IL
TUTTO SFUMA STINGE E CORRODE
Non
mireremo incantati più nulla
Non
gioiremo di un ideale
Gioiosa
è la morte tra le membra che sale
Essa
ci mira da cima a fondo
Fruga
ogni cosa, che fredda osserva
Essa
ci sprezza dalla tomba alla culla
L’orizzonte
estetico sembra sporsi in avanti
Uccido
la morte con le mie parole?
Le
sputo un liquore gonfio di vita
Che
si riversi in futura prole
Non
era il pettirosso
Non
era il pettirosso su alcun ramo
Non
era il verbo su alcun muro
Non
era risposta alla voce che chiamo
I
fratelli nascondono la mia innocenza
La
mia gioia, la mia lieta tracotanza
Ed
io non trovo i miei fratelli senza
Dentro
di me ho separato me stesso
Li
ho messi in gioco ma non sale il calore
Se
non piglia da cose esterne al motore
Se
nel tuo però sei perso
Altra
scelta non hai
Devi
inventare un nuovo universo
Come
essere bella
Come
esser bella anche senza una guerra?
La
pace avventurosa, gli amori, le zingarate…
Dove
sei amico mio?
Voglio
trovare questa notte un calice di vita vera
Ma
sembra possa scaldarmi solo quel che mi gela…
La
Guerra.
Laddove
l’onore è più facile gli odori si moltiplicano e si lasciano
respirare.
VIENI
A ME OH BELLA STAGIONE
Vieni
a me o bella stagione
Sali
inattesa sul mio castello
Sali
e non scendere più per la vita
Per
ogni pessimo giorno sia un bello
So
che sì esiste un lago infinito
Magia
che porta a te il suo potere
Tu
puoi attingerne ad ogni disio
Ed
ogni squallida spina cadere
Ci
riprendiamo dell’arte il gioco
Del
tragico il gusto, del faceto il riso
Quelli
che mentono caccia dal regno
Ogni
dolor che per loro hai inviso
Sai
non fu sempre storia splendente
Figlia
di orrende tribolazioni
Le
risalite rancide e lente
Deboli
i corpi, angosciose le agoni
Guardati
bene dal mal consiglio
Di
chi da un’altura ti vuole insegnare
A
sollevar ponderosi ceppi
Che
ancor nella vita deve adocchiare
Impara
a danzar come la libellula
Che
il volo sia facile come acqua fresca
E
il movimento ti sgravi ogni cellula
Quell’insettina
è stata sì onesta
Per
quanto ancora insisti a fallire?
Per
quante volte ti devi scornare?
Nelle
sue forme più variopinte
Non
mai accorse il bene dal male
Note
di cetre
Lontano
da questi muri
Che
là sia un’ispirazione che duri
Un’azione
che incalza da mattina a sera
Senza
che la verità di una pasticca sia vera
Ho
già scritto per altri ma voglio farlo di più
Ma
chi si fiderebbe mai
Di
chi non è stato quaggiù?
Quando
getterò il quaderno voglio afferrare un’ascia
Che
spacchi ogni ceppo della mia angoscia
Che
per lei agguanti un mondo fatato
Più
di quanto il nostro mai non fu amato
Questo
mazzo di carte finisce col jolly
Quasi
vuole adocchiarmi perché io non molli
Io
mi rendo conto, e la rabbia non sale
Che
senza lui non posso far scala reale
Che
se non mi sostiene in qualche gradino
Non
è sol per virtù che si crea il mio destino
Voglio
pietre lucenti, voglio tiepide pietre
Voglio
acque ridenti
Voglio
note di cetre
In
un mondo più saggio, in un mondo più colto
Non
esiste distanza tra semina e raccolto
L’unico
modo di ingannare il tempo
È
di propiziarsi ogni suo evento.
Mostriciattoli
Sono
stanco dei mostriciattoli
Che
contorcete nel mio cuore
E
che chiamate “soluzioni”
Sono
stanco di dire “basta”
Ora
basta con le illusioni
Sono
stanco di essere stanco
Di
sentire morire in me delle fiamme
Voglio
che tutto come Okuto esploda
La
feccia che udivo io più non la oda
Dove
si trova la libertà? Ora è più chiaro
Che
stia nel dovere, che tu possa svolgere
Dalla
tua altura, e i tuoi amici al tuo fianco tenere
Essere
artefice di un labirinto
Non
più vagare in un labirinto
Ma
non siamo più nell’adolescenza di un videogame
Vogliamo
progettare solo splendidi palazzi e castelli su alture
Vogliamo
negare di esser saliti?
Via
da me
L’amore
è un inganno che si
Stacca
da queste lacrime
Come
da una racchetta da tennis
Via
da me, storia del mondo!
Via
dal mondo, storia di me!
Va
via storia!
Va
via presente!
Resta
tu solo che mi sei affine!
Il
disordine rende più difficile
Comprendere
l’ovvio
Non
vi è misura senza ordine
Via
da me ansia di
dire
qualcosa!
Pessimismo
riflessivo
I
bordi delle cose
Sono
diventati più pesanti
Le
finiture più taglienti e complicate
Ogni
piccolo è diventato scomodo
Chi
non trova squallida la reciprocità di
Accuse
/ critiche / rimproveri
È
un democratico e pertanto
Urge
distaccarsi da lui
Quando
stiamo male
Non
piacciamo a noi stessi
E
non è giusto per primo, non piacersi
I
rapporti coi diversi non ci aiutano a piacerci
Sono
pertanto e fin dall’inizio la fonte del malessere
La
commistione culturale arricchisce?
