Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

venerdì 22 maggio 2015

Tre poesie inedite


I tuoi piedi erano nel secchio

Aspettare quel balsamo che la realtà dorme
I demoni ballano uno ad uno
Tu vedi l’incontro scandirne le forme
Si vuol distillare il bianco dal bruno

Superficie dischianta un uomo profondo
Inciampa nel ridicolo la sua passione
Salvar dalla morte una virtù più grande
Sembra impossibile nel crollo del mondo

Non te ne capaciti però lo hai fatto
Hai infranto l’accesso alle cerchie devote
Le penne di un falco ora avvolgono un ratto
Che rode le mete impossibili o ignote


Per il suono del grano

Ogni orecchio dal suono anestetizza
Ogni cuore dal grano sterilizza
Il veleno della volgarità

Ciò che risana l’economia?
Ognuno serrato nella sua via
Proceda sicuro e non badi a niente
Sarà suo l’onore corrispondente

Ma ad ora che il diavolo scompigliò i ranghi
Fu lotta di classe, spari tra i fanghi

Bisogna vincerla in qualche modo
E tutti i rispetti vadano al rogo
Prendi il fucile e stronca l’inetto
Tortura il basso per tuo diletto
Questo si merita, stanne sicuro
Lui ti violenta a muso duro
Scalzalo via dove non deve stare
Spaventalo, pungilo, fagli del male
Il mondo ha bisogno di questa guerra
Più della bussola la nave che erra

Sia messa al muro ogni uguaglianza
E che un capitano diriga la danza
Avanti nell’epoche può trasportare
Solo un battello piramidale
Per quanto lo frusti indomito il vento
Resta il più stabile monumento.





L’IDROVORA

Non ci son barche o prati verdi né chiuse
Non andare laggiù
Non andare qui
Non andare
Non stare
Non sei
L’idrovora accoglie un dilanio che consola?
Solo qui voglio gelare tutto, il gelo
Quei che paralizza, sfiamma e frantuma
Poiché nel caldo la vita nemica è troppo forte
E viva anche in te ti ha marcito le membra e disparse di verospino che
È freddo ma non è vero ghiaccio e non scioglie
Non rispondere al telefono
Rispondi al telefono
Frantuma
Ahi basta brucia
Non il cane, dio non il cane
Non latrare lontano di sciabola
Io aiuto ciechi cinematografici sconosciuti
come nessun professionista aiuta veri ciechi amici suoi
tutti i giorni nel tubo della nicchia devi stare
lanciato nell’abitudine e nel superamento
ma altrimenti morirai
devi essere più rigido ormai
siamo al non ritorno
dio qual meticoloso e fanatico insegnante
di ciò che la forza intellettiva si prende anche senza avere
con quello che ben possiede, può creare guerrieri
dalle menti libere e d’acciaio
Quali intersezioni diaboliche vuol arbitrare il folle
Il mago, l’eroe, il santo
Smettete di cantare, uccelli
Non importa il buono e il cattivo
Esiste un buono e un cattivo
L’inferiore e il superiore
Non ci sono vie di mezzo
Le intersezioni sfasate e complesse
Sono fatte dal diavolo
Ti libererai del cattivo quando
La sua fonte contaminante sarà distrutta
Ora devi stare lontano, ci sono le radiazioni
Anche per radio
Spegni quel fischio
Spegni quei vociferi calciatori
Mai più discutere nemmeno amichevolmente
Con chi lo sport la vita la mente la politica
Solo può mediocrizzare e tu nel corpo regredire
Impastato, senza brillantina, senza buona risposta
Devi disinfettare le parole
riconquistarle
Se ne diventeranno padroni non potrai più parlare
Non potrai più pensare senza sanguinare
Devi accordarti col dio vegetale
E imitarlo prima di diventare di nuovo bestia
Devo davvero cercare il suono del ventre
Dei mangani assassini?
Non il cane


Nuove Poesie



IL TUTTO SFUMA STINGE E CORRODE

Non mireremo incantati più nulla
Non gioiremo di un ideale
Gioiosa è la morte tra le membra che sale

Essa ci mira da cima a fondo
Fruga ogni cosa, che fredda osserva
Essa ci sprezza dalla tomba alla culla

L’orizzonte estetico sembra sporsi in avanti
Uccido la morte con le mie parole?

Le sputo un liquore gonfio di vita
Che si riversi in futura prole



Non era il pettirosso


Non era il pettirosso su alcun ramo
Non era il verbo su alcun muro
Non era risposta alla voce che chiamo

I fratelli nascondono la mia innocenza
La mia gioia, la mia lieta tracotanza
Ed io non trovo i miei fratelli senza

Dentro di me ho separato me stesso
Li ho messi in gioco ma non sale il calore
Se non piglia da cose esterne al motore

Se nel tuo però sei perso
Altra scelta non hai
Devi inventare un nuovo universo




Come essere bella

Come esser bella anche senza una guerra?
La pace avventurosa, gli amori, le zingarate…
Dove sei amico mio?
Voglio trovare questa notte un calice di vita vera
Ma sembra possa scaldarmi solo quel che mi gela…
La Guerra.
Laddove l’onore è più facile gli odori si moltiplicano e si lasciano respirare.



