Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

sabato 20 gennaio 2024

Bilanci pendenti


Donde partisti per l'universo
da un suo recesso squallido 
tutto ti diede storta e
rozza mannaia
ignara di benessere
ancor devi congelare
ferite inguaribili 
e andare oltre
vivendo sul ghiaccio 
Sei stato un azzardo tale
da odiare gli azzardi 
e volere l'opposto
Oggi un fioco sole invernale
irraggia uno scempio 
epocale e umano 
tocca un fallimento ideale
costato una fortuna 
Provi ad amarti tardivo
come nessuno fece
te compreso 
ed altri decenni
a sistemare il rottame
della tua vita 
ma molta verità 
penderà dalla mia penna.


Niente mai ricomincia, sol prosegue


E appare ancor l'origine pudenda
del mio ripiego arcigno sulla carta 
ché già vuol dir che vita fu orrenda
e ancor a lieti lidi non s'imbarca

Conferma il sempliciotto il suo dominio 
felicità servita sull'argento
non sa se può adattarsi il mio cimento 
tardivo alle regole del regno

Teme diversità si scorga a pelle 
a confermar la sorte sempre avuta 
e invano serbi ancora le tue palle
se il mondo serve sol nuova cicuta

In ogni caso, tutto si dilunga 
la strada per uscir dal fosso ingrato
e ancor ogni confronto ti dilania
e ciò che sei apparso e non sei stato

I moralismi dell'umano medio
sorgono sol s'egli lo prende in culo
i suoi concetti danno solo tedio
dell'egoismo suo vediam l'assolo

e il perpetrar ciò che negli altri sdegna
soltanto rinunciar nell'abbondanza
a qualche inezia - l'esperienza insegna
che l'importante è aver piena la panza

E intatto e fier l'orgoglio, su ogni lato
poi vengono i bei ragionamenti
dopo che ti sei ben abituato 
ad aver sempre il pane ed anco i denti. 

Ancora mi processo assurdamente 
come se non avessi la più dura
sorte - alla mia natura conseguente
seguita in ogni valle ed ogni altura 

Ma in alto io ancor non sono stato 
se non nella vision, e con le parole 
ed or vedo l'intento mio abbassato:
condurre a qualche gioia queste suole

Costi quello che costi - e il superego 
zittisca imperiosa la mia voce 
da tempo non lo spezzo, né lo piego:
ma devo farlo, e salirò veloce

Ei chiede troppo e qui, bieca lentezza 
scoraggia di raggiunger gli obiettivi 
richiama morte e vecchia insicurezza 
conferma tutto quel che già sentivi 

Non voglio più saperne, porca troia 
affronterò i passaggi necessari 
a uscire dall'immensa strada buia
e pochi umani ancor mi siano cari 

Mi parlano ancora del passato 
come di un'acqua da lasciar andare 
il loro è legno sano, anzi, pregiato 
il mio, già, li farebbe sbigottire

Niente mai ricomincia, sol prosegue 
sempre rimane in noi e si rammenta 
e dal dolor ci dona rare tregue 
pare che un vero oblio non lo consenta

Solo narcosi - e la possibilità 
di sciogliere un giorno quel viluppo 
che stringe il cuore, se combatterà 
raschiando il falso via da sé, del tutto. 

Se di alcun gruppo io non faccio parte 
verso di lor non mi sento obbligato 
con me non lo fa alcuno, manco in parte 
ed unico un destin fu confermato 

Se hai dei doveri, hai anche dei diritti 
se nessuno è con te, non sii con lui
vedesti perspicace i lor delitti 
non aver pena della sorte altrui 

Mi son rialzato bene anche stavolta 
quando cadrete considererò 
s'è uom che vale a estrarre dalla sporta 
pietà - ma a tutti non la servirò. 



sabato 13 gennaio 2024

Tra le sue spine ingrate


L'inverno cinge il mio dover ingiusto
spegnendo volontà anche per le cose
che devo far per il vero me stesso
ripiego sulle poesie curiose 

di qual struttura abbia questo impero
dell'ingiustizia - che troneggia intorno
a me, sinché non strido e poi dispero
di vincerlo e dissolverlo, un giorno 

