Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

giovedì 28 dicembre 2017

L'identità non si estingue


La pianta si affloscia
o irrigidisce
sotto anni ingrati
il suo nerbo impigrisce
dinanzi a sforzi alienati

vi è il tempo debito del raccolto
la terra stanca non dà più nulla
se insisti, sol qualche frutto smorto
fin dalla culla

puoi solo muoverti, a un certo punto
sopra le basi di già innestate
sperando che bastino, reggano l'urto
e le sbandate

e ti conducano alla meta disiata
essendo migliore dei tuoi avversari
or solo puoi, con un'impennata
dar qualche perla in momenti rari

saggio t'accorgi di che ore sono
ma ancor t'inquieti di questo mondo
di crudeltà e d'abbandono
d'iniquità sullo sfondo

inesorabile il giudizio sbagliato
come ogni bieca persecuzione
di un innocente – e l'ostacolo ingrato
s'aggiunge ai molti, contro ogni sua azione

passioni di porci erompono fiere
toste a pretender appago e vendette
entrano e guastano le cause più vere
causano tante sconfitte

l'incubo incombe al tuo sonno
ed un cavallo ti carica astioso
vuol esser forse un accenno
a ciò che aspetta un uomo famoso?

Più in alto hai puntato, più nemici tu hai
e quanto a tirarti indietro
sai, per orgoglio, non ci riuscirai
t'aspetta il bosco di vetro

vita da monaco ti è suggerita
da chi l'aveva nel sangue
la proiezione è sempre inserita
l'identità non si estingue

ma puoi comprendere per riduzione
già tutto quello che ti sta di sotto
che è meno complesso, ma l'estensione
invece non ha mai dato profitto

intendo dire che vi capisco
già mentre voi non capite me
ed è così che ora io mi arrischio
a conquistare il trono del Re

sol di lassù un'anima piena
può non subire ogni strale all'intorno
ma indirizzare la scena

finché tramonti quest'empio giorno. 

domenica 24 dicembre 2017

Dice il sapiente



Stolto vanaglorioso
uccise penne nere
di veleno le intrise

Patria mancante
e storica contingenza privò
di azione liberante

Così confuso ancora
d'impresa che tuttavia fu
fierezza è scolorata
parole son tabù

Ti chiedi ancor di essere
quasi universale -
il quadro che vuoi tessere
è forse surreale

Laddove sei pietoso
e indulgi con te stesso
arriva secco, odioso
l'aratro del tuo prossimo

quando lui è clemente
tu per i fatti tuoi
sei cinico supplente
e picchi fin che puoi

Accetta imperfezion
d'ogni progetto
non devi essere tu
quello che chiude il cerchio

tu prendi quel che hai
o non avrai niente
e niente non sarai
dice il sapiente.

venerdì 22 dicembre 2017

Verso la tua vita



Sembra che il fato ti lanci avvisaglia
lui che si mostra ai punti di svolta
allor che il conoscere non ti attanaglia
né attira più - come era una volta

quando sol restano i colpi di coda
della preoccupazione tagliente
di chi per errore, ignoranza, per moda
ti giudicasse negativamente

ti sentivi più forte e quasi irrorato
di una fiducia mai vista prima
che con l'anno nuovo avrebbe cambiato
musica - e avrebbe condotto in cima

ma scabra un'ondata di pessimismo
ancor proveniente da umana miseria
la stolta fiumana dell'egoismo
ti sprofondò in una crisi seria

tutti si negano biecamente
fieri al perdono, al coraggio, all'aiuto
vogliono aver senza rendere niente
sputare senza ricevere sputo

con queste pietre, come potere
tirare su il castel principesco?
con qual diritto, quale dovere
ne partecipa l'empio, si sbatte l'onesto?

Si ripresenta idea più modesta
quella di scrivere per chi rimane
giusto nell'epoca prossima e arresta
con la sua forza la torma infame

quel che tu fai per necessità
del resto, di guadagnarti il pane
ma in modo alienato, sempre cadrà
falsa partenza non può finir bene

e allora il dubbio ancora ti sprona:
è giunto il filosofo al fin della via?
questa è la giusta campana che suona?
siam pronti all'azione, e sia quel che sia?