VIENI A ME OH BELLA STAGIONE

Vieni a me o bella stagione
Sali inattesa sul mio castello
Sali e non scendere più per la vita
Per ogni pessimo giorno sia un bello

So che sì esiste un lago infinito
Magia che porta a te il suo potere
Tu puoi attingerne ad ogni disio
Ed ogni squallida spina cadere

Ci riprendiamo dell’arte il gioco
Del tragico il gusto, del faceto il riso
Quelli che mentono caccia dal regno
Ogni dolor che per loro hai inviso

Sai non fu sempre storia splendente
Figlia di orrende tribolazioni
Le risalite rancide e lente
Deboli i corpi, angosciose le agoni

Guardati bene dal mal consiglio
Di chi da un’altura ti vuole insegnare
A sollevar ponderosi ceppi
Che ancor nella vita deve adocchiare

Impara a danzar come la libellula
Che il volo sia facile come acqua fresca
E il movimento ti sgravi ogni cellula
Quell’insettina è stata sì onesta

Per quanto ancora insisti a fallire?
Per quante volte ti devi scornare?
Nelle sue forme più variopinte
Non mai accorse il bene dal male



Note di cetre

Lontano da questi muri
Che là sia un’ispirazione che duri
Un’azione che incalza da mattina a sera
Senza che la verità di una pasticca sia vera

Ho già scritto per altri ma voglio farlo di più
Ma chi si fiderebbe mai
Di chi non è stato quaggiù?

Quando getterò il quaderno voglio afferrare un’ascia
Che spacchi ogni ceppo della mia angoscia
Che per lei agguanti un mondo fatato
Più di quanto il nostro mai non fu amato

Questo mazzo di carte finisce col jolly
Quasi vuole adocchiarmi perché io non molli
Io mi rendo conto, e la rabbia non sale
Che senza lui non posso far scala reale

Che se non mi sostiene in qualche gradino
Non è sol per virtù che si crea il mio destino

Voglio pietre lucenti, voglio tiepide pietre
Voglio acque ridenti
Voglio note di cetre

In un mondo più saggio, in un mondo più colto
Non esiste distanza tra semina e raccolto
L’unico modo di ingannare il tempo
È di propiziarsi ogni suo evento.




Mostriciattoli

Sono stanco dei mostriciattoli
Che contorcete nel mio cuore
E che chiamate “soluzioni”
Sono stanco di dire “basta”
Ora basta con le illusioni
Sono stanco di essere stanco
Di sentire morire in me delle fiamme
Voglio che tutto come Okuto esploda
La feccia che udivo io più non la oda
Dove si trova la libertà? Ora è più chiaro
Che stia nel dovere, che tu possa svolgere
Dalla tua altura, e i tuoi amici al tuo fianco tenere
Essere artefice di un labirinto
Non più vagare in un labirinto
Ma non siamo più nell’adolescenza di un videogame
Vogliamo progettare solo splendidi palazzi e castelli su alture
Vogliamo negare di esser saliti?




Via da me

L’amore è un inganno che si
Stacca da queste lacrime
Come da una racchetta da tennis

Via da me, storia del mondo!
Via dal mondo, storia di me!
Va via storia!
Va via presente!
Resta tu solo che mi sei affine!

Il disordine rende più difficile
Comprendere l’ovvio
Non vi è misura senza ordine

Via da me ansia di
dire qualcosa!




Pessimismo riflessivo

I bordi delle cose
Sono diventati più pesanti
Le finiture più taglienti e complicate
Ogni piccolo è diventato scomodo

Chi non trova squallida la reciprocità di
Accuse / critiche / rimproveri
È un democratico e pertanto
Urge distaccarsi da lui

Quando stiamo male
Non piacciamo a noi stessi
E non è giusto per primo, non piacersi

I rapporti coi diversi non ci aiutano a piacerci
Sono pertanto e fin dall’inizio la fonte del malessere

La commistione culturale arricchisce?
La cultura di cui parlate è fatta di opere che denunciano
I problemi causati dal mescolamento delle culture
Non è una buona scusa creare materiale per l’arte
Comunque l’arte buona è quella che illumina e separa
E che riesce a non vergognarsi
A causa della pressione morale esterna
Fare cultura significa difendere le proprie condizioni
Intellettuali di esistenza
Esse sono altrettanto distanti delle nostre condizioni materiali
Questo è ciò che solo tutte le culture hanno in comune.




OLOGRAMMA

Quanta polvere di stelle
Può esserci in una noce disperata?

Quante noci disperate mi hanno inghiottito
Mentre inseguivo le stelle?

Adesso la Noce ha inghiottito l’Universo
Ed esso vuol riprendere le sue fattezze
Uscendo per i miei inchiostri

La noce ha assorbito le linfe che
Rendevano interessanti le cose

La noce mi ha inaridito il cuore
Che provo ad innaffiare
Con un colpevole inchiostro trasparente e salato
Che si ferma in superficie

La Noce è una palla nera e terribile
Si è presa il mondo e la mia anima

Mi ha preso la voglia di ribellarmi a lei
Mi ha fatto dire il vero

Mi ha fatto dire che ho fatto abbastanza
Mi illude o forse dice la verità
Quando afferma che i posteri continueranno
E vinceranno anche grazie a me

So che adesso vivo dentro la Noce
È terribile e sono solo gli inchiostri
Che me la fanno inquadrare dall’esterno
Come oggetto tra oggetti che sono rimasti nel cosmo
E che sono belli e pinti

Ma i suoi lacci mi richiamano al suo nucleo
Interno di disperazione
E che io mastichi i suoi pietrischi

Potrei forse scrivere all’infinito
Per ricreare quell’universo
Cosicchemmai non lo possa assorbire?




LA NOIA

La noia è
Il nulla che assorbe anche la sua espressione
E ne vuole subito un’altra
Presta e brillante

Potrebbe esserci un uccello esotico sopra quell’ombrellone
Non avrebbe il suo effetto senza la noia e presto ne verrebbe assorbito

Intorno a me ci sono persone di cui non mi importa nulla
Non le trovo interessanti
Questo strappa un pezzetto di noia?

Infinito è il suo velo
E chiunque se la porta all’altare
Con ogni oggetto rimasto impigliato nello strascico

Nessuno potrà mai riuscire ad amarla
Ma potrà dare a ciascuno dei figli



NIENTE FRONZOLI

Sono qui ad ammazzare un altro pezzo di vita
La odio come la morte e sembra stagliarsi infinita

Non si tratta, scrivendo, di una fonte negletta
Ma più precisamente di attentata vendetta

Sono grato a quel raggio, a quel volto, a quel posto?
E ne sto qui a parlare piuttosto?

