Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

giovedì 31 gennaio 2019

Devi così scaldarti ad altro fuoco



Che questa neve, neutra nel giudizio
ti possa ancora l'anima allietare
scostarla un poco dall'umano vizio
e dal conflitto che lo vuol sanare

Ma pace non è data in questi ranghi
vera, sinché non venga la vittoria
con accortezza, vuol che tu t'infanghi
a uscir da questo nodo della storia

Cadevi ancora nella tentazione
di prenderti leggera e lunga pausa
nel piccolo trovar soddisfazione
ché questa colma il vuoto della causa

Ma non ti è data invero: è un'illusione!
Non accettando regole del gioco
non lo puoi vincer mai, e con ragione
devi così scaldarti ad altro fuoco

La mente del sistema tutto informa
ovunque troverai la stessa feccia
se alieno proverai a calcare orma
perdendo la partita e poi la faccia

No, tu devi inseguire l'altro sole
sei gravo perché sai che è ancor lontano
sentendo un poco pigre le tue suole
e inquieto a scatenare un gran baccano

Che sai qualsiasi cosa verrà detta
ogni scemenza, e menzogna ingrata
se stoico seguirai fino alla vetta
la spina sarà infine vendicata

Non chiederti se ancor ne sei capace
che lo sia o meno, non v'è strada alterna
affrontala sereno e pur rapace
se cadi nell'impresa, hai vita eterna!

Per chi, per che, per come, dove e quando?
Per te: perché sei stanco di star male!
In tutti i modi, ovunque ed allorquando
ti aggradi e sia un buon passo sulle scale!

martedì 29 gennaio 2019

Non una tacca di più


Torvo m'inchino al gramo quesito
come realizzar la piramide?

Orgoglio scava, ma non giunge
a niente di solido

mentre stanchezza non può liberare
da strati spiacenti

e si distacca anche dalle più grate letture

la torma umana, fecciosa
schierata nelle file del vizio
è talmente immensa
che disperi

non potendo partecipare nemmeno
del piacere legittimo

ancora, elementi intrusivi
ti distraggono dall'unica vera causa

il non credere per nulla nel genere umano
frena qualsiasi entusiasmo
motivazione alla lotta

ma forse...

forse esageri

forse tanti stanno solo aspettando uno scossone
e un trascinatore, una vera causa cui convertirsi

non perdonare gli imbecilli
collusi e orrendi
ma pensa che sono dei deboli
e tu puoi dominarli

quando la vita risulta più piacevole
è più facile far pace con lei, e con loro

chi credeva nei popoli, ne è stato tradito
e distrutto

ma tu sai di più, su di loro

è un vantaggio

e la principale innovazione

tutto quello che fai per ripiego
è destinato al fallimento

riconquista per prima la tua passione
ti accende gli occhi
alleggerisce i piedi

e se la rima è improba
il verso libero porta il tuo stato d'animo
reale, che non è armonico adesso

prendi un presente, con tutti gli espedienti che hai
DEVE essere buono, e da lì ricominci a costruire
le fanghiglie amare non cesseranno mai di essere tali
non puoi guarirle, devi bonificare, scordare

il nostro essere sente sempre
quando un'impresa è troppo grande

vai dove lui ti sorregge
dai il massimo, non una tacca di più.




sabato 26 gennaio 2019

Alcun dovea sfidar quell'ircocervo


Persuaso che nel "ben" c'era del male
ed intimo da entrambi dilaniato
io rinnegai il primo, in generale:
ché il mondo dal secondo è governato

Non sussistendo orben la differenza
conclusi che al mio ego solamente
potevo conferir qualche importanza
e agire appunto sì: "amoralmente"

Invero non lo feci, e dove lesi
ferita fu legittima poiché
io, principe degli umiliati e offesi
ne avevo già subite milletré

E se nel verbo invero esagerai
il gusto era della dissacrazione
dall'altro verso era – ora lo sai
l'esser affetto da una "possessione"

Dovesti si passare da malvagio
e vergognarti poi di quella veste
che più non si scollò – e il suo disagio
fu come essere affetti dalla peste

Alcun dovea sfidar quell'ircocervo
vederci chiaro e infine separare
il grano dalla crusca – essere servo
dell'una Verità, dell'Ideale

Adesso vedo sparsi per il mondo
esempi di virtù – e partecipare
vorrei alla risalita, ma nel fondo
quei lacci ancor mi vogliono braccare

Dove son cavalieri, amici miei
pronti a riscattar l'identità
di un giusto – altro non vorrei
ed inseguir con voi la libertà...

