Di lucida prontezza eri carente
tu mille volte – sul sentiero ingrato
a prender posizione sufficiente
a ben sventare l'ingiustificato
ossia l'orrida, bieca affermazione
di chi, valendo poco, molto prende
e i postumi dell'elaborazione
del torto stanno a noi – in ore tremende
difficile spiegar del virtuoso
la sua tendenza a sopravalutare
il prossimo che sordido, vizioso
la sua zampona sol vuole insinuare
su buona merce, senza pagar nulla
o nel tuo cuore a imprimervi un affondo
e mentre nella gioia si trastulla
ti porti tu il tormento per il mondo
s'aggiunge poi frequente debolezza
dovuta spesso a dei logoramenti
ad impedir che postuma saggezza
rimetta al loro posto i delinquenti
oppur la posizione impossibile
da cui vendetta è controproducente
ma volontà del giusto – irriducibile
sopporta nell'ennesimo tornante
il suo fardello – ed ancor sublimando
in lettere l'intrinseco dolore
sì della vita, generalizzando
si fa d'essa principio redentore.
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