Se ne parli più a lungo, ma qui sembra che a me
Stia lottando un che cerca una forza che non c’è

Ho già confezionato più perlacee cadenze
E discorsi ovattati, e confetti, ed essenze

Ma di fronte a qualcosa che contien della morte
Tu comunque lo scriva vuoi sentirti più forte

E visto che tu senza morte non scrivi
Tutte le tue pennate sono colpi tardivi


Ma dobbiamo noi farcene un cruccio?
Basta che quando leggo mi piaccio

L’aura dorata che ciascuno legga
In qualche modo, come un Dio, lo protegga

Che la volta celeste dipinta di mostri
Sia sorretta dalla cupola dei nostri inchiostri

Chi è più lesto di spada, se ne stia sulla strada
Ma se perdi dei colpi, sono qui quelli accolti

Non sarà la parola mai altro che questo
Lo stiletto di scorta di qualche contesto

Se lo sai maneggiare ti spiani la via
E la prossima strada migliore ti sia




La strada


Lassù del potere la cupola scura
lei condiziona ogni cosa che faccio
con dispiacer dell’invisa paura
vince la sfida il coraggio

Supera lesto le spine all’intorno
esistono ancora strade serene
lisce permettono lontano un giorno
di sbaragliar le catene

Non affondar tra le odiate fanghiglie
prenditi quello che manca
saranno fiere di te le tue figlie
non di una vita che stanca

Hai sminuzzato pastoie tremende
ma ci son posti imperiali
pianta lassù le tue tende
sonno dei giusti ideali

Sappi che niente tormenta di più
di essere altro da sé
non lo puoi far tutto tu
quel che ti imponi, perché?

Raccogli il calor degli amici
strappalo a pezzi nel mondo
per realizzar ciò che dici
tu devi essere tondo

Poi di natura le spine
saranno quelle che sono
sarà una sferza sublime
queste le risposte a tono

Certo danzar nel pericolo è bello
ma solamente da un dolce riparo
puoi dare al mondo, si, quello…
il santo calice amaro!





SULLA ZATTERA


Se qui ed ogni ora la vita si dimentica
nel bene e nel male essa resta identica?

Convivono paci e guerre impossibili
lambiscon di fiamme anche i dirigibili
che ti salvino come acque o foreste
sopprimono i corpi attraverso le teste

Eclissati, lascia che tutto sia nulla
tu come il sorriso di una fanciulla – scivola
la serietà oggi vive se è frivola

Quando il tuo corpo è colonizzato
non può respingere l’attacco lanciato
e la loro ascia vien presto accolta
in gergo morale si chiama “colpa”

Mi piacerebbe che ci fosse dell’altro
che io fossi più grande, più esperto, più scaltro
non mi resta che oggi il mio domandarmi
sia più lesto di ieri nel riscaldarmi

Non essere ansioso di arrivare in fondo
ritirati in questo scorcio di mondo
analizzalo ben nei particolari
sono dentro – le stanze che non sospettavi

Se volete arrivare a soffiar come Eoli
la potenza polmonare sta negli alveoli…





Scintilla d'inverno


Perché non andarsene, perché restare?
il pavimento del bagno rifugia la penna
essere del mondo una buona antenna
significa l'odio calamitare

Come puoi alzare la posta in gioco?
quando gli organi cavi, stritolati da artigli
rendon tremula e ardita la presa del poco
questo limbo del niente non trova consigli

Ti rendono trappola ogni mezzo di moto
ogni luogo disteso che possa servire
da spiraglio a quel tragico sempre più noto
per sfuggire alla morte puoi solo ammattire

I caratteri avulsi un groviglio di rovi
se da soli periscono puoi vedere un riscatto
ma se tra di essi diverso ti muovi
ogni retta scintilla è un mostro ed un ratto

La tua chiara condanna si rivolge più in alto
che più giù sei caduto, più avevi ragione
la più nera vergogna che salga sul palco
è colei che può dare a ogni cosa il suo nome

Tu non cambierai niente con giuste parole
come puoi risalire la china dei mezzi?
ad estrarre quel dente che eterno ti duole
non ti bastano attrezzi

Hai fissato il demiurgo che dall'alto ti guida
potrai solo aspettare che ti schiari la rotta
ma non puoi alterarla, per quanto lei strida
con le pietre del mondo - uscirai dalla grotta.





In quel che hai in mano

Tu non vorresti essere altrove?
ad affrontare l'azione e non l'arte
ma solamente la prima si muove
e quando è bloccata muove le carte

devi lasciare cadere i concetti
come le squame che l'anima indossa
quello che al mondo tu non accetti
qui irrobustisce le ossa

ciò che dall'altro, funesto, è creato
e che ti macchia squallido il foglio
tu puoi citarlo, essendo reato
vinci il processo, riscatti l'orgoglio

ora tu vaghi a cercare qualcosa
quello che ancor non hai detto
calma la vaga pressione arteriosa
vacci indiretto

quanto indiretto ancora non sai
prenditi un pezzo alla volta, ma
fissa quel sole che un giorno vedrai
quando aprirai quella porta

non può sognare d'essere grande
uomo che grande non sia
non ti stupire se resti in mutande
abiti lungo la via

cerchi le rime in un'altra cerchia
ecco che pronte le trovi
quel che ti sta sulla nerchia
cercalo dentro i suoi covi

eccone una ancora inusata
prova a rimar con "lontano"
la scorciatoia più grata...
è quel che hai in mano.