Lungi dall'alieno


Stai lungi dall'alieno guastatore
se sai che non gli importa il tuo travaglio
né il sogno di cui sei il promotore
non li sa riconoscere, o mi sbaglio?

Ti storce, poi si afferma sottilmente
attende il giorno in cui può esser brutale
il mondo lo sostien meschinamente
e aumenta l'efficacia del suo strale

Hai visto alla distanza tu l'essenza
l'hai vista giusta e perché ridondare
quando di ogni carattere coerenza
è la caratteristica centrale?

L'alieno, dal tuo modo di pensare
sai – si sentiva messo in discussione
e il suo valor volendo confermare
fingeva d'ascoltar la tua ragione

Non esser la parola che gli toglie
dell'orgogliosa cupola i pilastri
potessi confrontare anime spoglie
vedremmo chi son bruscoli e chi astri

Lasciagli ciò che ha e insegui il tuo
ma non farlo partecipe del corso
non c'è da guadagnar dal vostro duo
e mai ti spetterà alcun rimborso

Del resto solamente i risultati
stupiscono e ti danno stima e gloria
daglieli pronti e ben confezionati
gioiosi nel presente e senza storia

E dalla posizione in cui sarai
potrai allora togliergli nei fatti
quei suoi pilastri – e glieli toglierai
oppur perdonerai i suoi misfatti

Quello che conta è che non sia più lui
su nella scala in alto più di te
a poter sentenziar le vite altrui
senza vedere tutto quel che c'è.
  

giovedì 24 gennaio 2019

La forza del pensiero



L'intrico della vita – il divenire
fatto di vischio, bruti sassi e rovi
lo trovi interessante – puoi ben dire
soltanto quando a vincerlo ti trovi

allor che i suoi fattori sono troppi
e a te ti manca quello dominante
ti spegni stanco, attendi, piangi, sbotti
sinché lui non risorge confortante

nel forte non si è mai già rotto il filo
della speranza, duttile e sublime
danza tra i cocci, cerca nuovo scalo
trova energia e supera il confine

avevi tu creato il tuo modello
dinanzi a bieca e sordida realtà
ma per sostituire a questa quello
devi far tua una tosta verità

la forza del pensiero è tanto lieve
che solita si appoggia alla tua azione
che abitudinaria e assai più greve
lei segue del sistema la ragione

appena ti distacchi parzialmente
in questo gioco perdi sai dei colpi
intrepido lavori con la mente
critica e allor ti elevi sugli stolti

ma non pensare che ti vengan dietro
se sono abituati all'andamento
e men gli pesi il giogo dell'aratro
di un general mentale mutamento

che solo però è quel che può valere
a smuovere i carretti dal binario
farli sbandare verso le brughiere
cambiando in lor ciò ch'è prioritario

non farti influenzare da un conforme
geloso ai suoi valori – e non pensare
che al sistema, nelle vecchie forme
il tuo modello debba ritornare

l'avevi vista giusta – e difettiva
ristudiati e ritirati in te stesso
passa poi alla fase successiva:
pigliarti il primo rapido successo.

Tanti, su esigua base di pensiero
han fatto scuole, fondato partiti
han mosso, di milioni, menti e suole
e ancor del tutto non sono finiti

smetti allor di sentirti tu da meno
o d'inseguir ancor la perfezione
beviti sto bicchiere mezzo pieno
forse qualcun te ne darà un cartone

pretendi di pigliarti il tuo piacere
che solo arride a chi pone se stesso
al centro ed al suo compito è fedele
giammai disposto a farne compromesso

Sparate brevi



Il verso settenario
vuole sparate brevi
sputa ciò che è primario
a sgomberar sentieri

Sai non ci vuole niente
a perdere la mano
e ritrovar gemente
la penna sul divano

Allenati ogni giorno
tieni battuti i solchi
fatti anche un doppio turno
se tieni due rimorchi

Prova tecnica nuova
dispiana le questioni
verso che il mondo muova
deve schierar mattoni

Spostarsi astutamente
cogliere quell'essenza
da questo e quel frangente
dell'umana esperienza

Scànsati al mal consiglio
di brutta gente ingrata
difendi con cipiglio
la tua bravura innata

Non compiacere i pigri
non ne han capita una
hanno pensieri magri
dalla breve fortuna

