scenario a volte stinge da solo
e muta e tutto trasvaluta
che avevi costruito e non solo percepito
un incubo universale
inoltre l'essere umano contiene espedienti
di salvezza che si innescano da soli quando
tutto crolla ed eccede
e ci sono rispetti improvvisi
da ciò che era stato altrove spietato
ed esecrando aratro
travolgente
gretto sulla sua terra gentile

ci sarà tempo per odiare
adesso prendi la piccola forza
guarda come si rimette in sesto
rapida quando riprendi a camminare
rettamente

ineccepibili imprese
sono ineccepibilmente pretenziose
e non stupirti allora
se devi essere ineccepibile
e se ineccepibilmente esse devastano
chi non riesce ad esserlo
considera il danno residuo in te
come ineccepibile prezzo
dei risultati raggiunti
questo devi fare
il risultato
troverà grandi medicine
nel bottino di guerra

non sai tu che molto può essere evitato?
Non sai che molto si deve evitare?
Non sai che gli eccessi di protagonismo
ti rendono il tuo antagonista?
Ignora anche gli eccessi di vecchie poesie
ignora prospetticamente i difetti
allora erano pregi
quell'uomo non sei più tu ma
ci sei dovuto passare

non sai che si cambiano le canzoni e
non le si canta più come una volta?
Non sai che la vita trasceglie in maniera automatica?
E che il pubblico fa lo stesso

e lo sai quanti carri hanno sopravanzato i buoi per miglia?

e lo sai che accanto ad Axl c'erano anche Slash e Izzy e Duff e Steven...
e dietro ognuno di loro una vita di elementi collaboranti?
Non sai quanta tradizione hai lasciato negletta
e fonti di energia positiva

c'è stato un eccesso di basi inaffidabili
vi hai contrapposto gelida e fiera autonomia
esplorativa e reggitrice
ma ora ci si può fermare con le proprie acquisizioni in pugno
e lasciar che si concilino con quanto è stato fatto altrove
non chiederti nemmeno cosa fare
con gli inconcilianti
lascia fare all'istinto, alla Natura...

e siamo stati un milione di alieni
innati ed acquisiti
come possiamo mostrarci familiari?
come può esservi sicurezza?

Vogliamo alienarci a noi stessi
emanciparci dallo stato di alienazione
vogliamo colonizzare attecchire cambiare questo mondo
vogliamo assolutizzare la nostra alienità

vogliamo camminare e sederci in riva al fosso
vogliamo cantare senza angoscia
combattere senza soffrire
pensare senza sentire
scrivere da altre posizioni
vogliamo dimenticare e veder la vita scorrere
ingubbiarci d'esperienza, di buona materia
essenzializzare il pensiero
fare tanti progressi
ben percepibili
guadagnare
segnare
sapere tanto e volere poco
avere tanta forza ed obiettivi più modesti
avere meno nemici e più onore
avere le scorze
o essere lontano
dove le cose non ci toccano
anche noi saremo solari quando
conosceremo il sole...

Basta, adesso basta.  

giovedì 21 gennaio 2016

Di pensiero e d'imperio



Cerchi un tribunale
per solitudine?
Un confronto
per affetto?
Una norma
per congedo?

Devi stare sulla soglia
e incedere tranquillo, fermo, rassegnato
lasciar cadere le borse e tutto ciò che non puoi salvare
e parlare col tono strettamente necessario

quelli che hai contro sono tutte mammolette
con un mondo sotto i piedi e l'angustia che li protegge
mentre eri lì dentro hai cambiato gioco
questo ti squarta ed espone
ma inserisce elementi nuovi
pescati da quel mondo più ampio
e muta la sostanza e la forma delle partite

confronti?
le partite sono sempre bifronti
qui vantaggio è svantaggio
lì svantaggio è vantaggio

a volte il nulla è un vanto
ma non vantarti - per nulla

ci sono ancora tante passerelle riflessive
da attraversare
ci sono azioni cui partecipare e altre da declinare
nel tormento del dubbio o nell'illuminazione

quando un filosofo passa alla storia
è perché c'è una storia dentro i suoi concetti
quando un condottiero non passa alla storia
è perché non c'è abbastanza filosofia nei suoi atti

a volte sembriamo dire che è successa ogni cosa
la linea vincente è quella che coglie il giusto mezzo
tra rispetto e disprezzo della storia
impara dal cinema