VADO A PRENDERE L'ACQUA

Niente rime
la pace è infinitamente inaccessibile
la guerra è il contrario di ciò che dovrebbe essere
non ci sono più alberi o reggie
nessun che protegga
ciò che aveva valore si è contaminato
ciò che ne avrà lo sarà
è finita, e continua...

come puoi essere un altro?
devi giocare per lui a Risiko
a ruba bandiera
forse per te, puoi ancora camminare nelle foglie
salire e scendere
puoi usare cacciaviti pinze martelli
il corpo può ancora fare, senza anima
le azioni, devono rifare un'anima
artigiano, costruirai un pezzo senz'anima?
forse può esistere ancora, se si decontamina
voglio rastrellare incidere mettere una pietra e la calcina
non voglio essere un autore
non parlo a nessuno
qui ci sono dittature democratiche
qui c'è erba
qui siamo solo uomini piccoli
che il mondo aiuta anziché sbriciolare
ma pensi veramente di voler tornare?
l'altura la casetta la cazzuola
qui facciamo le caldarroste
qui invece ci sono i dadi
lì c'è della nebbia
e ora le vogliamo bene
questa macchina va bene
è una buona macchina
quella forse è una buona donna
quello lì si chiama Antonio ed è un brav'uomo
mi interessa quello che talvolta dice
poi torna a se stesso
là oltre la spiaggia limacciosa
ci sono trafile di lame e campi minati
chissà se esiste un posto dove non si è sofferto?

Ascolta no è solo un giornale
leggi solo un articolo o due
dopo lo metti sotto i tronchi
qui forse verranno cinque o sei persone
però non tante di più
e sono tutti bravi ragazzi e semplici e
con una bella storia dentro le ossa

adesso vado a prendere l'acqua




ICONOCLASTIA

Imponiamo l'immanenza e troviamo
in essa il misticismo
musichiamolo
basta testi sacri
solo arte

non si finirà mai di bruciare
non ci sono abbastanza fiamme
per estinguere tutto ciò che brama dissolversi
rendiamo grazie al fuoco
e a ciò che annega
a ciò che sbiadisce
a ciò che invecchia
a ciò che seppellisce
a ciò che muore e non ritorna

non c'è niente di peggio che essere immortali
fortunatamente solo la perfezione lo è

dedichiamoci a questo spinotto verde
a questo spinotto viola a questo spinotto
blu e a quello grigio
e vediamo quanto sono importanti nell'economia
vitale del cosmo anche nella sua arte che
tutto deve ammazzare
compresa se stessa

basta cose sacre

il più delle volte un uomo non vede l'ora di aver finito
di aver fatto il proprio tempo
che qualcos'altro adesso lo faccia
e sparisca e sia altro ancora

chi è il demonio che vuol farci restare?

Eppure cerco un pezzetto di realtà
una immagine, un oggetto
che faccia restare questo testo
che gli dia un che di eterno

viviamo di piccole eternità,
perché ogni cosa ne contiene una
e brama di essere perfetta

quella fiammella non muore mai
si porta altrove
solo lei deve bruciare




IL PUNTO

Fluttuazione nel vacuo
nell'indeterminato

siamo alienati e incompleti
fuori tempo
uno stato che fallisce il collocamento
fallisce punto

non c'è più niente da afferrare
saldamente
nessun calore d'avvenire
abbiamo sbandato
tra le lame e i veleni
nella polvere irritante
ci siamo masticati
siamo stati avventurieri arditi
ci siamo fatti invadere
scomporre, contaminare
e non passa un aeroplano
a salvarci
la nostra anima va resettata
la patria ricostruita da zero

in quali mai sentieri ci incantucciamo ora?
Abbiamo perso le coordinate
abbiamo spostamenti limitati e miopi
a cui possiamo anche partecipare
con un poco di gratitudine
e distensione
più hai puntato in alto
più senti la perdizione
tutti quanti sono anime mutile
sono vite spente
sono ristori senza pensiero
sono pezzi di intelligenza
di artigianato verbale
corretto giudizio
bel commento
giusto proposito
sempre meglio di quel che più taglia
lo hanno assaggiato gli estremisti ma
questo ripiego
è quello che resta

l'ideale ha stancato
come ha stancato il piccolo reale
sbatacchiamoci tra altri piccoli reali
di sostituzione
e piccole ideazioni secondarie
c'è altro?



INFORMAGIOVANI

toccami un dito
corroderai l'intero mio corpo

sfiora il presente
devasterai il mio passato

solleva un lembo di anima
assedierai l'intero mio palazzo concettuale

...e io non ti voglio tra i piedi


LA FINE

Dillo freddo
Dillo sciolto
Dillo leggero
Non avere più niente da dire
Accompagnati verso la fine
Forse la natura la eviterà
oppure no e deve essere lieta
un gioco
Basta domande & ricorsi
Un momento


DIKTAT

Più niente da dimenticare
Niente che non sia, presto
e definitivamente dimenticato




NIENTE DI TUTTO QUESTO

sei stanco di parlare del mondo
vivendolo
non c'è altro modo che sentire
per far sentire
ma ora vuoi far sentire altro
un'anima quieta
dietro di fenomeni

la scelta del punto di vista sarebbe
la massima ambizione di ogni scrittore
ma non ti è data
e allora sei schiavo di te stesso
del ruolo che ti si è incollato
e potrebbe essere altro

vuoi annettere nuove robe
quando dovresti tagliare
solo tagliare
vigorosamente tagliare
startene fuori da questi rovi fangosi

ci riprenderemo le nostre mitragliatrici
beffarde e leggere
rideremo del coinvolgimento altrui
delle becere sensibilità di chi crede
di essere coinvolto e aver ragione
di reagire emotivamente
senza ragione
schiacceremo i piccoli animi
dentro i loro corpi
metteremo un passamontagna
alle espressioni del loro volti
un cerotto in bocca
e tanti calci in culo

se ciò non vi piace
calci in culo

vi farete la Transiberiana
a calci in culo
e vi tufferete con un calcio in culo
nel mar del Giappone
per essere divorati dai barracuda
o affondare nella fossa delle Marianne
con un blocco di cemento legato al culo

non vi piace?
Calci in culo a voi e a chi vi sostiene
calci in culo
calci nel culo
calcioni spatannati nel culo
con salti e piroette
infossati
a calci nel culo!