La
cultura di cui parlate è fatta di opere che denunciano
I
problemi causati dal mescolamento delle culture
Non
è una buona scusa creare materiale per l’arte
Comunque
l’arte buona è quella che illumina e separa
E
che riesce a non vergognarsi
A
causa della pressione morale esterna
Fare
cultura significa difendere le proprie condizioni
Intellettuali
di esistenza
Esse
sono altrettanto distanti delle nostre condizioni materiali
Questo
è ciò che solo tutte le culture hanno in comune.
OLOGRAMMA
Quanta
polvere di stelle
Può
esserci in una noce disperata?
Quante
noci disperate mi hanno inghiottito
Mentre
inseguivo le stelle?
Adesso
la Noce ha inghiottito l’Universo
Ed
esso vuol riprendere le sue fattezze
Uscendo
per i miei inchiostri
La
noce ha assorbito le linfe che
Rendevano
interessanti le cose
La
noce mi ha inaridito il cuore
Che
provo ad innaffiare
Con
un colpevole inchiostro trasparente e salato
Che
si ferma in superficie
La
Noce è una palla nera e terribile
Si
è presa il mondo e la mia anima
Mi
ha preso la voglia di ribellarmi a lei
Mi
ha fatto dire il vero
Mi
ha fatto dire che ho fatto abbastanza
Mi
illude o forse dice la verità
Quando
afferma che i posteri continueranno
E
vinceranno anche grazie a me
So
che adesso vivo dentro la Noce
È
terribile e sono solo gli inchiostri
Che
me la fanno inquadrare dall’esterno
Come
oggetto tra oggetti che sono rimasti nel cosmo
E
che sono belli e pinti
Ma
i suoi lacci mi richiamano al suo nucleo
Interno
di disperazione
E
che io mastichi i suoi pietrischi
Potrei
forse scrivere all’infinito
Per
ricreare quell’universo
Cosicchemmai
non lo possa assorbire?
LA
NOIA
La
noia è
Il
nulla che assorbe anche la sua espressione
E
ne vuole subito un’altra
Presta
e brillante
Potrebbe
esserci un uccello esotico sopra quell’ombrellone
Non
avrebbe il suo effetto senza la noia e presto ne verrebbe assorbito
Intorno
a me ci sono persone di cui non mi importa nulla
Non
le trovo interessanti
Questo
strappa un pezzetto di noia?
Infinito
è il suo velo
E
chiunque se la porta all’altare
Con
ogni oggetto rimasto impigliato nello strascico
Nessuno
potrà mai riuscire ad amarla
Ma
potrà dare a ciascuno dei figli
NIENTE
FRONZOLI
Sono
qui ad ammazzare un altro pezzo di vita
La
odio come la morte e sembra stagliarsi infinita
Non
si tratta, scrivendo, di una fonte negletta
Ma
più precisamente di attentata vendetta
Sono
grato a quel raggio, a quel volto, a quel posto?
E
ne sto qui a parlare piuttosto?
Se
ne parli più a lungo, ma qui sembra che a me
Stia
lottando un che cerca una forza che non c’è
Ho
già confezionato più perlacee cadenze
E
discorsi ovattati, e confetti, ed essenze
Ma
di fronte a qualcosa che contien della morte
Tu
comunque lo scriva vuoi sentirti più forte
E
visto che tu senza morte non scrivi
Tutte
le tue pennate sono colpi tardivi
Ma
dobbiamo noi farcene un cruccio?
Basta
che quando leggo mi piaccio
L’aura
dorata che ciascuno legga
In
qualche modo, come un Dio, lo protegga
Che
la volta celeste dipinta di mostri
Sia
sorretta dalla cupola dei nostri inchiostri
Chi
è più lesto di spada, se ne stia sulla strada
Ma
se perdi dei colpi, sono qui quelli accolti
Non
sarà la parola mai altro che questo
Lo
stiletto di scorta di qualche contesto
Se
lo sai maneggiare ti spiani la via
E
la prossima strada migliore ti sia
La
strada
Lassù
del potere la cupola scura
lei
condiziona ogni cosa che faccio
con
dispiacer dell’invisa paura
vince
la sfida il coraggio
Supera
lesto le spine all’intorno
esistono
ancora strade serene
lisce
permettono lontano un giorno
di
sbaragliar le catene
Non
affondar tra le odiate fanghiglie
prenditi
quello che manca
saranno
fiere di te le tue figlie
non di
una vita che stanca
Hai
sminuzzato pastoie tremende
ma ci
son posti imperiali
pianta
lassù le tue tende
sonno
dei giusti ideali
Sappi
che niente tormenta di più
di
essere altro da sé
non lo
puoi far tutto tu
quel
che ti imponi, perché?
Raccogli
il calor degli amici
strappalo
a pezzi nel mondo
per
realizzar ciò che dici
tu devi
essere tondo
Poi di
natura le spine
saranno
quelle che sono
sarà
una sferza sublime
queste
le risposte a tono
Certo
danzar nel pericolo è bello
ma
solamente da un dolce riparo
puoi
dare al mondo, si, quello…
il
santo calice amaro!
SULLA
ZATTERA
Se qui
ed ogni ora la vita si dimentica
nel
bene e nel male essa resta identica?
