Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

giovedì 31 ottobre 2019

Riflessione vitale


La vita deve trovare un canale di scorrimento, irriverente e ardita tra tutti i fattori che le sono ostili, proseguire su un sentiero di vittoria in piena felicità: solo questo consente il trapasso; non importa quanto esso sia angusto, tortuoso o sotterraneo: ma la battaglia per la vita non può essere arresa o disertata. Ogni mortificazione è infatti imposizione soverchia delle circostanze, è il dover sottostare al tallone di chi ti odia, o a biechi strati d'umana incomprensione; ma ogni rinuncia e sopportazione del dolore sono temporanei: ed invero rivolti a una maggiore affermazione della vita. Il vero martire è sempre un vittorioso, mai un rinunciatario. La sua religiosità consiste nel non mollare. Il suo senso del sacro non è altro che amore per la vita. Egli ne sacrifica invero gli elementi ininfluenti o soffocanti la più pura essenza, quelli che ne impediscono la piena realizzazione, ancorché posticipata: quest'essenza non viene invero mai sacrificata. Si disprezza tutto per avere tutto, ossia si rifiuta il parziale e l'imperfetto, un'offesa all'Archetipo, all'Idea della Vita; si combatte contro la morte, imponendola a ciò che soffre, in quanto imperfetto o incompleto.
Nell'eroe il nichilismo è viatico per l'assolutismo, per l'affermazione assoluta a partire da circostanze pessime, ed egli vuol toccare il fondo per darsi la spinta più poderosa verso la suprema altitudine.

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