Se tu scrivi quando hai fame, produrrai
un pensiero affamato, di qualsiasi cosa tu stia parlando, e il
lettore percepirà la tua fame, che dovrebbe essere prioritariamente
saziata e ora cerca di esserlo parzialmente tramite azioni verbali.
Se scrivi quando hai caldo, il lettore se ne accorgerà e ti dirà:
accendi l'aria condizionata, aspetta dieci minuti, poi mettiti a
parlare di politica o di teatro sintetico. Se scrivi nella rabbia,
nella delusione, nel trauma, nell'oppressione, ebbro di vittoria,
fiero di te stesso, imbarazzato, fiacco, energico, annoiato,
avvivato, irritato, disteso, intimorito, sicuro... la tua condizione d'animo generale
darà un'impronta genetica
a tutto ciò che scrivi, quale che sia l'argomento. Ciò
che hai scritto in un determinato stato d'animo piacerà pienamente
soltanto a chi sia nel tuo stesso stato d'animo e possieda la tua
stessa intelligenza: sicché la vostra lettura coincida a un tempo per
punto di vista e capacità di analisi. L'analista
ideale sarebbe sempre l'uomo più intelligente: dacché lo stupido,
l'uomo dotato di una sensibilità difettiva, vanificherà con essa
qualsiasi punto di vista, anche il migliore, che la sorte gli abbia
concesso. Tuttavia una persona gretta preferirà sempre una analisi
rozza a quella più raffinata, sicché il nostro analista
ideale è sempre un nostro pari nel livello intellettivo. Il
punto di vista ideale sarebbe quello specifico dal quale un lato del
problema è illuminato alla perfezione e ben percepibile, ed è
composto dalla sovrapposizione di elementi esterni (impressionismo)
ed elementi interni (espressionismo) vale a dire il nostro stato
d'animo in tutta la sua precisa complessità. I punti di vista sono
innumerevoli e le personalità, anche. La personalità non te la puoi
scegliere: è quella che la natura ti ha donato alla nascita. E il
punto di vista non ce lo si può, analogamente, scegliere: è il
corso necessario della nostra vita a determinarlo. Ma è quest'ultimo
che a volte lascia spazio a considerazioni sagge che ci permettono di
declinare strade infauste: come l'incaponirsi a scrivere in
condizioni non adatte al tipo di impresa letteraria che ci siamo
prefissi, perché l'opera risulterebbe difettiva negli elementi
esterni percepiti oppure viziata dall'emotività contingente
nell'espressione di essi, quella che è da eliminare in tronco se si
vuol essere puri , ed è da purificare se si vuol essere
pienamente faziosi, producendo testi dall'emotività
specializzata, ad esempio una serie antologica denominata
"fenomenologia della rabbia". Viene qui da pensare
alla musica metal. Questi atti di selezione emotiva e percettiva sono
contemplati nella vasta rosa dei generi musicali, via via più
specializzata quando si entra nel singolo genere, nel gruppo singolo
o nella sua differenziata discografia. Ad ogni modo scrivere è
partorire: e vi è ereditarietà dei caratteri acquisiti,
precisamente quella che consente l'evoluzione della specie.
Ogni figlio risente del clima e di ogni singola contingenza nella
quale viene concepito. Nell'atto
della generazione
si fondono caratteri
innati e caratteri acquisiti: entrambi prendono corpo
nel figlio, in caratteristico ibrido, qui completamente innato, e
solo nella sua vita autonoma egli ne acquisirà a sua volta di nuovi.
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