Convivono
paci e guerre impossibili
lambiscon
di fiamme anche i dirigibili
che ti
salvino come acque o foreste
sopprimono
i corpi attraverso le teste
Eclissati,
lascia che tutto sia nulla
tu come
il sorriso di una fanciulla – scivola
la
serietà oggi vive se è frivola
Quando
il tuo corpo è colonizzato
non può
respingere l’attacco lanciato
e la
loro ascia vien presto accolta
in
gergo morale si chiama “colpa”
Mi
piacerebbe che ci fosse dell’altro
che io
fossi più grande, più esperto, più scaltro
non mi
resta che oggi il mio domandarmi
sia più
lesto di ieri nel riscaldarmi
Non
essere ansioso di arrivare in fondo
ritirati
in questo scorcio di mondo
analizzalo
ben nei particolari
sono
dentro – le stanze che non sospettavi
Se
volete arrivare a soffiar come Eoli
la
potenza polmonare sta negli alveoli…
Scintilla
d'inverno
Perché
non andarsene, perché restare?
il
pavimento del bagno rifugia la penna
essere
del mondo una buona antenna
significa
l'odio calamitare
Come
puoi alzare la posta in gioco?
quando
gli organi cavi, stritolati da artigli
rendon
tremula e ardita la presa del poco
questo
limbo del niente non trova consigli
Ti
rendono trappola ogni mezzo di moto
ogni
luogo disteso che possa servire
da
spiraglio a quel tragico sempre più noto
per
sfuggire alla morte puoi solo ammattire
I
caratteri avulsi un groviglio di rovi
se da
soli periscono puoi vedere un riscatto
ma se
tra di essi diverso ti muovi
ogni
retta scintilla è un mostro ed un ratto
La tua
chiara condanna si rivolge più in alto
che più
giù sei caduto, più avevi ragione
la più
nera vergogna che salga sul palco
è
colei che può dare a ogni cosa il suo nome
Tu non
cambierai niente con giuste parole
come
puoi risalire la china dei mezzi?
ad
estrarre quel dente che eterno ti duole
non ti
bastano attrezzi
Hai
fissato il demiurgo che dall'alto ti guida
potrai
solo aspettare che ti schiari la rotta
ma non
puoi alterarla, per quanto lei strida
con le
pietre del mondo - uscirai dalla grotta.
In
quel che hai in mano
Tu non
vorresti essere altrove?
ad
affrontare l'azione e non l'arte
ma
solamente la prima si muove
e
quando è bloccata muove le carte
devi
lasciare cadere i concetti
come le
squame che l'anima indossa
quello
che al mondo tu non accetti
qui
irrobustisce le ossa
ciò
che dall'altro, funesto, è creato
e che
ti macchia squallido il foglio
tu puoi
citarlo, essendo reato
vinci
il processo, riscatti l'orgoglio
ora tu
vaghi a cercare qualcosa
quello
che ancor non hai detto
calma
la vaga pressione arteriosa
vacci
indiretto
quanto
indiretto ancora non sai
prenditi
un pezzo alla volta, ma
fissa
quel sole che un giorno vedrai
quando
aprirai quella porta
non può
sognare d'essere grande
uomo
che grande non sia
non ti
stupire se resti in mutande
abiti
lungo la via
cerchi
le rime in un'altra cerchia
ecco
che pronte le trovi
quel
che ti sta sulla nerchia
cercalo
dentro i suoi covi
eccone
una ancora inusata
prova a
rimar con "lontano"
la
scorciatoia più grata...
è quel
che hai in mano.
VADO
A PRENDERE L'ACQUA
Niente
rime
la pace
è infinitamente inaccessibile
la
guerra è il contrario di ciò che dovrebbe essere
non ci
sono più alberi o reggie
nessun
che protegga
ciò
che aveva valore si è contaminato
ciò
che ne avrà lo sarà
è
finita, e continua...
come
puoi essere un altro?
devi
giocare per lui a Risiko
a ruba
bandiera
forse
per te, puoi ancora camminare nelle foglie
salire
e scendere
puoi
usare cacciaviti pinze martelli
il
corpo può ancora fare, senza anima
le
azioni, devono rifare un'anima
artigiano,
costruirai un pezzo senz'anima?
forse
può esistere ancora, se si decontamina
voglio
rastrellare incidere mettere una pietra e la calcina
non
voglio essere un autore
non
parlo a nessuno
qui ci
sono dittature democratiche
qui c'è
erba
qui
siamo solo uomini piccoli
che il
mondo aiuta anziché sbriciolare
ma
pensi veramente di voler tornare?
l'altura
la casetta la cazzuola
qui
facciamo le caldarroste
qui
invece ci sono i dadi
lì c'è
della nebbia
e ora
le vogliamo bene
questa
macchina va bene
è una
buona macchina
quella
forse è una buona donna
quello
lì si chiama Antonio ed è un brav'uomo
mi
interessa quello che talvolta dice
poi
torna a se stesso
là
oltre la spiaggia limacciosa
ci sono
trafile di lame e campi minati
chissà
se esiste un posto dove non si è sofferto?
Ascolta
no è solo un giornale
leggi
solo un articolo o due
dopo lo
metti sotto i tronchi
qui
forse verranno cinque o sei persone
però
non tante di più
e sono
tutti bravi ragazzi e semplici e
con una
bella storia dentro le ossa
adesso
vado a prendere l'acqua
ICONOCLASTIA
Imponiamo
l'immanenza e troviamo
in essa
il misticismo
musichiamolo
basta
testi sacri
solo
arte
non si
finirà mai di bruciare
non ci
sono abbastanza fiamme
per
estinguere tutto ciò che brama dissolversi
rendiamo
grazie al fuoco
e a ciò
che annega
a ciò
che sbiadisce
a ciò
che invecchia
a ciò
che seppellisce
a ciò
che muore e non ritorna
non c'è
niente di peggio che essere immortali
fortunatamente
solo la perfezione lo è
dedichiamoci
a questo spinotto verde
a
questo spinotto viola a questo spinotto
blu e a
quello grigio
e
vediamo quanto sono importanti nell'economia
vitale
del cosmo anche nella sua arte che
tutto
deve ammazzare
compresa
se stessa
basta
cose sacre
il più
delle volte un uomo non vede l'ora di aver finito
di aver
fatto il proprio tempo
che
qualcos'altro adesso lo faccia
e
sparisca e sia altro ancora
chi è
il demonio che vuol farci restare?