proprio le angustie di quel concetto
quel del perdono di stampo cristiano
ti rilanciavano a scavar qualche annetto
in questo mistero del genere umano

laddove il malvagio trova sollazzo
nell'esternare ogni mal percepito
il buono sente sgradito imbarazzo
e se lo tiene nel cuor, fino a quand'è ammuffito

si prospetta rivalsa in un 'regno dei cieli'
la posizion prediletta
spetti già agli 'ultimi', ossia ai più fedeli
alla causa di render la vita perfetta

ma la natura fu falso porto
anche stavolta - non ti dissero niente
pinete e lagune, cui ti eri rivolto
per ispirarti e affrancare la mente

so che ti vogliono piccolino
servo illegittimo, scoria passiva
ed arrestare un grandioso destino
animale travolto, riverso a riva

mortificar la potenza inaudita
se tu non lotti, ci riusciranno
devi fare di più, per aver la tua vita
e condurla all'apice: devi esser tiranno

poiché tirannico è questo mondo
con la sua mola, e ti schiaccia imperioso
in fondo a tutti i terreni che sondo
vi è pietra dura: un sostrato impietoso

tenero conservando il nocciolo
mi volgo perciò a indurire le scorze
devo adattarmi a ogni tipo di suolo
senza più 'ma', senza 'forse'

ma forse era parte ben dell'impresa
anzi lo dico ormai con certezza
il viver nel dubbio, quando l'offesa
era oggettiva: ma spingeva in altezza.


venerdì 8 dicembre 2017

Gelo dell'oltre


Le conoscesti allor
vedesti poi

rigide spine d'essere un altrove

quiete s'intingono in ogni musica d'accatto

parente di un tuo lemma di anima

che interpreti

con passione inaudita


non trovasti mai appartenenza

non può oltreuomo darsi a tradizione

né tradizione intera darsi a lui


sbocconcellar pezzetti tu dovrai

interpretare ovvero sovrastare

ad ogni cosa data


hai visto bene, quei nostalgici
sono nemici, devi guardartene

un di loro ti umiliò poggiando un piede
sopra zoccolo tradizionale
un sull'altro, ancor più antico

niente di autogeno
mentre tu...

avresti costruito tutto quel che è stato prima
senza che ci fosse stato, e forse senza i suoi errori

ora rifacciamo il mondo, e abbiamo
tutto il tempo del mondo

il cavallino ribelle ha rotto più regole
di quante sospettasse ce ne fossero
ed il dazio gli ha permesso di capire

adesso il cuor si taglia
ma è saggio e non spaura
sei tu il padrone, di lande inesplorate
con gli animali devi vedertela, con le piante,
i fiumi e i pantani, non con gli uomini

abbandona il rimpianto ingannevole
della compagnia – erano nemici

ora sei solo e non devi mentire

né dire la verità.

sabato 2 dicembre 2017

Costa rocciosa


Come uno scoglio nero di pece
erompe allor che marea si ritrae
sopra le onde apparente è la pace
pensier da esso mai non astrae

Marea è la vita superficiale
strato d'oggetti che ti trascina
forse in un clima meno spettrale
più che un oceano, una piscina

Ma dacché avvezzo alle immersioni
sempre sei stato - e stanco tu fossi
la crudeltà della vita ti sproni
a discoprire i mostri rimossi

Forti del ruolo in società
e sottoposto ogni nobile al torchio
posson con fiera mediocrità
cinici imprimerti il loro marchio

Che conterrà l'infamie più gravi
a quel che fu, diametralmente opposte
quel che subirono forse il lor avi
ora lo infliggono a noi nelle coste

Quando ritrovi la tua bandiera
e senti orbene ancora chi sei
sai cosa vuoi e la rabbia più vera
risveglia in petto gli antichi eroi

Senti la linfa che vuol continuare
questa battaglia nell'eternità
sino a che il ver non si possa stagliare
incontrovertibile nella realtà

Giacché rivalsa non si concede
a chi non può mettere nei suoi panni
tutti i peggiori di lui - e non vede
fine alla gogna, figlia d'inganni

Mai non ce la giocammo alla pari
trappola lercia t'incaprettò
per impedirti di dare ai somari
giusta lezione, o di farne un falò

Però il dolore esprime saggezza
nella misura in cui non finisce
finché non hai tolto dal quadro ogni macchia
falsa - che l'occhio intristisce

E fino a che vita non ha svuotato
le sue più dolci brocche anche in te
sinché ti senti disidratato
vuoi divenire al palazzo del Re

Vaghi ancor - e turbolento è il tuo moto
non trovi quieta tabella di marcia
poni la fede in suo loco:
devi scoprirla con la tua torcia

Potresti leggere o andare dovunque
perso nell'immensità - sei
e non alletta obiettivo qualunque
cerchi una totalità

Limitatezza di mezzi, cattiva
può tornar buona in ordine a questo:
che non puoi acquisire l'intera cultura
sarà una cernita di testo e contesto

Quieta fusione d'Oriente e Occidente
deve far savio l'uom passionale:
qual desiderio deve la mente
cinica elidere, qual appagare

Tale è fatidica soluzione
all'esistenza inquieta dell'uomo
non l'ingordigia, la sfrenata ambizione,
non l'apatia, non l'abbandono.