Ma non è qui

Quando riavrai te stesso
sarai di nuovo giovane
allora l'azione e il pensiero
saranno maggiormente amici tuoi
e il coraggio sarà men doloroso e più lieto
tu saprai ancora cosa è la speranza
e ci sarà un buon motivo per avanzare

Credo che prima o poi le battaglie
abbiano il diritto di essere belle
e la sensibilità eccessiva di spegnersi
oppure di agire da dove non riversa dentro inferni
ma crea meraviglie e agisce giustamente
come solo lei può fare

Dobbiamo essere liberi dagli influssi malefici
possiamo sempre espellere gli intrusi
ma non è comunque bene lasciarli entrare
loro gioiscono del rallentamento
che inoculano in te
massima ambizione realizzabile
senza ugualmente fermarti
quando finalmente avrai le barriere inserite
o potrai rivalerti in scioltezza
sarai restituito alla tua corsa leggiadra

Ti guastano ogni gusto di ciò che fai
rendono ogni cosa indegna di essere vissuta
se non per quel contatto speciale con il vero spirito
che ancora ti appartiene
e che nobilita quella realtà invivibile
ma sempre e ancora vissuta

Esiste un panorama dal quale
possiamo ancora ridere
esistono fiumi e rocce e locande
dove la vita è grata e non c'è fiato
malefico e basso che la intacca
esiste una mano che ti strappa via
alle contingenze, che da alienato
ti restituisce a te stesso
e poi stabilisce un contatto

Esiste questo e altro...

ma non è qui.




Monte Battaglia


La biblioteca è infinita
il tuo mondo è infinito
ma tu sei un essere finito
e vuoi ordinare gli universi

La Storia è troppo densa
anche la tua storia
di ogni cosa ormai sfuggono
fattezze e contorni
ma come puoi render loro giustizia
senza ricordarli e fissare
ogni cosa al suo posto
riscattare ogni briciola di virtù sottomessa
punendo la materia all'intorno?

Non esiste sonno più terribile
di quello di una verità sepolta

E qui ci sono identità devastate
che non si possono esaminare
perché un acquazzone acido le corrode
qui dobbiamo sostenere i mondi
e le nostre forze sono finite
ma non ancora finite

Quale buona provocazione
quale fiammella amica
ci offrirà il domani
magari all'ingresso del bosco?

Quale mai strale è strappato via
completamente? Quale mai incubo
smette di sognare in noi?

Quello che c'è lì fuori spaventerebbe Achille
ma spetta a noi soldatini dalle esili lance
ci spetta? O spetta al tempo sovrano
che tutto lima ed ogni condizione cambia?

Antico sole, che tutto puoi scaldare
noi per un rito ti visiteremo
ti rivedremo in sogno
grazie a te per un minuto
vivremo ancora.

Onore ai passeri.





Chiaroscuro volontario

Sempre vigile
tramortito, confuso, ma vigile
cosa cerchi ormai?
Non sei ancora stato nell'arena più movimentata
e allora? Piccole arene lacerano
qui il freddo tiepido tocca
un io impolverato
un antro smagliato
eppure senti energia
qui occorre una personalità infinita
e una volontà incrollabile
oppure? Oppure?
Perché non ti rassereni nel piccolo?
Questo benessere non sta bene
chi non fa giustizia merita forse giustizia?
È ovvio che chi è grande debba fare di più
cosa stiamo facendo?
In cosa stiamo contorcendoci?
Qui altre metamorfosi sono in corso
qui non facciamo più le cose come prima
non ci riusciamo
nemmeno a leggere
ma non c'è gioia, non c'è gioia
e sì, quel salmone è buono
il tè e la tartina
cosa merita un uomo?
L'uomo prende ciò che trova
e non si pone domande
chi se le pone intermedie
è una mezza salvezza e un estremo pugnale
per chi se le pone fino in fondo
Siamo davvero arrivati in fondo?
vogliamo ancora fondi?
non cerchiamo lidi caldi e fecondi?
non cerchiamo anche noi di andarcene via?
trasportami flusso
Ora nuove fatiche cerchiamo, intermedie
o intermediarie forse, come questa poesia
verso una nuova conferma di noi stessi
e della nostra strada
l'inchiostro ci soccorre infinito
se lo sappiamo prendere
quell'orso era tanto tenero
ci siamo affezionati a tutto
ad ogni bordo ricamato dei cuscini d'acciaio
dove sta il coraggio adesso?
ad ogni scorcio pittoresco dei giardini del male
È necessario?
Prendi la nostalgia a due mani
prendila con te
abbiamo diciotto anni
voglio un ragazzo di cui occuparmi
voglio un ragazzino che si occupi di me
non so cosa voglio
ma non smetto di volere

Veglia.






Se mi struggessi sul titolo non avrei imparato la lezione

Ti sia d'ispirazione la mancanza d'ispirazione
possiamo essere eternamente ispirati
se solo l'azione non è felice

e se io non leggessi davvero più nulla?
Se fossi solo un protagonista?
Se mi imponessi come unica fonte primaria
cui è necessario attingere
per cominciare a farsi un'idea?

Sta di fatto che la natura ti porta alla penna
se ti trovassi spennato
proveresti a scrivere sui muri
e sulle fronde degli alberi
a blandire le pietre
a levigare i cancelli
a giocare con l'acqua
perché diventino amici della tua azione!