Eppure
cerco un pezzetto di realtà
una
immagine, un oggetto
che
faccia restare questo testo
che gli
dia un che di eterno
viviamo
di piccole eternità,
perché
ogni cosa ne contiene una
e brama
di essere perfetta
quella
fiammella non muore mai
si
porta altrove
solo
lei deve bruciare
IL
PUNTO
Fluttuazione
nel vacuo
nell'indeterminato
siamo
alienati e incompleti
fuori
tempo
uno
stato che fallisce il collocamento
fallisce
punto
non c'è
più niente da afferrare
saldamente
nessun
calore d'avvenire
abbiamo
sbandato
tra le
lame e i veleni
nella
polvere irritante
ci
siamo masticati
siamo
stati avventurieri arditi
ci
siamo fatti invadere
scomporre,
contaminare
e non
passa un aeroplano
a
salvarci
la
nostra anima va resettata
la
patria ricostruita da zero
in
quali mai sentieri ci incantucciamo ora?
Abbiamo
perso le coordinate
abbiamo
spostamenti limitati e miopi
a cui
possiamo anche partecipare
con un
poco di gratitudine
e
distensione
più
hai puntato in alto
più
senti la perdizione
tutti
quanti sono anime mutile
sono
vite spente
sono
ristori senza pensiero
sono
pezzi di intelligenza
di
artigianato verbale
corretto
giudizio
bel
commento
giusto
proposito
sempre
meglio di quel che più taglia
lo
hanno assaggiato gli estremisti ma
questo
ripiego
è
quello che resta
l'ideale
ha stancato
come ha
stancato il piccolo reale
sbatacchiamoci
tra altri piccoli reali
di
sostituzione
e
piccole ideazioni secondarie
c'è
altro?
INFORMAGIOVANI
toccami
un dito
corroderai
l'intero mio corpo
sfiora
il presente
devasterai
il mio passato
solleva
un lembo di anima
assedierai
l'intero mio palazzo concettuale
...e io
non ti voglio tra i piedi
LA
FINE
Dillo
freddo
Dillo
sciolto
Dillo
leggero
Non
avere più niente da dire
Accompagnati
verso la fine
Forse
la natura la eviterà
oppure
no e deve essere lieta
un
gioco
Basta
domande & ricorsi
Un
momento
DIKTAT
Più
niente da dimenticare
Niente
che non sia, presto
e
definitivamente dimenticato
NIENTE
DI TUTTO QUESTO
sei
stanco di parlare del mondo
vivendolo
non c'è
altro modo che sentire
per far
sentire
ma ora
vuoi far sentire altro
un'anima
quieta
dietro
di fenomeni
la
scelta del punto di vista sarebbe
la
massima ambizione di ogni scrittore
ma non
ti è data
e
allora sei schiavo di te stesso
del
ruolo che ti si è incollato
e
potrebbe essere altro
vuoi
annettere nuove robe
quando
dovresti tagliare
solo
tagliare
vigorosamente
tagliare
startene
fuori da questi rovi fangosi
ci
riprenderemo le nostre mitragliatrici
beffarde
e leggere
rideremo
del coinvolgimento altrui
delle
becere sensibilità di chi crede
di
essere coinvolto e aver ragione
di
reagire emotivamente
senza
ragione
schiacceremo
i piccoli animi
dentro
i loro corpi
metteremo
un passamontagna
alle
espressioni del loro volti
un
cerotto in bocca
e tanti
calci in culo
se ciò
non vi piace
calci
in culo
vi
farete la Transiberiana
a calci
in culo
e vi
tufferete con un calcio in culo
nel mar
del Giappone
per
essere divorati dai barracuda
o
affondare nella fossa delle Marianne
con un
blocco di cemento legato al culo
non vi
piace?
Calci
in culo a voi e a chi vi sostiene
calci
in culo
calci
nel culo
calcioni
spatannati nel culo
con
salti e piroette
infossati
a calci
nel culo!
Ma
non è qui
Quando
riavrai te stesso
sarai
di nuovo giovane
allora
l'azione e il pensiero
saranno
maggiormente amici tuoi
e il
coraggio sarà men doloroso e più lieto
tu
saprai ancora cosa è la speranza
e ci
sarà un buon motivo per avanzare
Credo
che prima o poi le battaglie
abbiano
il diritto di essere belle
e la
sensibilità eccessiva di spegnersi
oppure
di agire da dove non riversa dentro inferni
ma crea
meraviglie e agisce giustamente
come
solo lei può fare
Dobbiamo
essere liberi dagli influssi malefici
possiamo
sempre espellere gli intrusi
ma non
è comunque bene lasciarli entrare
loro
gioiscono del rallentamento
che
inoculano in te
massima
ambizione realizzabile
senza
ugualmente fermarti
quando
finalmente avrai le barriere inserite
o
potrai rivalerti in scioltezza
sarai
restituito alla tua corsa leggiadra
Ti
guastano ogni gusto di ciò che fai
rendono
ogni cosa indegna di essere vissuta
se non
per quel contatto speciale con il vero spirito
che
ancora ti appartiene
e che
nobilita quella realtà invivibile
ma
sempre e ancora vissuta
Esiste
un panorama dal quale
possiamo
ancora ridere
esistono
fiumi e rocce e locande
dove la
vita è grata e non c'è fiato
malefico
e basso che la intacca
esiste
una mano che ti strappa via
alle
contingenze, che da alienato
ti
restituisce a te stesso
e poi
stabilisce un contatto
Esiste
questo e altro...
ma non
è qui.
Monte
Battaglia
La
biblioteca è infinita
il tuo
mondo è infinito
ma tu
sei un essere finito
e vuoi
ordinare gli universi
La
Storia è troppo densa
anche
la tua storia
di ogni
cosa ormai sfuggono
fattezze
e contorni
ma come
puoi render loro giustizia
senza
ricordarli e fissare
ogni
cosa al suo posto
riscattare
ogni briciola di virtù sottomessa
punendo
la materia all'intorno?