E vecchi immondi chiacchieran del nulla
nel luogo che rifugio alla mia penna
aveva dato - e rabbia non favella
ma nel pensier li elimina e li scanna

Ma sul castello devo concentrarmi 
di cui ogni disturbo, inver, fa parte
tra le sue spine ingrate insinuarmi
dando un colpo alla vita ed uno all'arte

Bieca sventura provien da lontano
dall'alto di chi atavico s'impose
e muove tutto la sua losca mano
ponendo ad ogni vita la sua base

Da qui ogni subumano tiene il destro 
per dare sfogo alla sua bassezza
ed infierir sull'uomo grande e onesto
ragiona sul veleno che l'impesta

Ma questo ragionar trova la strada
ed anzi, mappa tutto il territorio 
che ci insidia e raramente aggrada
raggiunge alto e quieto osservatorio 

Coglie la connession tra i mali arcani 
risorge la speranza che, un tempo 
avrai sapienza di tutti i profani 
che senza indugio scaccerai dal tempio

Vuoi vivere il bene congiuntivo 
a spizzichi tu puoi - ma la battaglia 
per dominar, resta un imperativo 
il male intorno a noi tutto si staglia 

ad impedire, odiare il godimento 
che all'anime migliori spetta tutto
realizzazione all'alto tuo cimento 
prevede vita scabra e grande lutto

E dubbi estremi lacerano il cuore 
sul tuo valor, e gravano apparenze 
l'orgoglio che risorge e poi rimuore
bloccato d'incolpevoli impotenze 

Affina strategia e sii sempre accorto 
contano i risultati e non c'è scusa
per chi giace sconfitto oppure morto
se ignora gli strumenti o non li usa

Ritornerà il passato al tempo giusto 
devi sanarlo, ma per altre vie 
non limitarti in uno spazio angusto
e componi stornelli, e sinfonie 

Spaventa il tempo d'esser troppo poco
non ho rivalsa in versi a questo tarlo
sappia soltanto che mi tengo in moto 
potrei anche riuscire a seminarlo... 







giovedì 11 gennaio 2024

Granitiche le basi


Se il vento porta via la nuvolaglia 
profittane e vivi il tuo presente 
ma dove è trascurato l'uomo sbaglia
e per ognun si troverà gemente

Vorrei essere un professionista 
diventerei il migliore della storia 
ma devo soverchiar la sorte trista 
di un dilettante in direzion contraria

D'altronde il talento è temuto
sempre dal potere - e nella gente
suscita invidia, sicché è combattuto
con ogni strale e ostacolo presente 

È da questa palude che, sparuto
io toccherò ben la costellazione 
da cuspide scarlatta perforato 
però farò cadere lo scorpione 

Granitiche le basi voglio tutte
sì della civiltà che deo scolpire
più forte ben di quelle che - distrutte
ebbero troppa fretta di gioire... 


lunedì 8 gennaio 2024

La ruota gira improvvisa


Sfiorati dal vento del male, o nemmeno 
fuggiste alla vista chi vide di peggio
lì non v'era nulla di facile e ameno
e digià finito era il vostro coraggio 

ma la vostra brama di pappe fatte 
e luoghi felici non v'insegnò 
per selve concrete ed astratte 
a vincer nel tempo ciò che vi straziò 

o neppure lo fece, appunto, perché 
le mani benevole della sorte 
ve ne trassero fuori - così dai perché 
viveste liberi, e da strade contorte

Sappiate che ruota gira all'improvviso 
non potrete contare su alcuna pietà 
per lo sgomento che vi storce il viso
né quando sarete spezzati a metà 

rivelando chi foste fin dall'inizio 
egoisti e deboli - mentre i saggi
cui virtù vinse lotta, già, con il vizio 
piglian ciò che pigliarono solo ad assaggi. 







sabato 6 gennaio 2024

Amaro del Delta


Vita si staglia oltre ostacoli spinosi 
non tengo alcuna voglia di affrontarli 
risfocia la mia audacia in laghi odiosi
serve a qualcosa stare a confrontarli?