Non siamo più alla fine dell'Ottocento
quello che dovevano fare l'hanno fatto
quello che doveva essere è stato
adesso deve essere altro
adesso servono le braccia di Atlante
oppure il volo più liquido mai visto
adesso diventiamo potenti e basta
adesso ci prendiamo quello che non potevano prendersi
e quello che una storia declinata al passato ci ha sottratto
provo attrazione solo nell'occhio e nella guancia
non voglio essere qui adesso un uomo di fascino
la vita è bloccata su questi sentieri
siamo finiti laggiù dove eravamo più belli e più vivi
adesso vogliamo essere bellissimi e vivi alternativamente
e vogliamo che le cose siano più facili e sempre giustificate
non è vero che dobbiamo ancora sgobbare
non si sgobba da protagonisti
chi regna non si sforza
chi regna è grato della sua mano e del suo cammino
anche della sua scalata
perché l'ha voluta lui
ma non dobbiamo tributi all'indifferenza del prossimo
oppure alla sua bieca e cattiva volontà
ora snobbiamo le pretese
ora stiamo bene d'imperio

e se ignorassimo la Storia?
Se estorcessimo precise e disimpegnate informazioni ai libri?
E se altri si occupassero di storia e noi ci occupassimo
di annientare le basi di nuove pedanterie e penose controversie?
Se non avessimo quasi o più nulla da raccontare?
Devono vederci scritta la storia in volto
quello che tu saprai fare, lo dovrai alla tua storia
ma non devi raccontarla
devi esserla, altrimenti la indebolisci
lascia che altri si perdano in storie
noi prendiamo il vantaggio delle dolci pietanze
e delle adrenaline orgasmiche frizzantine
oh quanto siamo stati storici!
oh come saremo banalmente fieri!
oh come saremo fieramente banali!
oh come piaceremo ai felici dello stesso livello!
Abbiamo forse mai scalfito i felici con le nostre torbide o limpide profondità scabrose?
Quando sentiremo la forza difenderemo la forza contro gli assalti
del debole tormentato
lui è cacciato là sotto a fare gli straordinari
lavora nel dovere e nell'invidia
è ammirevole ma l'ammirazione non deve sottrarre nulla al nostro essere nuovo
non deve intaccarlo
cominceremo appena questo testo avrà finito di parlare a proposito
non parleremo mai più a sproposito
se succederà, uccideremo l'evento
stroncandone le conseguenze e investendolo di
nuove fiumane di vittoria
e tutto a mani basse
oh come saremo quietamente raffinati e sciolti nel donare!
Oh come smetteremo di essere così impegnati con il cuore mentre agiamo
con il corpo e con la bocca, e un poco con il cervello!
Il cervello non dovrà strafare, e come in alcuni film di spionaggio e azione
lui penserà a quello che deve pensare, e sarà risolutivo
ecco come deve essere
lasciamo che la storia la scriva chi la vuole scrivere
noi facciamola
e saremo al di sopra di qualsiasi scrittore in pena
lascia che dicano, lascia che tacciano, lascia che storpino
lascia che sporchino, lascia che storcano, lascia che mentano
lascia, e raddoppierai
dopo la tempesta ci ricongiungiamo con coloro che odiavamo
buttali buttali buttali giù
ci penseranno loro
tu dall'alto non sarai ingiusto, non avranno gran che di cui rivalersi
se mai compiranno analoga impresa
ma non potranno in fondo, dovrebbero esser migliori
e come tali, amici tuoi
ora siamo presi da mille risvolti di materia
oh come siamo materialisti ora che abbiamo fatto i conti con lo spirito!
oh come siamo spiritualisti una volta agguantata la materia!
come potremo essere atei dopo aver secolarizzato gli dei!

Oh come noi potremo!





SU QUESTA PIETRA


Non cercare lontano l'ispirazione
è tutto intorno a te, non serve altro
la vita ti guida, non hai vissuto di più

nella breve distanza,
quasi nessuno ha ciò che si merita
nella lunga distanza
tutti ce l'hanno

un giorno saprai fare cose
saprai compiere scelte
che altri non possono
e tu le puoi solo
grazie al tuo preciso percorso

quello che l'uomo non può comprendere
è perché non lo ha fatto
abbine pietà e passa oltre
non soffrirne, non adirarti
cerca gli uomini che hanno vissuto
da loro puoi trarre consiglio
loro non ti lasceranno cadere nelle grinfie del male
anche se ciò sarebbe educativo
perché già loro sanno fare quello che si sono guadagnati
inutile che impari a farlo anche tu, soprattutto se non ne hai le potenzialità
ma se anche le hai, vanno utilizzate altrimenti
la vita ha posto ostacoli alla pronta realizzazione di un virtuoso
un virtuoso li ha rimossi ed ora
il prossimo deve realizzarsi oltre, senza quegli ostacoli
da un nuovo altipiano la sua forza sbaraglierà nuove forze nemiche
ed erigerà la sua cattedrale

scansa ora quello per cui non sei pronto
scansa ciò che ti ha stancato
scansa ciò che non era giusto
lo dissolverai altrove

lascia che la testa ti sia tagliata
se il fato lo deciderà
non tagliartela da solo
il possibile non è il reale
e solo il reale è davvero possibile

stai rinchiuso nel tuo percorso, si intersecherà con gli altri
se così è scritto, ma non scriverlo adesso
non puoi e non ti spetta

forse qualcosa che non puoi vedere
ti è già successo intorno
ti sta succedendo da molto tempo
lascia che il domani lo illumini
non averne paura
avrai le armi per sostenerlo
o per non sostenerlo, e allora sarà stato scritto
che la tua vita doveva finire lì
ora ci penserà qualcun altro
non si è mai da soli
e forse non si muore.





LA BESTIA NEL QUADRO

Il quadro è corroso dall'odio biologico
è imbrattato dall'invidia
la musica è intaccata ad ogni spiraglio di nota
intere linfatiche legioni all'attacco
come irate cavallette
i neuroni sprizzano il nostro sangue assassino
che vuole attorniare intridere soffocare il sangue altrui
non ci sono armi di sorta, da tenere in dispensa
per affermare se stessi

siamo annacquati spesso
nella retta percezione della guerra cosmica
di ognuno per eliminare il suo bioma alieno

possiamo essere pacifici solo a condizione
di mascherare la natura del prossimo

voglio...

artigli bestiali in fiera devastazione
ed il mondo ardente
il morso dilaniante ai nemici
triturare tutto ciò che non ci appartiene

questo è ragionare

bestie...

ognuno vuole questo.