Non
esiste sonno più terribile
di
quello di una verità sepolta
E qui
ci sono identità devastate
che non
si possono esaminare
perché
un acquazzone acido le corrode
qui
dobbiamo sostenere i mondi
e le
nostre forze sono finite
ma non
ancora finite
Quale
buona provocazione
quale
fiammella amica
ci
offrirà il domani
magari
all'ingresso del bosco?
Quale
mai strale è strappato via
completamente?
Quale mai incubo
smette
di sognare in noi?
Quello
che c'è lì fuori spaventerebbe Achille
ma
spetta a noi soldatini dalle esili lance
ci
spetta? O spetta al tempo sovrano
che
tutto lima ed ogni condizione cambia?
Antico
sole, che tutto puoi scaldare
noi per
un rito ti visiteremo
ti
rivedremo in sogno
grazie
a te per un minuto
vivremo
ancora.
Onore
ai passeri.
Chiaroscuro
volontario
Sempre
vigile
tramortito,
confuso, ma vigile
cosa
cerchi ormai?
Non sei
ancora stato nell'arena più movimentata
e
allora? Piccole arene lacerano
qui il
freddo tiepido tocca
un io
impolverato
un
antro smagliato
eppure
senti energia
qui
occorre una personalità infinita
e una
volontà incrollabile
oppure?
Oppure?
Perché
non ti rassereni nel piccolo?
Questo
benessere non sta bene
chi non
fa giustizia merita forse giustizia?
È
ovvio che chi è grande debba fare di più
cosa
stiamo facendo?
In cosa
stiamo contorcendoci?
Qui
altre metamorfosi sono in corso
qui non
facciamo più le cose come prima
non ci
riusciamo
nemmeno
a leggere
ma non
c'è gioia, non c'è gioia
e sì,
quel salmone è buono
il tè
e la tartina
cosa
merita un uomo?
L'uomo
prende ciò che trova
e non
si pone domande
chi se
le pone intermedie
è una
mezza salvezza e un estremo pugnale
per chi
se le pone fino in fondo
Siamo
davvero arrivati in fondo?
vogliamo
ancora fondi?
non
cerchiamo lidi caldi e fecondi?
non
cerchiamo anche noi di andarcene via?
trasportami
flusso
Ora
nuove fatiche cerchiamo, intermedie
o
intermediarie forse, come questa poesia
verso
una nuova conferma di noi stessi
e della
nostra strada
l'inchiostro
ci soccorre infinito
se lo
sappiamo prendere
quell'orso
era tanto tenero
ci
siamo affezionati a tutto
ad ogni
bordo ricamato dei cuscini d'acciaio
dove
sta il coraggio adesso?
ad ogni
scorcio pittoresco dei giardini del male
È
necessario?
Prendi
la nostalgia a due mani
prendila
con te
abbiamo
diciotto anni
voglio
un ragazzo di cui occuparmi
voglio
un ragazzino che si occupi di me
non so
cosa voglio
ma non
smetto di volere
Veglia.
Se
mi struggessi sul titolo non avrei imparato la lezione
Ti sia
d'ispirazione la mancanza d'ispirazione
possiamo
essere eternamente ispirati
se solo
l'azione non è felice
e se io
non leggessi davvero più nulla?
Se
fossi solo un protagonista?
Se mi
imponessi come unica fonte primaria
cui è
necessario attingere
per
cominciare a farsi un'idea?
Sta di
fatto che la natura ti porta alla penna
se ti
trovassi spennato
proveresti
a scrivere sui muri
e sulle
fronde degli alberi
a
blandire le pietre
a
levigare i cancelli
a
giocare con l'acqua
perché
diventino amici della tua azione!
Non
siamo più alla fine dell'Ottocento
quello
che dovevano fare l'hanno fatto
quello
che doveva essere è stato
adesso
deve essere altro
adesso
servono le braccia di Atlante
oppure
il volo più liquido mai visto
adesso
diventiamo potenti e basta
adesso
ci prendiamo quello che non potevano prendersi
e
quello che una storia declinata al passato ci ha sottratto
provo
attrazione solo nell'occhio e nella guancia
non
voglio essere qui adesso un uomo di fascino
la vita
è bloccata su questi sentieri
siamo
finiti laggiù dove eravamo più belli e più vivi
adesso
vogliamo essere bellissimi e vivi alternativamente
e
vogliamo che le cose siano più facili e sempre giustificate
non è
vero che dobbiamo ancora sgobbare
non si
sgobba da protagonisti
chi
regna non si sforza
chi
regna è grato della sua mano e del suo cammino
anche
della sua scalata
perché
l'ha voluta lui
ma non
dobbiamo tributi all'indifferenza del prossimo
oppure
alla sua bieca e cattiva volontà
ora
snobbiamo le pretese
ora
stiamo bene d'imperio
e se
ignorassimo la Storia?
Se
estorcessimo precise e disimpegnate informazioni ai libri?
E se
altri si occupassero di storia e noi ci occupassimo
di
annientare le basi di nuove pedanterie e penose controversie?
Se non
avessimo quasi o più nulla da raccontare?
Devono
vederci scritta la storia in volto
quello
che tu saprai fare, lo dovrai alla tua storia
ma non
devi raccontarla
devi
esserla, altrimenti la indebolisci
lascia
che altri si perdano in storie
noi
prendiamo il vantaggio delle dolci pietanze
e delle
adrenaline orgasmiche frizzantine
oh
quanto siamo stati storici!
oh come
saremo banalmente fieri!
oh come
saremo fieramente banali!
oh come
piaceremo ai felici dello stesso livello!
