Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

giovedì 31 ottobre 2019

Riflessione vitale


La vita deve trovare un canale di scorrimento, irriverente e ardita tra tutti i fattori che le sono ostili, proseguire su un sentiero di vittoria in piena felicità: solo questo consente il trapasso; non importa quanto esso sia angusto, tortuoso o sotterraneo: ma la battaglia per la vita non può essere arresa o disertata. Ogni mortificazione è infatti imposizione soverchia delle circostanze, è il dover sottostare al tallone di chi ti odia, o a biechi strati d'umana incomprensione; ma ogni rinuncia e sopportazione del dolore sono temporanei: ed invero rivolti a una maggiore affermazione della vita. Il vero martire è sempre un vittorioso, mai un rinunciatario. La sua religiosità consiste nel non mollare. Il suo senso del sacro non è altro che amore per la vita. Egli ne sacrifica invero gli elementi ininfluenti o soffocanti la più pura essenza, quelli che ne impediscono la piena realizzazione, ancorché posticipata: quest'essenza non viene invero mai sacrificata. Si disprezza tutto per avere tutto, ossia si rifiuta il parziale e l'imperfetto, un'offesa all'Archetipo, all'Idea della Vita; si combatte contro la morte, imponendola a ciò che soffre, in quanto imperfetto o incompleto.
Nell'eroe il nichilismo è viatico per l'assolutismo, per l'affermazione assoluta a partire da circostanze pessime, ed egli vuol toccare il fondo per darsi la spinta più poderosa verso la suprema altitudine.

giovedì 24 ottobre 2019

Nodi cruciali

Nei nodi cruciali
della storia mi stringono
acché la mia mente
sanguinante li sciolga

La pioggia nera della menzogna
dilava i bianchi continenti

...vedranno mai un nuovo sole?

Ai nuovi illusi

Cadon le dispute estetiche
Cadono quelle politiche
Cadon le etiche
Restiamo scaglie cangianti
ora quiete ora irrequiete
alla ricerca di
un piacere momentaneo
fino alla fine.
Resta quello che abbiamo fissato
in tempi battaglieri
un universale che servirà
ai nuovi combattenti
i nuovi illusi.

Saggezza d'autunno



È la prontezza della reazione
che la natura sovente premia
rancida e lenta una punizione
colpisce chi non punisce infamia

riconoscendola immediatamente
e sparandole contro adeguato strale
la debolezza contingente
è poi difficile da rimediare

perciò devi star sempre sull'attenti
lucido, energico, onde sventare
tra le sconfitte, le più frequenti
da parte di chi ne sa approfittare

ma ancora meglio è la prevenzione
coglier da lungi una minaccia
senza aspettare che il suo sperone
si stampi cinico sulla tua faccia

ciò che non uccide rende più forte
colui che eredita le tue conoscenze
ma chi abbia mai assaggiato la morte
ne porta dentro le recrudescenze

nessun tessuto possiede più gioia
di quel che non ha mai subito strappi
e non scambiare per grigia noia
la quieta salute che volge in avanti

quando prudenza giunge al suo maggio
solo temendo quel che è da temere
lei si concilia con il coraggio
e sa ora quanto ne deve tenere.


mercoledì 23 ottobre 2019

Senti l'archetipo



Un motivo c’è se tu non vuoi
legger più quel che ti ammaliava
in giovinezza d’acerba virtù
che le risposte cercava

presso altri spiriti – e per quanto maestosi
mai ti daranno più nobili frutti
di quelli raccolti laddove tu osi
abbandonarli come antichi relitti.

Lascia soltanto il ricordo
che ne hai avuto allorché la vita
te ne concesse il contatto – ormai sordo
a questo punto della partita

riprenderli in mano è assai deludente
ed anche quelli che hai trascurato
sono una massa stantia e senescente
non valgono un solo momento vissuto

tanto che il mondo – da loro plasmato
ora conserva le essenze urticanti
di quegli errori – cui non puoi essere grato
e più che indietro, conta guardare avanti.

Studiare il presente vuole già dire
studiare il passato: che in esso rimane
come una forza latente
fatta di anime umane.

Sono gli eterni nemici che tu
devi affrontare nelle odierne vesti
evitando che loro antica virtù
or già corrosa – t’arresti

o che il livore si moltiplichi ancor
per le partite già perse
meschinamente e con disonor
di quelle genti perverse

senti l’archetipo – ce l’hai nel cuor
avversa d’istinto ciò che è difforme
la volontà già conosce il valor
e del pensiero non segue le orme.

