Ancora mi infesti il torace
orrido liquame
la sincerità è ancora
una scommessa tagliente
prezzi da scucire
non saranno comprensivi
della nostra indigenza
il dubbio cadenza
il suo ennesimo ballo
in noi
smagati dalla musica
discettiamo sulla musica
su tutto ciò che resta
e quel che tracola via
vogliamo che il caso
di un artistico incontro
tinga di flebile speranza
questa nera palude
non sono stati sempre così postumi
gli uomini di domani
ma adesso l'arte deve
aiutare con le sue fantasiose ghirlande
e i suoi balsami il duro stoicismo
che già a sufficienza ci compete
noi non competiamo più come una volta
abbiamo sette pazienze, cinque astuzie
e almeno due o tre colpi risolutivi
eppure prego dio che mi si lasci un
fazzoletto
di pace
ancora più basso e fangoso e squallido
fu il sentiero che identificarono
alla nostra anima
quale fonte di biliosa ispirazione
ed immorale rivalsa
ma tu che avresti dovuto
porre dieci lenti, a correggere il
misero occhio
del giudice, deformar le lettere a che
lui le vedesse diritte
hai invece enfatizzato quelle storture
in una caricatura mostruosa
che avanza disarmonica ed elefantiaca
su tutte le sponde di tutti i fiumi
su tutti i sentieri e gli sfondi
e per sempre ancora si trascinerà
gridandoci periodicamente in faccia
il suo orribile volto
di nuove superfici dovremo splendere
affinché il valoroso nucleo non
soccomba
alla malattia dell'apparenza
di queste impalcature
lo proteggeremo
fino a che la forza e l'occasione
non gli diano il destro della riscossa
mi chiedo oggi donde davvero
sono partito?
Quanto ci mastichi ogni giorno
cinica bocca dell'esistenza?
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