Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

domenica 3 gennaio 2016

Genetica letteraria



Se tu scrivi quando hai fame, produrrai un pensiero affamato, di qualsiasi cosa tu stia parlando, e il lettore percepirà la tua fame, che dovrebbe essere prioritariamente saziata e ora cerca di esserlo parzialmente tramite azioni verbali. Se scrivi quando hai caldo, il lettore se ne accorgerà e ti dirà: accendi l'aria condizionata, aspetta dieci minuti, poi mettiti a parlare di politica o di teatro sintetico. Se scrivi nella rabbia, nella delusione, nel trauma, nell'oppressione, ebbro di vittoria, fiero di te stesso, imbarazzato, fiacco, energico, annoiato, avvivato, irritato, disteso, intimorito, sicuro... la tua condizione d'animo generale darà un'impronta genetica a tutto ciò che scrivi, quale che sia l'argomento. Ciò che hai scritto in un determinato stato d'animo piacerà pienamente soltanto a chi sia nel tuo stesso stato d'animo e possieda la tua stessa intelligenza: sicché la vostra lettura coincida a un tempo per punto di vista e capacità di analisi. L'analista ideale sarebbe sempre l'uomo più intelligente: dacché lo stupido, l'uomo dotato di una sensibilità difettiva, vanificherà con essa qualsiasi punto di vista, anche il migliore, che la sorte gli abbia concesso. Tuttavia una persona gretta preferirà sempre una analisi rozza a quella più raffinata, sicché il nostro analista ideale è sempre un nostro pari nel livello intellettivo. Il punto di vista ideale sarebbe quello specifico dal quale un lato del problema è illuminato alla perfezione e ben percepibile, ed è composto dalla sovrapposizione di elementi esterni (impressionismo) ed elementi interni (espressionismo) vale a dire il nostro stato d'animo in tutta la sua precisa complessità. I punti di vista sono innumerevoli e le personalità, anche. La personalità non te la puoi scegliere: è quella che la natura ti ha donato alla nascita. E il punto di vista non ce lo si può, analogamente, scegliere: è il corso necessario della nostra vita a determinarlo. Ma è quest'ultimo che a volte lascia spazio a considerazioni sagge che ci permettono di declinare strade infauste: come l'incaponirsi a scrivere in condizioni non adatte al tipo di impresa letteraria che ci siamo prefissi, perché l'opera risulterebbe difettiva negli elementi esterni percepiti oppure viziata dall'emotività contingente nell'espressione di essi, quella che è da eliminare in tronco se si vuol essere puri , ed è da purificare se si vuol essere pienamente faziosi, producendo testi dall'emotività specializzata, ad esempio una serie antologica denominata "fenomenologia della rabbia". Viene qui da pensare alla musica metal. Questi atti di selezione emotiva e percettiva sono contemplati nella vasta rosa dei generi musicali, via via più specializzata quando si entra nel singolo genere, nel gruppo singolo o nella sua differenziata discografia. Ad ogni modo scrivere è partorire: e vi è ereditarietà dei caratteri acquisiti, precisamente quella che consente l'evoluzione della specie. Ogni figlio risente del clima e di ogni singola contingenza nella quale viene concepito. Nell'atto della generazione si fondono caratteri innati e caratteri acquisiti: entrambi prendono corpo nel figlio, in caratteristico ibrido, qui completamente innato, e solo nella sua vita autonoma egli ne acquisirà a sua volta di nuovi.  

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