Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

martedì 28 luglio 2020

Riflessioni in divenire


Rinunce che si chiamano conquiste:
  1. rinunciare all'approvazione del prossimo
  2. rinunciare a comprendere ed essere compresi fino in fondo
  3. rinunciare a cambiare il prossimo o ad accelerarne la crescita e rispettare la propria natura e stadio evolutivo

Per esser contenti è necessario e sufficiente FARE quel che si vuole. Molto possiamo fare a prescindere da quel che pensa il prossimo. Altre cose è necessario farle di nascosto o eludendo i giudizi con bugie e montature: ma dobbiamo premurarci solo delle conseguenze PRATICHE di un giudizio, non del giudizio in sé. La maggior parte delle persone ha scarso potere di danneggiarci concretamente, correrebbe troppi rischi... Per cui non dobbiamo permettere che ci danneggi moralmente, ossia ci colpisca a distanza.

Quando di un lavoro ti attraggono solo i soldi, non li raggiungerai.

Coerenza? Se cambiano le tue esigenze prioritarie o le tue visioni del mondo, dovrai per forza cambiare direzione, e anche questo è abbastanza difficile da meritare rispetto.

Volevo uccidere chiunque avesse contribuito a soffocarmi la vita tramite la sua gaudente partecipazione alla società mediocre. Il mio potenziale è stato umiliato, collettivamente da chiunque non abbia partecipato della mia retta ambizione.

Quasi nessuno ha detto la verità: devi prima cercare la tua, odierna, sapendo che verrà superata, e in base a quella giudicare il passato come un investigatore o un medico.

Non è vero che prima di giudicare bisogna conoscere, perché non esiste una conoscenza non giudiziale. Percepire è già parte del reagire (ovvero giudicare).

Le macchine costruite dall'uomo non possono che essere semplificazioni funzionali dell'uomo stesso.

Conoscere significa assimilare, e l'assimilazione si snoda in atti di accoglienza e atti di espulsione, quando conosci fai queste due operazioni o combinazioni di esse.

La matematica rientra nella linguistica. Essa è addirittura una semplificazione della linguistica.

Per costruire macchine pensanti abbiamo dovuto fare i conti con le caratteristiche fisiche dei loro componenti... i quali reagiscono.

Il 5 non esiste... esistono 5 piccioni. E non esiste la logica, ma solo la psicologica, la fisiologica, la tecnologica... la logica è una stilizzazione di realtà complesse.

L'implicazione logica è una implicazione materiale.

Io penso che uno difenda la propria capanna anche quando parla di linee e punti.
Chi avversa la logica bivalente, solitamente è un pacifista.

Non vi è ordinamento legislativo che elimini l'arbitrio dell'azione penale, della definizione di crimine, della pena stessa...

Ho pensato che l'arte, come accumulo di bellezza in un singolo oggetto, racchiuso egoisticamente in una cornice o posto su un piedistallo, sia una forma di capitalismo. Così il pubblico si raccoglie e "ammira" ossia spera che dell'opera cadano gocce di bellezza sulle loro fronti ignude come dalle tasche di un milionario qualche scellino.

Ogni vero piacere è materiale, ma va conquistato... Il materialismo lo vuole già pronto e non può innovare per mancanza di coraggio, spirito di sacrificio e lungimiranza. L'idealismo accetta di doverlo conquistare tramite il perfezionamento della materia...

Idealismo = tensione all'ordine assoluto

Materialismo = stasi senza perfezione = accettazione dello status quo = predestinazione al regresso, perché chi consuma senza innovare, presto non potrà nemmeno più consumare perché le risorse finiscono, e non basterà più sostituirle, occorrerà un sistema di produzione nuovo.

Il Capitalismo e il Comunismo sono sistemi riduzionisti: il primo toglie la classe nobile e impone la dittatura del mercante, il secondo mozza anche quest'ultimo e impone la dittatura del proletariato. Ma se togli a una organizzazione sociale un elemento qualsiasi, la destini al crollo, come togliere una specie da un ecosistema. Tutto quello che, in un sistema ridotto, tuttavia sta in piedi, ancorché a livello micrologico, è perché conserva la struttura completa, ossia fascista, dell'essere. Le aziende che funzionano meglio sono nazionalsocialiste, i pezzi d'arte migliori e durevoli sono aristocratici.

Risposta a quegli psicologi superficiali che dicono "il passato è passato". Il passato non è un concetto. Sono sostanze chimiche nel nostro corpo. Se tu porti la macchina dal meccanico, il "ricordo" consiste nel raccontargli per filo e per segno quello che le è successo, dove e come... il "passato" è l'insieme dei danni oggettivi contenuti nell'auto: il meccanico li deve riparare...se lo fa, scorderai tutto e sarai di nuovo pronto a viaggiare. Il ricordo fa male perché esiste ancora il danno.