Fuori dal verso


Vale a contare le onde
assimilar questi oggetti:
Libri - parole profonde
tuttavia sgorgano rare dai petti

D'uomini che molto abbiano osato
in scabre epoche ostili
come son tutte - all'illuminato
che ben ne staglia i profili

Allora forse un metodo c'è
osserva dal promontorio
l'onda più alta avvicinarsi a te
senti il suo vento d'augurio

E buttati in mare con sicurezza
sol quella dèi cavalcare
l'altre son frutto di debole brezza
non val la pena, per esse, affondare

La perdizion della vita ti angustia
pensiero impavido volge lo sguardo
a nuove torri lontane e s'industria:
giungere ad esse è incantevole azzardo

Quel che è davvero impossibile
non è previsto si debba affrontare
fu un tuo nemico, invisibile
in quell'inganno a volerti incastrare

Vita può essere piena
entro il suo tempo vitale
già alleggerisce la schiena
sento il sapore del sale

Ed il veleno degli inferiori
può altrimenti esser disperso
vita che hai dentro, buttala fuori
buttala fuori dal verso.

martedì 22 ottobre 2019

La favola della democrazia


Indici un giorno di anarchia e troverai la popolazione nel panico. Libertà significa infatti autonomia intellettuale e coraggio nell'assumersi responsabilità: qualità possedute da pochi. Dona la libertà a chi non le possiede e lo vedrai innanzitutto guardarsi intorno per sincerarsi di cosa stiano facendo gli altri: il gruppo più numeroso (dunque all'apparenza affidabile) oppure una persona forte che possa fungere da guida. Il metodo migliore per stroncare, ed in tal modo vanificare, le pretese intellettuali dei mediocri, è quello di metterle di fronte alla solitudine e alla responsabilità del giudizio: qui crollano tutte le loro certezze. In Democrazia le decisioni non sono mai personali, ma sempre collegiali o collettive, e la responsabilità è distribuita e diluita fino ad essere di fatto dissolta e non più percepita come tale, nonché concretamente impunita. Il popolo non si rende conto che solo a queste condizioni, ossia sotto l'egida protettiva di un gruppo fattivamente irresponsabile, è disposto ad assumersi quella Sovranità, attribuitagli come diritto inalienabile dalle carte costituzionali.
Qualora poi gli venisse fatto presente che il vero potere non spetta a lui, e nemmeno ai suoi rappresentanti eletti, ma a soggetti terzi altolocati ed indicati genericamente e vagamente con epiteti come "Poteri Forti", egli non farebbe una piega, non leverebbe una sola parola di protesta: il loro spirito gregario esprimerebbe invece la tacita sentenza "laddove c'è forza, io mi ci assoggetto" e proseguirebbe il cammino, narcisisticamente illuso di governare ma invero inconsciamente rassicurato del non doverlo mai fare. Le rivoluzioni democratiche sono infatti volute e pianificate da tali gruppi di potere, dagli intenti sovversivi, giammai direttamente dal popolo, che viene solo utilizzato per instaurare una nuova autorità di fatto, sia essa dichiarata od occulta.

sabato 19 ottobre 2019

Prosegue il tormento dell'ambiguità


Non misero molti alla prova
la loro bontà nel confronto
con vita crudele e che osa
per mani meschine sfregiare il tuo volto

Prosegue il tormento dell'ambiguità
colei che non tocca il malvagio
che agisce con serenità
l'umore né nero né grigio

M'avventurai per una strada
che solo compete agli eletti
competere qui non mi aggrada
si è di conseguenza reietti

Io sento la cupola scura
fiaccarmi ed opprimermi dentro
amica può essere ancor la natura
ma tutto l'umano c'è dentro

Il compito amaro si proietta negli anni
io debbo trovare dei diversivi
che affreschino bene i miei panni
finché avrò forgiato i miei detersivi.



venerdì 18 ottobre 2019

All'alba nuova


Nelle stanze interne io devo
vivere un mondo e una vita
in questo posto io sono un divo
qui hanno cacciato la mia partita

quante battaglie non combattute
o perse assai malamente
... sittante vite sono dovute
andare a vivere sol nella mente

E qui non manca però l'avventura
muoversi nei labirinti
ti fa conoscere sconforto e paura
melma che sale gli stinchi

Devo spazzar queste sabbie mobili
salvarne solo pochi granelli
convinto che, a vivere nobili
bastino ben solo quelli

Forse ringrazio la mia prudenza
che oramai da molto tempo
dice metà solo, di quel che pensa
per non allungare il tempo

Ricordo meglio fino a qual punto
fu istituita la mediocrità
a soffocar la corolla del giunco
doveva essere impresa e sarà...

crescere interi e rivolgersi al sole
che all'alba nuova possa incendiare
i nostri contorni, e le nostre suole:
che possan correre, vincere, amare.