venerdì 1 dicembre 2017

Sul deserto


Quando ti poni
il problema, ce l'hai
non puoi che accettare la sfida

Che non sia debolezza che denunci
non può la carta confermar lo stato
sempre sia nuova fibra, che tu annunci
a rafforzare il braccio consumato

e consumasti bene i tuoi scarponi
gli occhi ed il cuore e il fegato scoperto
mai non trovasti in giro quei mattoni
fatti per costruire sul deserto

Epigramma



Teoria, prassi, strumenti
storia, problemi e linguaggio
d'altri settori e talenti:
rendesti loro il tuo omaggio

Si, ti affacciasti a questo e a quel campo
senza poterti inoltrare
la volontà ti spingeva di fianco
sempre diretto al tuo mare

A qualsiasi autore


Dopo due righe hai rotto i coglioni
dopo la quinta son pieni i bidoni

dovrebbe Lettura esser luogo di festa
ma tragico è leggere quello che resta

per quante occasioni ti siano concesse
non riesci a darmi grande interesse

ti illudi ingenuo d'illuminarmi
riesci soltanto ad appesantirmi

non sento farfalle che librano in alto
ma ferri ai miei piedi a impedire l'assalto

al grande Palazzo Concettuale
a cui la tua guida non è certo ideale

non sento realtà scompaginata
né bravamente l'hai rimontata

acché fluisse di luce superba
senza residui di spinosa malerba

(alt. senza residui strati di merda)

inventi poi storie 'illustrative'
di ciò che è accessibile ad anime vive

e che può esser detto in quattro parole
senza un profluvio di fango che piove...

Prima di leggere qualche testo
dovremmo aspettare che manifesto

sia diventato vent'anni dopo
di ciò che è importante per uno stato

che sopravvissuto sia dunque alla bolgia
unica luce che il mio guardo distolga

dalla mia vita - che illumina meglio
di chi pretende di renderti sveglio

ed essa si spanda ben nel futuro
che solo da lei tu proceda sicuro

che sopra di lei se ne scrivano tante
la sua sostanza somigli al diamante

e che continui a reggersi in piedi
che per quanto tu sia piccino la vedi

nelle sue gamme più grossolane
e cribbio - come le tagliatelle nostrane

ti piacciano ed abbiano chiaro un sapore
che tu chiami <<classico>> senza timore

questo è un libro che merita tempo:
il tuo - tutti gli altri gettali al vento.

Nuova Atlantide


La foresta non ammicca più -
di segreti fascinosi
nell'oscurità laminata
dai raggi solari
che la trafiggono

l'occhio s'è fatto stanco
l'energia esploratrice deve
attingere da altri organi
salire dallo stomaco
dai muscoli
dall'ossa

la vita aveva emerso
dal tuo spirito un'Atlantide
che dava spiegazione
ad ogni fenomeno superficiale

è tornata sepolta dall'oceano -
non sei più così vivido e prensile
il ricordo di ciò che non afferri
ti chiama stolido e ottuso

ma quali sostanze ci possono aprire di nuovo la mente?

Alletta più la chimica, di una nuova esperienza
dato che da questa, siamo già passati

abbiamo cinque prudenze nel toccare
il terrore, che ancora ammicca
sotto tante superfici

vogliamo dominarlo
a dir bene non provarlo
come tutto ciò di cui si è all'altezza

ora è
atrofia sentimentale
la passione chiama in aiuto la mente
per reinventarsi

c'è ancora tanto d'immortale
da acquisire

non mancheremo
all'appuntamento

ci costruiremo il nostro incontro galante
con ciascun pezzo amabile - di realtà

Nell'acqua grigia


Credo mi rivolgerò
al vagabondaggio
ed al ristoro del palato
poi guarderò luci
antiche e nuove della città

Federico riesce ancora ad abbagliarmi
fulgente

fu perla e perla rimane
ma non può cogliermi come io lo colgo

ed il suo soffio è insufficiente
a dilacerare le nubi fosche dell'oggi

moral non hai risolto
fu tragico il Novecento
così la vita mia
nell'animo irredento

bisogna adesso superare pessimismi
più profondi
amare una versione della vita ancor più ardita
conquistare piaceri più intoccabili

ed oggi l'uomo di penna
ha perso il suo prestigio
di libertà e moneta
ha perso il privilegio

e spande l'universo
e le sue interpretazioni
accelera la storia
un vortice perverso

annego senza fondo
che forse io mi trascini
arricciando fronzoli a quanto
di significativo ho già detto?

Che io possa sol profetizzare oltre
 - ma non oltre andare?

Che spetti a te, giovane baldo di domani?

Che io veda in te le scarpette vivide
che tanto mi mancano?