Farsi piacer l'avulso non funziona
e l'incostanza non dà risultati
e come può amar qualcuno anima aliena 
ne son spauriti e disinteressati 

Qual senso ha ancora in me cantar di questo 
estetizzare un bello che non c'è
se da queste galère non ne esco
e gabbie non si aprono da sé 

Furtivi scorci di felicità 
traggo dalla natura, in qualche posto
ma so che tutto ciò non basterà 
e nel frattempo il tempo passa lesto

Attor e spettator della partita 
unico son - ed anco la racconto 
bramo che duri e che sia finita 
rivivo le sue scene e le rimonto... 



venerdì 5 gennaio 2024

Ostrica indaffarata


Penna, tu che fosti spada e scudo
manovra preventiva e fiero assalto
cappotto per il mio animo nudo
e ardita scala per salir più in alto 

dei miei pensieri noti e del pantano 
in cui annaspo - e garza lenitiva
pertugio in cui evadere lontano
se qui mancava scampo e gioia viva

Non getterò i tuoi frutti tra le alghe
della mediocrità - a veder lo scempio
che n'esce, e la mia nuova volontà
è tenerli preservati nel tuo tempio 

E tanto più adatti a un luogo sacro
saranno già, se privi delle scorie 
lasciate in lor dal macabro contatto
con i plebei e con le loro storie 

Un'ostrica ha creato mille perle
ma è stanca di quegli elementi estranei 
da cui tutto partí - le mille sberle
e gli sberleffi dei contemporanei 

Anche dove l'autore è ben protetto
resta la sua funzione già, la stessa:
scrive a creare un mondo più perfetto
scremandolo da maestosa altezza

Ma almen non perde tempo a logorarsi 
per losche lingue nere e piedi lerci 
e postumo non deve poi curarsi 
rispondendo di ciò a sguardi guerci

Rincarano la dose accusandolo
di esser soggettivo - ma l'oggetto
l'hanno guastato loro, e il correttivo
è necessario al prossimo progetto

Cioè sanare il mondo e già, per farlo
tu non puoi essere un bel colabrodo 
e il prossimo, tu devi contrastarlo
o ti ritroverai allo stesso nodo. 


lunedì 1 gennaio 2024

Fino all'imbrunire

 

L’umor cattivo e guasto lungo gli anni
donatomi da squallidi individui
che già mai vestiranno questi panni
quei di colui che dee cavalcar tigri

scena fu costruita alle sue spalle
onde lui si sarebbe logorato
e perso – rimirando nuove stelle
e sì sarebbe stato accoltellato

all’improvviso, bieco e facilmente
in quelle lande losche e tutte insane
che dentro avean spianato brutalmente
la terra al loro vomere infame

Se ignori questa genesi e chi sei
sbigottirai dinanzi al cupo evento
un colpo che sembravan trentasei
profondo – e il postumo tuo turbamento

sei nato nell’inferno e devi uscirne
ed ogni generazion sprofonda il genio
più giù di quanto possa concepirne
lui che deve creare un nuovo regno

che attinge dal passato e porta oltre
l’archetipo dell’ordine, del bene
se dee scavare sotto questa coltre
non sa neppure lui quanto conviene

Eppure il nero mondo è conformato
a fargli nuovi torti e gravi offese
nello stridore generalizzato
e il viver come morti in ogni fase

si duole di sé stesso se non riesce
rapido a perpetrar la sua vendetta
come non era, precedentemente
riuscito ad evitare la disfatta

ma deve rinsavir – rendersi conto
che le due cose – correlazionate
gli impongono di chiudere il conto
lontan nel tempo – e tutto senza rate

In tutta la sua rosa più vitale
il fato vuol che viva di espedienti
lavoro, amor, rivalsa personale
vittoria è impedita ai suoi cimenti

Però dinanzi a lui questa fortezza
di sordida realtà – or sembra troppa
anche per lui, che sì la sfiderà
ma dio: quanto già pesa sulla groppa…

non sa quanto alleati siano i vecchi
scrittori e personaggi fuori norma
e se le loro storie siano specchi
che aiutino ad uscire dalla torma…

gli sembra sol ch’egli possa intuire
ciò che sta oltre – ma senza afferrarlo
e sa che fino ed oltre l’imbrunire
roderà in lui fedele questo tarlo.