quando si tratta di bilanci l'Oriente soccorre l'Occidente
e l'Occidente l'Oriente

a volte la soluzione arriva dall'altra parte del mondo

ma la conoscenza senza arte/militare è infida
trascegli lotta diffida
c'è tanto veleno
paralizzante

guarda un oggetto
se non è arte, scordalo

prendi un oggetto
se non è arma, posalo

ricorda che anche la massa è in grado di stupire
e di essere straordinaria
il numero cambia tutto

esiste una percezione collettiva
che sa rendere giustizia
alle cose e agli uomini

la grandezza di ognuno è data dalla somma degli influssi
che ha avuto

quando lo si nomina, non si può non sentire tale grandezza
anche se ammortizzata dalla nostra distanza

chi accetta di essere piccolo diventa più grande
chi non accetta di essere grande diventa più piccolo

chi intromette il prossimo nella propria riflessione
la corrompe e la indebolisce

difendi la tua libertà di pensiero

e decidi tu quando è il momento
di smettere di pensare.




venerdì 15 gennaio 2016

Non dire mai



Sospetteresti che dietro le quinte
di questa storia, c'è il regno degli Elfi -
se scandagliassi le stanze mai tinte
da uomini spenti, vetrosi, rigonfi?

Inesorabile il difetto umano
innato o acquisito si paga lo stesso
bieca e funesta la scia del gabbiano
per nuove invenzioni incede il tuo passo

stattene ritto sul ciglio
muoviti con il malloppo
d'inesplicato groviglio
non dire mai "questo è troppo"

col tempo – sai – solidifica il petto
ebbro di romanticismo
spegne la sbornia senza diletto
un imperioso cinismo

avanzerai come palla di fuoco
travolgeranno i tuoi venti la via
tu e il vecchio mondo: il gatto ed il topo
"scambio di ruoli", han detto in regia

stai inventandoti una nullità
da sempiterna abbondanza
scuro t'inganni sulla realtà
la sua ridicola danza

non ponderar quel che hai
pondera quello che pensi
quello che vivi, che senti, che fai
è garanzia d'universi

la vita è come geometrico enigma
sente qui un vicolo cieco e s'attrista
quando a Narciso, a dissolver lo stigma
basta mutare il punto di vista

se muta con le stagioni - lo sai
stesso paesaggio tremendo
nei porti e nelle stazioni trovai
gli assi che lo stan vincendo.  



Amor fati



Viva il rancore
onore all'invidia
lusinghe alla paura
baci al dolore
fiori all'ingiustizia
benedetti l'interesse
e il disinteresse
la stanchezza, il dubbio,
il tradimento e la meschinità
sante l'illusione, la grettezza
l'ingenuità
belli i falsi buoni
e i falsi cattivi
siano venerati l'errore
e la discrasia
l'imprevisto e la morte...
senza di essi non vi sarebbe arte
e la vita sarebbe troppo facile

per essere interessante



Macbeth



Shakespeare era un genio
e come tale era necessitato a parlare,
ed esso spandeva in un mondo
non poetico, facendo parlare come lui gretti ominidi
e sguattere, sicché ogni lembo di Scozia
partecipasse del rito, e sempre gli eroi
agiscono in guisa allegorica come per altri mondi...
ma le scorie deboli dell'uomo
l'arte non restituisce, per timore

d'esserne mortalmente tradita.  

Io non voglio finire




L'invidia e la paura
hanno assunto
vesti metafisiche
collettive & allegoriche

per non farsi riconoscere

mi chiedo quanto a lungo
potranno vincere

per il momento
invidio chi non ha paura
e forse temo chi non ha invidia

era in qualche modo necessario
guastare di squallida follia i miei scritti

ma credo che non abbiamo ancora toccato
gli apogei della crudeltà

anche quel grande doveva
essermi nemico
perché forse così grande non era
si è sentito rappiccinire

non deve importare

anche nella fazione sottomessa
possono far sbigottire
la competizione
l'arrivismo
il paraculismo
l'incapacità di comprendere
la crudeltà