NEI PARAGGI E POI OLTRE


Lasciata leggermente la presa
nella consapevolezza dell'impossibile
cambio di prospettive, la saggezza sorride
conforta e un poco sconforta
scosse di assestamento, l'anima non è quieta
provocazioni, crisi d'autostima
sembra tuttavia che il buon senso trionfi
eppure...

Dove si trova adesso il vessillo della virtù?
In che modo siamo ancora uomini degni?

Servono nuove potenze musicali
serve potentissimo siero ideale
che c'inebri, energia che serpeggia
nel cervello e nel corpo

velocizzeremo le letture, noi faremo...
ma come siamo stanchi anche delle prospettive
d'entusiasmo, quelle che non ci hanno mai investito davvero
la saggezza sembra indicare altre strade
più astute e quiete
quanti si ingannano credendosi in palla
quanti si fregheranno da soli
siamo poi sicuri di non essere sempre stati i più saggi di tutti?
Esserlo adesso almeno?
Essere sulla buona via per diventarlo, certo

Trai vantaggio da questo mondo
se vi sei avulso nell'intimo, continuerai a rimuginare
alternativamente, ma più vincente frattanto
in questo binomio, ti sentirai ancora lottare
e l'onore sarà ancora quieto e sentito
chi non è gladiatore ed immerso nelle spine
sembra che qui da noi non abbia cittadinanza
ma ci sono metamorfosi in corso
siamo nel regno straniero a costruire piani palazzeschi
non dimentichiamolo
lontana è una nuova fierezza
ingenua come la vecchia
ci illudevamo che la luce e il buon senso
potessero essere condivisi e far breccia
eravamo banalmente giovani
conserviamo ora pezzetti di curiosità
per i passetti avanti che ci aspettano
nei paraggi e poi oltre.




La giostra sulla strada

Saliamo sulle giostre dei bambini
piccole o grandi le cose decadono
e svaniscono
ma viviamo in esse

e se davvero nessuno creasse più nulla?
E se prendessimo quel che un uomo
si ostina a creare?
Non catalizziamo il suo nichilismo
lasciamo che la vita lo porti a sentenziare per il nulla

Non vogliamo più rendere ragione
delle idee, né dei fatti
sono esistite idee e fatti
vogliamo che tutto passi
come possiamo tenere duro
e alto il vessillo del pensiero
e del corpo?
Detestavamo ogni cosa che perdeva di vigore
e ambizione verso la rettitudine
ogni perdita di compostezza
di vigile attenzione
di spolvero

Dove ancora noi tiriamo diritto?
In queste parole?
Nella realtà più ridotta in cui
riusciamo a muoverci?

Non vogliamo il biglietto della giostra e poterci
spostare ancora al suo interno con una piccola volontà
oppure scendere e sederci sulla panchina o ancora
girovagare (marciare?) per il parco?
E la strada? E la strada?
Esiste ancora la strada?

La mia penna cerca di lastricare una strada
di giostre

La mia vita vuole lanciar dalla giostra le strade

non so cosa preferisco

ma è solo ciò che posso creare.




DA QUESTE LUCI

Qui luci afrodisiache e sostanze
allieterebbero il tunnel
se lettere e immagini tagliano
si stagliano su un marmo che non c'è
c'è un tessuto umbratile

ma qui non vivranno più esseri corrosivi
brulicheranno altrove
adesso abbiamo la luce arancio e viola
azzurra e verde, gialla e bianca
guarda come li prende, guarda come li annienta
qui non c'è niente di torbido
qui siamo belli e forti quanto basta
eternamente

quante coscienze sono state rimosse
dopo le guerre perdute
ma c'era un'ara illuminata all'uranio
forse sta pregando ancora

cosa abbiamo ricostruito davvero
cosa è cresciuto nelle fattezze presenti
di ciò che era antico?
Potrà forse distaccarsene?

Ma non è forse per te come
per quell'uomo d'affari
quell'atleta altrimenti
da quale pulpito ancora parli degnamente,
anche solo a te stesso?
Hai un piede di qua e un piede di là
chi è mai più sicuro di voler ricordare?
Se gli ideali dormono sotto la realtà impossibile
in quali forme ancora
serpeggiano in essa?

Il mondo è ancora improntato ai dettami
di ogni preciso vincitore
l'inerzia domina, e la costanza del suo spirito
la sua esigenza muta di fase, ma non di natura
i buoni sono già tutti dalla stessa parte
nessuno sforzo verso chi non vi si pone d'istinto
di chiaro sguardo anche solo una volta lanciato
in una radura dell'essere.

Gli steli d'erba faranno la differenza.




PER IL NUOVO PASSATO


Esistono per ognuno
ricordi perfetti
devi scomporre
distillare

ma quanto puoi davvero separarli dal nero
se tu li guardi dalla prospettiva del presente
che rende sensibile tutto il serpente?

esiste un'era precorrotta
ma già presaga di quel che sarebbe stato
vorresti scantonare la disgrazia

vedi un'astronavicella
che ti segue da presso e veglia
aspirando ogni circostanza che infanga
e piaga la bellezza

chi si sposta sul piano del possibile
non può non poggiarsi sul piano del reale
Ma davvero?
Deve invece usare la magia audace e quieta
deve rifondare l'esperienza
stagliando nuovi paesaggi grati
quelli che ti terranno caldo
nello spirito e che potrai espandere

L'uomo è portato ad espandere gli scenari d'incubo
se non accetti il passato devi accettare che
il tuo giovane infelice muoia con lui
così smetterà di essere vecchio

Non si può continuare a calcare il piede
sul marcio, e pretendere di spiccare un salto
e di non rabbrividire
ci sono terreni giovani e fecondi
la terra intatta, che aspetta le corse
di questi ragazzini avventurieri
adulti, che vogliono crescere di nuovo
daccapo.