Frammenti di passaggio


I

Bevo una red bull
La vita sociale si svuota d'interesse
Siamo spine reciproche
Brodaglie indigeste
Il mio immenso potenziale va in malora
E chissenefrega
Proprio nessuno ci ha tenuto
M'intrattengo con me stesso
Mi racconto quel che voglio dire
Se ci fosse un fuoco, in questo bar del cazzo
Sarebbe meglio

II

Bassa fiumana egoica
che insidia il calcagno
lento di un'anima stoica
dove sarà il suo guadagno?

III

La lotta per la vita
procede più cruda e senza
esclusione di colpi
giacché a chi la perde
restano le sue scorie
Un lampo - ad ottenere
il Godimento
poi la fine straziata
Siamo insofferenti
palle di odio
brame viventi
al quinto stadio
e siamo deboli e insufficienti
aggrappati ad effimeri appigli
per non disperare

lunedì 14 ottobre 2019

Promemoria




Questa occlusione respiratoria
e questo vomito che manda il sangue
alla testa, e questa fiacca generalizzata sono
emblema della vita, di quel che ci fa e pensa di noi.
Sono immerso nel disprezzo. E ricambio.

domenica 13 ottobre 2019

Stoico veliero



Ancor sarai lento a svanire, Inferno
ed ogni zefiro che allieterà
non smuoverà dal suo perno
vita che - letteraria, cadrà

cadrà come i vecchi, e si farà più male
ma le intuizioni che ho visto
spander le ali dell'ideale
meritan forse tal rischio

così m'invento una prospettiva
che stoica resiste alla vita calante
quando nelle tue vene era viva

e ti vedeva al volante
d'un ardito veliero, che inver presentiva
l'abisso che l'attendeva davante.

mercoledì 9 ottobre 2019

Al tuo campanile




Più degenera il tutto, e le strade, e i servizi
più si apre la forbice tra gli esecutori
che in vigore tengano il sistema dei vizi
e quelli che studino come uscirne fuori

Invece ti vogliono assoldato alla schiera
dei meccanici, proprio per impedire
che l'immane tuo sforzo, da mattina a sera
nel suo nobile intento possa riuscire

Ma l'istinto ti porta, su ogni piccola base
a portar nuove pietre al tuo campanile
la tua retta ambizione non rispetta la fase
che sol sembra aiutarti, ma ti vuole tradire

Vorrei esser già vecchio, per rimpiangere meno
il mio volto privato di storie splendenti
ma le infide sponde di un mondo alieno
mostrano illusorie le speranze gaudenti

Devi rassegnarti, tu sei qui per un compito
e converga ogni forza in quella direzione
quelle che gli hai sottratto, in qualsiasi ambito
ti han portato sconfitte, un amaro sperone.

lunedì 7 ottobre 2019

La vita è fuori controllo


Son sempre stati, Coraggio e Fatica
rimedi alle colpe dei subumani
che con la loro inutile vita
consuman del nobile il cuor e le mani

Ma quella che appare determinazione
già muore domani, per la comparsa
il mutamento di una condizione
la forza maggiore d'una circostanza

E ciò che allettava non alletta più
ciò ch'era ben fattibile è improbo:
non fare pronostici, non farli più
non proclamare uno scopo ed un modo.

Squarciano il velo di Maya



Il clima ostile dentro il corpo
chiede più forza - o forti calmanti
note gentili che trovino posto
tra sterpi urticanti

Dei sensi sorgono anuovo le istanze
che li vedevan sopiti
traggono nuove speranze
ma ti riportano ai dubbi infiniti

I vecchi parlano di soldi e d'acciacchi
noi ben di cosmici sogni e battaglie
che son reali - e rendono fiacchi
ben pria del tempo che cadan le foglie

Quel che ci han fatto storicamente
è sì profondo che lungo nel tempo
dobbiam protenderci analogamente
già, fino a raddrizzar tutto quanto

Ma questa vita è un insulto alla stessa
ad ogni passo mortificata
e non scordarti la vera premessa:
l'aver la sfida accettata

Versi ti affrancano per mezz'ora
poi devi darne dei nuovi
sai, non ne arriva alla gente una sola:
ma l'importante è che ti muovi

Smagali tutti, smaga anche te stesso
almen capirai fino in fondo
quanto profondo è l'umano cesso
non nutrirai più illusioni sul mondo

Ecco perché il passato è al sicuro:
rende sensibile nel presente
ogni ingiustizia, ogni punto scuro
sicché d'indagarlo un uomo si sente

Questa tormenta interiore
ben ne riflette migliaia
realmente avvenute: l'odio e l'amore
squarciano il velo di Maya. 

