prologo
Ritorno al macello
l'origine del bene
il giorno più bello
ciò che conviene
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Masticar torti invendicati:
condanna dei deboli invertebrati
O di chi è incastrato in gabbie di rovi
e non può darsi che morsi impietosi
Solo una cosa può estinguere l'odio
una violenza al quinto stadio
ciò che può dare il senso del sacro?
compiere il più grandioso massacro
Afferra la verità nelle mani
di cosa sono gli esseri umani
non ve n'è uno che dietro i suoi vanti
non sia una merda: concime per campi
Giraci attorno finché ti pare
ma sale rovente il livore astrale
Vuoi solo lame, fiamme, esplosioni
ed estirparli da tutti i cantoni
Li vuoi legati, feriti, impotenti
morsi alle loro facce impudenti
La spudorata testa di cazzo
voglio mozzarla per puro sollazzo
prenderla a calci giù per il prato
ed ogni infame stronzo impalato
voglio cataste di cadaveri inerti
senza più fiato, né occhi, senz'arti
Che più non abbia mezzo d'espressione
viscido il porco, rude cialtrone
E non tediatemi con discorsi di pace
voglio la morte, il dolore, la pece!
ciò che ci ha afflitto ingiustamente
per una lurida merda vivente
noi ogni giorno lo rammentiamo
e ci sbraca il cuore come un uragano
e allora non c'è porto sicuro
devi sfondargli quel cazzo di culo!
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