Su queste alette

Il tempo non può essere utilizzato meglio
di come viene utilizzato

molla i rimpianti

ti sei distaccato dagli obblighi
e hai fatto più strada

hai amato il vuoto, il bilico
poi il gelo ed il rovo

amiamo forse adesso le distensioni
consentite dalla saggezza

forse qui c'è una porta da attraversare
forse su questa fune occorre stare in equilibrio
forse occorre lasciarsi cadere

talvolta seguire una regola è rompere una regola
talvolta rompere una regola è seguire una regola

siamo poi sicuri, che ciò che è divenuto regola sia
più facile?

Non siamo forse ignoranti
di ciò che ci hanno fatto dimenticare?

La nostra essenza...

e se fossimo superficialmente profondi
tanto per non essere profondamente superficiali?

Adesso vediamo dove ci porta la brezza
dove ci sbatacchia la corrente
e stiamo attenti a percepire
anche nella mezza narcosi, che molto tralascia

ci sarà ad un certo punto una illuminazione
una nuova presa di posizione
afferreremo di nuovo il timone e saremo imperiosi

e attenti a non cadere invano dentro vecchie regole...

lascia agire quello che in natura è più saggio
che è più forte, più dolce e più brutale

ora dileguati e spara sciolto la parola giusta
ti attaccheranno da conformisti senza nerbo
e senza spirito
nulla di autogeno
li spiazzerai

quel che li spiazza, un giorno li spazza

ma non voglio finire aggressivo

voglio tornare alla guerra
come chi la può vincere

ora si vince glissando
si glissa perdendo

ecco che ne ho scritta un'altra.




Sul più affilato dei rasoi


Siamo invasi dai raspi corrosivi dell'uva
sentiamo l'odore dolciastro
ora il calore di acque e coperte
ci è amico soltanto a metà

dietro ogni sipario
una realtà che raspa

Se il vero sarà stuprato
una piccola reazione virtuosa
sarà proiettata in un vizio mostruoso e complesso
...allora dichiareremo guerra al mondo
senza quartiere
devastazioni stellari saranno necessarie
per scontare la colpa
si scoteranno gli oceani
ma forse possiamo pensare
che il falso porti più danno
a colui che lo pensa
che non a colui che lo subisce
e così non straziarci a sentirla
la zampona fetida della menzogna
il caprone demonio che tutto travolge
in muriatiche barbare legioni
non la contrasteremo dunque
le lasceremo il suo corso
e poi la prenderemo in contropiede
o scialacquerà via


La Tecnologia moderna
ammalata di mercato
e di imbecillità
ce la pagherà cara
l'Informatica sarà abbassata
dal livello di scienza
a ridicolo sterco

tutto ciò che è ammalato di democrazia
e di speculazione cadrà in un inferno dimenticato
spazzato via

Quell'uomo era apparentemente eroico
ma la sua quiete lo ridimensiona
in questo bacino serpeggiano e sublimano
idee più profonde, più dure, più morbide, più difficili,
più contrarie, più delicate, più forti, più deboli,
più ferventi, più stanche, più vecchie, più nuove, più fradicie, più scabre,
più limpide, più ignoranti, più sagge, più traballanti, più solide,
più umane, più disumane, più intime, più estranee,
più conosciute, più inusitate,
più ideali, più concrete nel modo in cui
vengono avversate

E non importa quello che sono gli altri
staccati e soccorri lontano, insegui quello che sei
sei ancora tra i più illusi del pianeta

Lascia che la sorte decida la fama o l'oblio
non cercare mai ciò che non vuoi con tutto il cuore

Tutti gli influssi ci permeano, la potenza di quello che ascolti,
che vedi e che tocchi, che frequenti...
è impressionate, durevole, se non vi si impone rimedio,
monumentale e preciso, eradicante,
sciacquante

Non sentire le vergate dello sport
della musica, della politica, della cronaca, della storia,
e amplificate quelle della scrittura
annulla quelle che non ti riguardano
e ammollisci le tue

sono tutti immersi nell'emolliente
o morirebbero - e spesso gli strali non son poi
così profondamente determinati
da un sentimento distruttivo
e c'è sempre meno pensiero
di quel che pensi

Ma le persone che non ti perdonano
non perdonarle nemmeno tu
quelle che non ti pensano
non pensarle nemmeno tu

Dopo gli incendi, resta la fuliggine
si ha nostalgia di ciò che non era corrotto

Serve una dolce cordigliera
di cose belle

a volte non c'è
e devi inventarla
di solito è un animaletto
o una pianta, un raggio, una sostanza
uno scenario antico
o futurista

ma è sempre un elemento amico

non mi stupisce che oggi non ci sia
e che io non voglia inventare un bel nulla.




ESSO

Non parlare di Esso

se non esistesse
non scriveresti nulla

ma deve essere
un sottofondo sconfitto

la Scultura deve abbandonarlo
scolpirsi da esso

di esso le scaglie le cadano intorno
e la di lei personalità
lo schiacci

ora ci sono di nuovo le ali azzurre
che parlano a cieli amici

c'è stata una tempesta

guarda quante cose adesso
hanno un altro colore

la vita ha scordato la morte
e sola così può vivere




L'evoluzione della specie

La nottola è stata
violentata dai bracconieri
ancora e ancora

ora è atrofica e sterile
vive traslata e ipotetica
non poggia su un ceppo
vivo e pulsante
il verde l'ha abbandonata
i suoi svolazzi sono brevi
e l'antica eleganza
sembra solo maniera
osserva pigramente
ciò che le scorre intorno

ma non ha lo spirito di altre bestie
più robuste e acerbe
per potersi riversare in esse
attende sul filo
non guarda molto
ma muove il collo