Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

giovedì 28 gennaio 2016

Contro le confutazioni


Quando si inserisce nella propria riflessione il pensiero di un altro, salvo rare e sempre motivate eccezioni, la si guasta e indebolisce. "Confutare" significa preminentemente questo, sebbene il processo possa avere come intento e come esito finale l'affermazione battagliera della propria tesi.
Tuttavia, esiste anche l'esposizione della stessa, come la trama di un film che deve essere coerente – e piacevole ad ogni scena – per imprimere infine il suo messaggio nell'animo dello spettatore con la massima forza e dunque in maniera durevole. Anche un'argomentazione risulta quindi più forte qualora sia uniforme ed appartenga – formalmente, in quanto sostanzialmente – ad un solo autore.
Per "confutare una tesi" io devo dar sulla voce a ciò che sta dicendo un altro, affermando che è partito con un passo falso o che ha compiuto un'operazione illecita; se poi mi apro al dialogo, devo parimenti consentire a lui di intromettersi laddove stia parlando io, con analoghe obbiezioni. Francamente è come se un pittore dovesse, anziché disporre di una tela vergine tutta per lui, eseguire il suo dipinto correggendo col proprio pennello le macchie di colore di un dipinto sottostante, ottenendo un pastone indigesto che mai riesce, anche sovrapponendosi totalmente, a togliere di mezzo il sensibile residuo del dispregiato pittore avversario. Voler confutare un'argomentazione equivale a cantare la propria melodia sopra quella di un altro, o scriverla su una partitura cancellando con la penna le note del compositore avversario e ricoprendo il foglio di commenti, di modo che un musicista che si trovasse per caso fra le mani quello spartito, e fosse interessato a suonarlo, faticasse a districare la vista in mezzo a quel pantano d'inchiostri. Allo stesso modo, è come se un insegnante di discipline ginniche correggesse le movenze scorrette dell'allievo ad ogni passo, anziché mostrargli un esempio chiaro ed integro di come si esegue un movimento, affinché l'allievo possa sentirsene illuminato ed imitarlo. La saggezza sta allora nel comporre le proprie opere autonomamente senza comprometterle con opinioni che riteniamo scadenti e non affini, e lasciare adesso che sia il buon gusto del lettore a scegliere quella migliore. La miglior confutazione è la sostituzione. La miglior predica è l'esempio. Si criticano i brutti essendo più belli. Si denuncia la debolezza sconfiggendola. Si nega il falso direttamente affermando il vero - e raccogliendone maggior attrattiva, plauso, seguito, applicazione.  

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