Nella preistoria, il coraggio e la destrezza in combattimento erano valori primari in quanto necessari a sopravvivere, portando a casa la carne per sé e per la famiglia: logico allora che una donna scegliesse un uomo con tali caratteristiche, e la comunità stessa di cui faceva parte onorasse tale uomo, attribuisse lui il comando e gli riconoscesse il diritto alla donna più ambita in quando bella e prosperosa. Quando la civiltà si evolve, vincendo dapprima la battaglia contro il bisogno, contro la fame, e poi quella di difendersi da popoli e gruppi avversari, ecco che la necessità di fare la guerra decade e con essa il valore del guerriero, i valori militari.
Non si fa mai di virtù necessità, ma di necessità virtù. Cambiano sempre i valori, quando cambiano le necessità, ossia le condizioni di esistenza. La competizione, come palestra selettiva di guerrieri reali, era presente anche ai primordi della civiltà, perché i migliori – così selezionati – dovevano essere spediti nelle prime linee contro un nemico esterno comune. Nelle società opulente, si ripropone invece come intrattenimento per gente ricca e oziosa, che ha scordato la lotta per la sopravvivenza ma non l'istinto battagliero, il quale verrebbe piagato dalla noia se non si riappagasse in tale modo: tramite l'immedesimazione nelle gesta di combattenti professionisti,
che possono a loro volta combattere sul serio, come i gladiatori nell'arena, o essere dei commedianti. La società moderna ha addirittura bandito ogni forma di violenza che non sia istituzionale sicché, il coraggio e la destrezza non sono assolutamente più dei valori fondanti, ed è molto più utile possedere soldi e un buon avvocato, in quanto i conflitti ed il potere coercitivo sono convertiti sul piano economico e di macchinose procedure burocratiche.

Onorare qualcuno significa riconoscergli una virtù e consegnargli i diritti corrispondenti.
Sui pugnali delle SS era scritto Il mio onore si chiama fedeltà. Un'espressione pleonastica sebbene efficace psicologicamente: dacché l'onore è sempre attribuito a virtù che hanno alla base il legame a una comunità che garantisce la sopravvivenza dell'uomo che ne fa parte, e che dalle prestazioni di quest'ultimo analogamente dipende. Qualora tale legame però si riveli ormai fittizio, solo nominale e non reale, la fedeltà viene istintivamente meno e senza disonore: poiché non vi è più interdipendenza tra la realizzazione del singolo e quella del gruppo. Questo risulta evidente nelle defezioni di coloro che smettono di seguire un capo che viene sconfitto con demerito, o in coloro che, elevati al di sopra del livello di un popolo o dei suoi governanti, ne sdegnano i comportamenti e si rifiutano a un certo punto di servirlo - e vogliono cambiare bandiera. Il loro è un tradimento legittimo in quanto naturale, funzionale alla realizzazione dell'uomo, come il divorzio tra persone che non si amano più. Non essendo funzionale al benessere di nessuna comunità la conservazione di un legame tra persone che non si amano, diviene irrazionale lo stigma che colpisse tali persone. Società intelligenti e pertanto molto evolute deridono le morali di popoli retrogradi, in quanto costoro considerano necessarie e dunque doverose ed onorevoli azioni che invero non lo sono, oppure lo restano soltanto in un contesto retrogrado, e analogamente tali popoli condannano e stigmatizzano determinate azioni o caratteristiche che non nuocciono assolutamente al corpo sociale: agendo quindi contro se stessi.
Lo stigma (qualsivoglia punizione) è volto far comportare ragionevolmente persone che non lo fanno con naturalezza: oppure (quando il moralizzatore è più stupido del moralizzando) ad impedire – tramite l'ingiunzione di un dolore – ad una persona razionale di agire di conseguenza.
Un mondo tecnologicamente avanzato ha di fatto debellato la necessità della lunga resistenza alla fatica, sicché questa non può essere più un valore fondante, ed anzi, scade dinanzi al valore dell'intelligenza e della cultura tecnologica, il saper usare gli strumenti. L'obsoleto è sempre sbagliato in quanto inutilizzabile: non necessario.
La morale non scompare mai, sia che si voglia chiamare religiosa o laica, filosofica o scientifica (anche queste istanze hanno valori differenti in differenti contesti, sono sottoposte alla metamorfosi dei valori)... semplicemente muta di epoca in epoca, di circostanza in circostanza.
L'idealismo – contrapposto al materialismo – non è assolutamente un disconoscere il valore e il supporto necessario della concretezza: ma è un riconoscere la necessità di un suo perfezionamento, dunque una necessità evolutiva. Ciò che cessa di evolversi, inizia a regredire nei confronti di altri popoli che invece si sono evoluti, che prima o poi muoveranno guerra verso i secondi, per necessità espansive e di sfruttamento delle risorse inutilizzate da questi: essi saranno destinanti a scomparire, o ad essere ridotti in schiavitù, per ferree leggi naturali. Il materialismo è dunque l'incapacità di riconoscere le necessità evolutive della materia, intesa anche come corpo sociale, come civiltà, e ha come conseguenza l'abbandono ad abitudini consolidate, il disprezzo tutto ciò che ne esula, per la falsa convinzione che solo tali abitudini siano funzionali alla conservazione.

I materialisti sono persone di razza volgare, ossia superficiali che non possono essere illuminati e convertiti a una sensibilità maggiore per profondità: dovrebbero pertanto essere abbandonati al loro venerato status quo, far parte di un altro popolo che gli idealisti (ossia persone di sensibilità più profonda) dovranno sconfiggere materialmente, dopo averli sconfitti idealmente, ossia con un distacco e la creazione autonoma di una civiltà più evoluta. 

1 commento:

  1. "La matematica rientra nella linguistica. Essa è addirittura una semplificazione della linguistica."
    Dovresti studiarla la matematica - e la logica - prima Di sfornare giudizi assurdi. Sono comunque in attesa Di Una dimostrazione. Amen

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