Io credo di non conoscere
ancora davvero
la Storia e l'Uomo

quanta bieca soggettività
che non sa cogliere l'oggetto
e dunque non si giustifica

ma la vita è imperiosa
e bisogna essere
arrivisti

se si vuol essere ricordati
e se si vuol godere
oltre un certo tanto
chi non gode
non può andare avanti
prenditi qualcosa e snobba
le critiche, trasvaluta,
contrattacca,
sii leggero e azzanna

prediti quello che vuoi
con tutta la scaltrezza
del mondo
la freddezza
la convinzione
che gli altri ti vogliono soltanto
piccolo e mortificato
che non sanno chi sei e non gli importa
basta che tu non sia più di loro
gli altri non perdono tempo a capirti
troppa fatica e intelligenza
semplicemente
ti impongono la loro personalità
i loro valori, ovvero
i servigi a loro stessi
sappi che
se non sei come loro
questi "valori" ti ammazzano
il loro valore è la tua morte
la tua fine

e per la cronaca
IO NON VOGLIO FINIRE






domenica 3 gennaio 2016

Genetica letteraria



Se tu scrivi quando hai fame, produrrai un pensiero affamato, di qualsiasi cosa tu stia parlando, e il lettore percepirà la tua fame, che dovrebbe essere prioritariamente saziata e ora cerca di esserlo parzialmente tramite azioni verbali. Se scrivi quando hai caldo, il lettore se ne accorgerà e ti dirà: accendi l'aria condizionata, aspetta dieci minuti, poi mettiti a parlare di politica o di teatro sintetico. Se scrivi nella rabbia, nella delusione, nel trauma, nell'oppressione, ebbro di vittoria, fiero di te stesso, imbarazzato, fiacco, energico, annoiato, avvivato, irritato, disteso, intimorito, sicuro... la tua condizione d'animo generale darà un'impronta genetica a tutto ciò che scrivi, quale che sia l'argomento. Ciò che hai scritto in un determinato stato d'animo piacerà pienamente soltanto a chi sia nel tuo stesso stato d'animo e possieda la tua stessa intelligenza: sicché la vostra lettura coincida a un tempo per punto di vista e capacità di analisi. L'analista ideale sarebbe sempre l'uomo più intelligente: dacché lo stupido, l'uomo dotato di una sensibilità difettiva, vanificherà con essa qualsiasi punto di vista, anche il migliore, che la sorte gli abbia concesso. Tuttavia una persona gretta preferirà sempre una analisi rozza a quella più raffinata, sicché il nostro analista ideale è sempre un nostro pari nel livello intellettivo. Il punto di vista ideale sarebbe quello specifico dal quale un lato del problema è illuminato alla perfezione e ben percepibile, ed è composto dalla sovrapposizione di elementi esterni (impressionismo) ed elementi interni (espressionismo) vale a dire il nostro stato d'animo in tutta la sua precisa complessità. I punti di vista sono innumerevoli e le personalità, anche. La personalità non te la puoi scegliere: è quella che la natura ti ha donato alla nascita. E il punto di vista non ce lo si può, analogamente, scegliere: è il corso necessario della nostra vita a determinarlo. Ma è quest'ultimo che a volte lascia spazio a considerazioni sagge che ci permettono di declinare strade infauste: come l'incaponirsi a scrivere in condizioni non adatte al tipo di impresa letteraria che ci siamo prefissi, perché l'opera risulterebbe difettiva negli elementi esterni percepiti oppure viziata dall'emotività contingente nell'espressione di essi, quella che è da eliminare in tronco se si vuol essere puri , ed è da purificare se si vuol essere pienamente faziosi, producendo testi dall'emotività specializzata, ad esempio una serie antologica denominata "fenomenologia della rabbia". Viene qui da pensare alla musica metal. Questi atti di selezione emotiva e percettiva sono contemplati nella vasta rosa dei generi musicali, via via più specializzata quando si entra nel singolo genere, nel gruppo singolo o nella sua differenziata discografia. Ad ogni modo scrivere è partorire: e vi è ereditarietà dei caratteri acquisiti, precisamente quella che consente l'evoluzione della specie. Ogni figlio risente del clima e di ogni singola contingenza nella quale viene concepito. Nell'atto della generazione si fondono caratteri innati e caratteri acquisiti: entrambi prendono corpo nel figlio, in caratteristico ibrido, qui completamente innato, e solo nella sua vita autonoma egli ne acquisirà a sua volta di nuovi.