Abbiamo
forse mai scalfito i felici con le nostre torbide o limpide
profondità scabrose?
Quando
sentiremo la forza difenderemo la forza contro gli assalti
del
debole tormentato
lui è
cacciato là sotto a fare gli straordinari
lavora
nel dovere e nell'invidia
è
ammirevole ma l'ammirazione non deve sottrarre nulla al nostro essere
nuovo
non
deve intaccarlo
cominceremo
appena questo testo avrà finito di parlare a proposito
non
parleremo mai più a sproposito
se
succederà, uccideremo l'evento
stroncandone
le conseguenze e investendolo di
nuove
fiumane di vittoria
e tutto
a mani basse
oh come
saremo quietamente raffinati e sciolti nel donare!
Oh come
smetteremo di essere così impegnati con il cuore mentre agiamo
con il
corpo e con la bocca, e un poco con il cervello!
Il
cervello non dovrà strafare, e come in alcuni film di spionaggio e
azione
lui
penserà a quello che deve pensare, e sarà risolutivo
ecco
come deve essere
lasciamo
che la storia la scriva chi la vuole scrivere
noi
facciamola
e
saremo al di sopra di qualsiasi scrittore in pena
lascia
che dicano, lascia che tacciano, lascia che storpino
lascia
che sporchino, lascia che storcano, lascia che mentano
lascia,
e raddoppierai
dopo la
tempesta ci ricongiungiamo con coloro che odiavamo
buttali
buttali buttali giù
ci
penseranno loro
tu
dall'alto non sarai ingiusto, non avranno gran che di cui rivalersi
se mai
compiranno analoga impresa
ma non
potranno in fondo, dovrebbero esser migliori
e come
tali, amici tuoi
ora
siamo presi da mille risvolti di materia
oh come
siamo materialisti ora che abbiamo fatto i conti con lo spirito!
oh come
siamo spiritualisti una volta agguantata la materia!
come
potremo essere atei dopo aver secolarizzato gli dei!
Oh come
noi potremo!
SU
QUESTA PIETRA
Non
cercare lontano l'ispirazione
è
tutto intorno a te, non serve altro
la vita
ti guida, non hai vissuto di più
nella
breve distanza,
quasi
nessuno ha ciò che si merita
nella
lunga distanza
tutti
ce l'hanno
un
giorno saprai fare cose
saprai
compiere scelte
che
altri non possono
e tu le
puoi solo
grazie
al tuo preciso percorso
quello
che l'uomo non può comprendere
è
perché non lo ha fatto
abbine
pietà e passa oltre
non
soffrirne, non adirarti
cerca
gli uomini che hanno vissuto
da loro
puoi trarre consiglio
loro
non ti lasceranno cadere nelle grinfie del male
anche
se ciò sarebbe educativo
perché
già loro sanno fare quello che si sono guadagnati
inutile
che impari a farlo anche tu, soprattutto se non ne hai le
potenzialità
ma se
anche le hai, vanno utilizzate altrimenti
la vita
ha posto ostacoli alla pronta realizzazione di un virtuoso
un
virtuoso li ha rimossi ed ora
il
prossimo deve realizzarsi oltre, senza quegli ostacoli
da un
nuovo altipiano la sua forza sbaraglierà nuove forze nemiche
ed
erigerà la sua cattedrale
scansa
ora quello per cui non sei pronto
scansa
ciò che ti ha stancato
scansa
ciò che non era giusto
lo
dissolverai altrove
lascia
che la testa ti sia tagliata
se il
fato lo deciderà
non
tagliartela da solo
il
possibile non è il reale
e solo
il reale è davvero possibile
stai
rinchiuso nel tuo percorso, si intersecherà con gli altri
se così
è scritto, ma non scriverlo adesso
non
puoi e non ti spetta
forse
qualcosa che non puoi vedere
ti è
già successo intorno
ti sta
succedendo da molto tempo
lascia
che il domani lo illumini
non
averne paura
avrai
le armi per sostenerlo
o per
non sostenerlo, e allora sarà stato scritto
che la
tua vita doveva finire lì
ora ci
penserà qualcun altro
non si
è mai da soli
e forse
non si muore.
LA
BESTIA NEL QUADRO
Il
quadro è corroso dall'odio biologico
è
imbrattato dall'invidia
la
musica è intaccata ad ogni spiraglio di nota
intere
linfatiche legioni all'attacco
come
irate cavallette
i
neuroni sprizzano il nostro sangue assassino
che
vuole attorniare intridere soffocare il sangue altrui
non ci
sono armi di sorta, da tenere in dispensa
per
affermare se stessi
siamo
annacquati spesso
nella
retta percezione della guerra cosmica
di
ognuno per eliminare il suo bioma alieno
possiamo
essere pacifici solo a condizione
di
mascherare la natura del prossimo
voglio...
artigli
bestiali in fiera devastazione
ed il
mondo ardente
il
morso dilaniante ai nemici
triturare
tutto ciò che non ci appartiene
questo
è ragionare
bestie...
ognuno
vuole questo.
NEI
PARAGGI E POI OLTRE
Lasciata
leggermente la presa
nella
consapevolezza dell'impossibile
cambio
di prospettive, la saggezza sorride
conforta
e un poco sconforta
scosse
di assestamento, l'anima non è quieta
provocazioni,
crisi d'autostima
sembra
tuttavia che il buon senso trionfi
eppure...
Dove si
trova adesso il vessillo della virtù?
In che
modo siamo ancora uomini degni?
Servono
nuove potenze musicali
serve
potentissimo siero ideale
che
c'inebri, energia che serpeggia
nel
cervello e nel corpo
velocizzeremo
le letture, noi faremo...
ma
come siamo stanchi anche delle prospettive
d'entusiasmo,
quelle che non ci hanno mai
investito davvero
la
saggezza sembra indicare altre strade
più
astute e quiete
quanti
si ingannano credendosi in palla
quanti
si fregheranno da soli
siamo
poi sicuri di non essere sempre stati i più saggi di tutti?