Se solo avessimo percezione



Bollon gli orgogli delle umane genti
gelosi d'ogni affermazione
che minima arraffino altri talenti
il chiasmo è la suprema passione

s'avvinghia alla vanità lussuria
e d'ogni bene vuol fare incetta
l'avidità – che nella goduria
vuol consumare la sua vendetta

abbiamo paura d'invidiare
ed invidiam chi non ha paura
o chi ce l'ha ed evita uno strale
senza riceverne alcuna iattura

se solo avessimo percezione
realistica della costante bolgia
che agita i cuori delle persone
aspetteremmo che il sonno ci colga

poiché nessuno sopporterebbe
ben la fittissima tempesta di odi
che ogni confronto comporta e crebbe
nel tempo, che ingrossa i nodi

se ben li falci superbo pettine
oppur che balsamo riflessivo
lento li sciolga – il più dolce nettare
sembra arrivare soltanto tardivo

eppure questo fa parte del gioco:
sembra che fare giustizia a un uomo
sia farla al mondo, ed ogni suo loco
or vendicato, conceda il perdono.

domenica 6 ottobre 2019

Alle radici del male


Il grande spirito non può ignorare
per l'illusione d'esser felice
in questo spazio - le radici del male
ogni più breve strada è un'attrice

Io non mi adatto a raccoglier le briciole
del bene che vi appartiene
fari diventeran le mie lucciole
ne prenderò a mani piene

Se sol resisto nelle mie posizioni
io troverò il mio modo
di dimostrar con parole e azioni
che un pianoforte era intorno al chiodo

Se non lo faccio, io dovrò ammettere
che avevo sempre sbagliato
e poi perire tra le mie lettere
ancor da voi ingannato

Questa è la vita che accetto
il tempo non è un problema
solo conquisto l'oggetto
dell'ambizione suprema.

sabato 5 ottobre 2019

Ad uomo che è divenuto pietra


Invano potrebbe sorrider la vita
ad uomo che è divenuto pietra
perché tanto a lungo gli fu proibita
che dinanzi ad essa il suo cuore arretra

Così è il tuo corpo a cassare il dilemma
di cosa inseguir – riducendo la fiamma
che ora puoi osservare con tutta flemma
finire di spegnersi come quieta condanna

Quando hai finito di perdere hai vinto
finalmente libero dal rimpianto
sicché meno ambiguo e più impavido istinto
si rivolga alle strade accanto

Qui può cogliere i frutti dell'eterno giardino
cui sentieri spinosi proibivan l'ingresso
solo ai pusillanimi, il cui chiaro destino
è – morendo per sempre – vivere adesso. 

giovedì 3 ottobre 2019

Per gradi comprendendo ciò che è scritto


Se risoluto stavi per salpare
lieto d'aver mollato dei macigni
senza temere più che lo scalpore
potesse ben distruggere i tuoi sogni

ebbene ora ti desti all'illusione
l'ennesima - che alcun ti possa dare
una fetta cospicua d'attenzione
oppure legger senza sbigottire

Vivono su altri piani, e ancora a lungo
staranno all'abitudine ancorati
violenza delle idee alle quali tengo
darebbe adito ad esser violentati

Ma allora qual sentiero resta ancora,
di suoni melanconici agghindato,
se non che fino all'ultima tua ora
devi restare solo e sciagurato?

Di già avvertito, un calo di passione
sì per la vita, stava ad allentare
di ciò che era già perso la tensione
e a perder si poteva continuare

sempre più fiacca è la reazione attiva
più spenta la fiducia che ti veda
prendere in mano la stagion tardiva
dandole finalmente un'altra piega

Io sento il fato muoversi in me
darmi sentore degli oscuri piani
che cinico rimugina tra sé
quando e che sbocco dare a sforzi umani

Indomito vivrò alla giornata
per gradi comprendendo ciò che è scritto
già nella tua natura contornata
da mondo alien che ancor non ti ha sconfitto.


mercoledì 2 ottobre 2019

Devo svuotar la brocca


Svuota la volontà
si pretende il mondano
la soggettività
l'avere roba in mano

Senza contropartita
la virtù si rifiuta
d'essere buona e ardita
e si ritira muta

Immerso nella melma
sempre condizionato
forzato nella calma
sempre più avvelenato

Sotto la mia coscienza
vivono dei ricordi
d'umiliazione immensa
non ti stupir se mordi

Voglio sia guadagnato
il mio arrivare in cima
che ogni strapiombo ingrato
abbia un'inversa rima

E sono così stanco
già, di rimare a fondo
non darebbero un franco
ai terreni che sondo

Superficialità
chiama il tuo motoscafo
sguazzare in libertà
prender la vita a sbafo

Non mi servite più
fratelli della penna
sono andato più su
con la mia antenna

E sono stanco già
di quel che ho scritto io
bramo la voluttà
che non sia più sol mio

Devo svuotar la brocca
dentro ai vostri vasi
vuoti - e che sulla bocca
parlino le mie frasi...