Tre giorni ancora tra le multe infami
persi - ché il tempo nostro nulla vale
rallentan la mia vita i subumani
il vischio nelle già rigide scale
Rammento ora gl'inferni del passato
laddove ogni fattore era ostile
alla vita di un giovane iniziato
che dovea traversar quel bosco vile
Io stesso non stimavo rettamente
distanza tra la mente mia e l'altrui
e mi trasvalutavo atrocemente
influenzato da quegli antri bui
Dubitar di sé stessi, discuter malamente
con argomenti acerbi e inefficaci
dover ingoiar rospi - disgustosamente
e ignorar chi saremmo diventati
La nostra volontà è oscuro sentore
inizialmente - si scopre nel percorso
e in ogni altro ruolo sei attore
lo sai, però t'impegni nel discorso
Sinché tutto si sfalda, com'è ovvio
union partita da una forzatura
e solo ultimamente l'uomo savio
accetta una parzial contronatura
che prima era assoluta, e lui infatti
la respingeva: ora la ricerca
come una sponda amica, che rimbocchi
le maniche verso una nuova meta
Dovuta alla stanchezza è questa svolta
e all'animo desensibilizzato
a tutte le questioni che una volta
vedevano il filosofo incendiato
È solo quiescente quel vulcano
e rivoli ancor sulle sue pendici
scorrono verso il mare che, profano
ribolle e ignora ben le sue radici
Ma poco vale il denunciar le colpe
l'infida genesi di quanto è stato
prima che sia compiuto un nuovo golpe
da lì, tutto sarà trasvalutato
Io la racconto a me questa poesia
che nulla di poetico ebbe invero
se non la resistenza che fu mia
con la mia penna a sfidar l'impero
E ai miei discendenti la rivolgo
che tutto sapran cogliere e andar oltre
concreti sottomettere il volgo
lungi schiacciati sotto la sua coltre.
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