Esserlo
adesso almeno?
Essere
sulla buona via per diventarlo, certo
Trai
vantaggio da questo mondo
se vi
sei avulso nell'intimo, continuerai a rimuginare
alternativamente,
ma più vincente frattanto
in
questo binomio, ti sentirai ancora lottare
e
l'onore sarà ancora quieto e sentito
chi non
è gladiatore ed immerso nelle spine
sembra
che qui da noi non abbia cittadinanza
ma ci
sono metamorfosi in corso
siamo
nel regno straniero a costruire piani palazzeschi
non
dimentichiamolo
lontana
è una nuova fierezza
ingenua
come la vecchia
ci
illudevamo che la luce e il buon senso
potessero
essere condivisi e far breccia
eravamo
banalmente giovani
conserviamo
ora pezzetti di curiosità
per i
passetti avanti che ci aspettano
nei
paraggi e poi oltre.
La
giostra sulla strada
Saliamo
sulle giostre dei bambini
piccole
o grandi le cose decadono
e
svaniscono
ma
viviamo in esse
e se
davvero nessuno creasse più nulla?
E se
prendessimo quel che un uomo
si
ostina a creare?
Non
catalizziamo il suo nichilismo
lasciamo
che la vita lo porti a sentenziare per il nulla
Non
vogliamo più rendere ragione
delle
idee, né dei fatti
sono
esistite idee e fatti
vogliamo
che tutto passi
come
possiamo tenere duro
e alto
il vessillo del pensiero
e del
corpo?
Detestavamo
ogni cosa che perdeva di vigore
e
ambizione verso la rettitudine
ogni
perdita di compostezza
di
vigile attenzione
di
spolvero
Dove
ancora noi tiriamo diritto?
In
queste parole?
Nella
realtà più ridotta in cui
riusciamo
a muoverci?
Non
vogliamo il biglietto della giostra e poterci
spostare
ancora al suo interno con una piccola volontà
oppure
scendere e sederci sulla panchina o ancora
girovagare
(marciare?) per il parco?
E la
strada? E la strada?
Esiste
ancora la strada?
La mia
penna cerca di lastricare una strada
di
giostre
La mia
vita vuole lanciar dalla giostra le strade
non so
cosa preferisco
ma è
solo ciò che posso creare.
DA
QUESTE LUCI
Qui
luci afrodisiache e sostanze
allieterebbero
il tunnel
se
lettere e immagini tagliano
si
stagliano su un marmo che non c'è
c'è un
tessuto umbratile
ma qui
non vivranno più esseri corrosivi
brulicheranno
altrove
adesso
abbiamo la luce arancio e viola
azzurra
e verde, gialla e bianca
guarda
come li prende, guarda come li annienta
qui non
c'è niente di torbido
qui
siamo belli e forti quanto basta
eternamente
quante
coscienze sono state rimosse
dopo le
guerre perdute
ma
c'era un'ara illuminata all'uranio
forse
sta pregando ancora
cosa
abbiamo ricostruito davvero
cosa è
cresciuto nelle fattezze presenti
di ciò
che era antico?
Potrà
forse distaccarsene?
Ma non
è forse per te come
per
quell'uomo d'affari
quell'atleta
altrimenti
da
quale pulpito ancora parli degnamente,
anche
solo a te stesso?
Hai un
piede di qua e un piede di là
chi è
mai più sicuro di voler ricordare?
Se gli
ideali dormono sotto la realtà impossibile
in
quali forme ancora
serpeggiano
in essa?
Il
mondo è ancora improntato ai dettami
di ogni
preciso vincitore
l'inerzia
domina, e la costanza del suo spirito
la sua
esigenza muta di fase, ma non di natura
i buoni
sono già tutti dalla stessa parte
nessuno
sforzo verso chi non vi si pone d'istinto
di
chiaro sguardo anche solo una volta lanciato
in una
radura dell'essere.
Gli
steli d'erba faranno la differenza.
PER
IL NUOVO PASSATO
Esistono
per ognuno
ricordi
perfetti
devi
scomporre
distillare
ma
quanto puoi davvero separarli dal nero
se tu
li guardi dalla prospettiva del presente
che
rende sensibile tutto il serpente?
esiste
un'era precorrotta
ma già
presaga di quel che sarebbe stato
vorresti
scantonare la disgrazia
vedi
un'astronavicella
che ti
segue da presso e veglia
aspirando
ogni circostanza che infanga
e piaga
la bellezza
chi si
sposta sul piano del possibile
non può
non poggiarsi sul piano del reale
Ma
davvero?
Deve
invece usare la magia audace e quieta
deve
rifondare l'esperienza
stagliando
nuovi paesaggi grati
quelli
che ti terranno caldo
nello
spirito e che potrai espandere
L'uomo
è portato ad espandere gli scenari d'incubo
se non
accetti il passato devi accettare che
il tuo
giovane infelice muoia con lui
così
smetterà di essere vecchio
Non si
può continuare a calcare il piede
sul
marcio, e pretendere di spiccare un salto
e di
non rabbrividire
ci sono
terreni giovani e fecondi
la
terra intatta, che aspetta le corse
di
questi ragazzini avventurieri
adulti,
che vogliono crescere di nuovo
daccapo.
Su
queste alette
Il
tempo non può essere utilizzato meglio
di come
viene utilizzato
molla i
rimpianti
ti sei
distaccato dagli obblighi
e hai
fatto più strada
hai
amato il vuoto, il bilico
poi il
gelo ed il rovo
amiamo
forse adesso le distensioni
consentite
dalla saggezza
forse
qui c'è una porta da attraversare
forse
su questa fune occorre stare in equilibrio
forse
occorre lasciarsi cadere
talvolta
seguire una regola è rompere una regola
talvolta
rompere una regola è seguire una regola
siamo
poi sicuri, che ciò che è divenuto regola sia
più
facile?
