Sospetteresti che dietro le quinte
di questa storia, c'è il regno degli
Elfi -
se scandagliassi le stanze mai tinte
da uomini spenti, vetrosi, rigonfi?
Inesorabile il difetto umano
innato o acquisito si paga lo stesso
bieca e funesta la scia del gabbiano
per nuove invenzioni incede il tuo
passo
stattene ritto sul ciglio
muoviti con il malloppo
d'inesplicato groviglio
non dire mai "questo è troppo"
col tempo – sai – solidifica il
petto
ebbro di romanticismo
spegne la sbornia senza diletto
un imperioso cinismo
avanzerai come palla di fuoco
travolgeranno i tuoi venti la via
tu e il vecchio mondo: il gatto ed il
topo
"scambio di ruoli", han detto
in regia
stai inventandoti una nullità
da sempiterna abbondanza
scuro t'inganni sulla realtà
la sua ridicola danza
non ponderar quel che hai
pondera quello che pensi
quello che vivi, che senti, che fai
è garanzia d'universi
la vita è come geometrico enigma
sente qui un vicolo cieco e s'attrista
quando a Narciso, a dissolver lo stigma
basta mutare il punto di vista
se muta con le stagioni - lo sai
stesso paesaggio tremendo
nei porti e nelle stazioni trovai
gli assi che lo stan vincendo.
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