Non
siamo forse ignoranti
di ciò
che ci hanno fatto dimenticare?
La
nostra essenza...
e se
fossimo superficialmente profondi
tanto
per non essere profondamente superficiali?
Adesso
vediamo dove ci porta la brezza
dove ci
sbatacchia la corrente
e
stiamo attenti a percepire
anche
nella mezza narcosi, che molto tralascia
ci sarà
ad un certo punto una illuminazione
una
nuova presa di posizione
afferreremo
di nuovo il timone e saremo imperiosi
e
attenti a non cadere invano dentro vecchie regole...
lascia
agire quello che in natura è più saggio
che è
più forte, più dolce e più brutale
ora
dileguati e spara sciolto la parola giusta
ti
attaccheranno da conformisti senza nerbo
e senza
spirito
nulla
di autogeno
li
spiazzerai
quel
che li spiazza, un giorno li spazza
ma non
voglio finire aggressivo
voglio
tornare alla guerra
come
chi la può vincere
ora si
vince glissando
si
glissa perdendo
ecco
che ne ho scritta un'altra.
Sul
più affilato dei rasoi
Siamo
invasi dai raspi corrosivi dell'uva
sentiamo
l'odore dolciastro
ora il
calore di acque e coperte
ci è
amico soltanto a metà
dietro
ogni sipario
una
realtà che raspa
Se il
vero sarà stuprato
una
piccola reazione virtuosa
sarà
proiettata in un vizio mostruoso e complesso
...allora
dichiareremo guerra al mondo
senza
quartiere
devastazioni
stellari saranno necessarie
per
scontare la colpa
si
scoteranno gli oceani
ma
forse possiamo pensare
che il
falso porti più danno
a colui
che lo pensa
che non
a colui che lo subisce
e così
non straziarci a sentirla
la
zampona fetida della menzogna
il
caprone demonio che tutto travolge
in
muriatiche barbare legioni
non la
contrasteremo dunque
le
lasceremo il suo corso
e poi
la prenderemo in contropiede
o
scialacquerà via
La
Tecnologia moderna
ammalata
di mercato
e di
imbecillità
ce la
pagherà cara
l'Informatica
sarà abbassata
dal
livello di scienza
a
ridicolo sterco
tutto
ciò che è ammalato di democrazia
e di
speculazione cadrà in un inferno dimenticato
spazzato
via
Quell'uomo
era apparentemente eroico
ma la
sua quiete lo ridimensiona
in
questo bacino serpeggiano e sublimano
idee
più profonde, più dure, più morbide, più difficili,
più
contrarie, più delicate, più forti, più deboli,
più
ferventi, più stanche, più vecchie, più nuove, più fradicie, più
scabre,
più
limpide, più ignoranti, più sagge, più traballanti, più solide,
più
umane, più disumane, più intime, più estranee,
più
conosciute, più inusitate,
più
ideali, più concrete nel modo in cui
vengono
avversate
E non
importa quello che sono gli altri
staccati
e soccorri lontano, insegui quello che sei
sei
ancora tra i più illusi del pianeta
Lascia
che la sorte decida la fama o l'oblio
non
cercare mai ciò che non vuoi con tutto il cuore
Tutti
gli influssi ci permeano, la potenza di quello che ascolti,
che
vedi e che tocchi, che frequenti...
è
impressionate, durevole, se non vi si impone rimedio,
monumentale
e preciso, eradicante,
sciacquante
Non
sentire le vergate dello sport
della
musica, della politica, della cronaca, della storia,
e
amplificate quelle della scrittura
annulla
quelle che non ti riguardano
e
ammollisci le tue
sono
tutti immersi nell'emolliente
o
morirebbero - e spesso gli strali non son poi
così
profondamente determinati
da un
sentimento distruttivo
e c'è
sempre meno pensiero
di quel
che pensi
Ma le
persone che non ti perdonano
non
perdonarle nemmeno tu
quelle
che non ti pensano
non
pensarle nemmeno tu
Dopo
gli incendi, resta la fuliggine
si ha
nostalgia di ciò che non era corrotto
Serve
una dolce cordigliera
di cose
belle
a volte
non c'è
e devi
inventarla
di
solito è un animaletto
o una
pianta, un raggio, una sostanza
uno
scenario antico
o
futurista
ma è
sempre un elemento amico
non mi
stupisce che oggi non ci sia
e che
io non voglia inventare un bel nulla.
ESSO
Non
parlare di Esso
se non
esistesse
non
scriveresti nulla
ma deve
essere
un
sottofondo sconfitto
la
Scultura deve abbandonarlo
scolpirsi
da esso
di esso
le scaglie le cadano intorno
e la di
lei personalità
lo
schiacci
ora ci
sono di nuovo le ali azzurre
che
parlano a cieli amici
c'è
stata una tempesta
guarda
quante cose adesso
hanno
un altro colore
la vita
ha scordato la morte
e sola
così può vivere
L'evoluzione
della specie
La
nottola è stata
violentata
dai bracconieri
ancora
e ancora
ora è
atrofica e sterile
vive
traslata e ipotetica
non
poggia su un ceppo
vivo e
pulsante
il
verde l'ha abbandonata
i suoi
svolazzi sono brevi
e
l'antica eleganza
sembra
solo maniera
osserva
pigramente
ciò
che le scorre intorno
ma non
ha lo spirito di altre bestie
più
robuste e acerbe
per
potersi riversare in esse
attende
sul filo
non
guarda molto
ma
muove il collo
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