Cosa tenevo adesso
gravosa congestione
sì, scrivo per me stesso
e contro le persone

Quando hai il mondo dentro
sentito come strale
puoi consentirti d'essere
autoreferenziale

Bruto t'impigra il campo
rigido e vastimmenso
in mille sterpi inciampo
conquisto ciò che penso.

venerdì 18 gennaio 2019

E azione sia soltanto poesia



Raffrena l'entusiasmo in poche ore
ché ancor su false ed erronee basi
volevo io partire – ma il dolore
t'avverte e ti ripiomba nella stasi

Dicesti bene che nel tuo ideale
se si conserva ancor solo una stilla
d'ipocrisia, lui crollerà brutale
e alcun si scalderà nella favilla

Sai bene tu ch'ogni bugia è figliola
di debolezza che non può affrontare
la torma degli invisi con la sola
sincerità – e la deve limitare

Ma attento a non convincere te stesso
di ciò che tu racconti al popolino
o - più stolto di lui - ti farai fesso
volendo a lui legare il tuo destino

E non avere fretta, ché ti scotti
a volere innovar la tradizione
che vuole che trent'anni almen si aspetti
pazienti tra il pensiero e la sua azione

Perché esso deve maturare in te
il tuo travaglio a questo solo è inteso
ad ogni frase dar il suo "perché"
a costo di viaggiare smunto e obeso

è qui la sfida, il sangue, la battaglia
e meglio la combatti meno altrui
faticherà a pigliar la sua Bastiglia
e – illuminato – uscir dai tempi bui

Qui nella fattispecie devi dire
che sei stato e ben troppo generoso
verso il tuo prossimo – ed all'imbrunire
confermerai quant'egli sia schifoso

E conseguentemente quel progetto
chiamato Meritocrazia Integrale
giustissimo sia ebbene nel concetto
ma con coerenza lo devi applicare

Ponendo il misticismo all'immanenza
Politica fondendo a Religione
Piramide però deve far senza
gli scarti sì dannosi alla Nazione

e Santo Iddio, non vedi quanti sono?
Biologici rifiuti d'egoismo
che offendono ogni raro e vero uomo
cui solo è rivolto il tuo idealismo?

Allora non chiamare "diserzione"
l'ennesima rinuncia a cavalcare
poiché era la vera tua missione
quella che – pigro - stavi a disertare

La storia si ricorda i vincitori:
se questo è giusto – e sembra che lo sia
continua a sublimare i tuoi dolori
e Azione sia soltanto Poesia.

La riva della gioia


In variopinte luci del presente
in patine graziose puoi lambire
la riva della gioia che – sfuggente
in altri mondi poi devi inseguire

Tradito mille volte e sì deluso
presago – per l'odore della frode
che solo ad essa tale mondo è aduso:
tu devi superarlo ed esser prode

Unisciti con ciò che è ancora amico
e per destino analogo comprende
fattezze del dolor e dell'intrico
e pone ad esso le amorose bende

Ché solo quando il mal sarà dissolto
potrà la somma gioia dell'unione
avere luogo – ed ogni nave in porto
giungere senza una perturbazione

Non vuol conflitti egoici o d'altro tipo
né mezzo per lo scopo esser pensato
ma solo un abbandono indefinito
alla sua gioia vuol l'oggetto amato

Adesso partirai e dentro al cuore
sarà gioiosa la rassegnazione
a tutto ciò che in brevi o lunghe ore
t'aspetta sul sentiero dell'azione

Si percepisce dietro ogni sipario
la mano di un demiurgo che ci guida:
mi mena per sta via, ed è contrario
a farmi rinunciare alla mia sfida

Dimenticati quello che non sai
attingine a frammenti lungo il viaggio
poni te stesso al centro e allor vedrai
fiorir la conoscenza al nuovo maggio

Non puoi provare né sapere tutto:
saprai ciò che ti chiedono, perché
il senso della vita, ora lo ammetto
la vita stessa, lei, lo pone in te

Tu hai una funzione, e qui per essa
il fato non ti fa mancare niente
più lenta canta anche della messa
ma quando canta... è stupefacente.

martedì 15 gennaio 2019

Lo smalto dell'origine



Guardandoti mi sciolgo ma la notte
già nera trema - e ringhia sì il mattino
ed ossessione indomita riflette
gli intrichi di sto mondo e del destino.

Il corpo è stanco - sai - di lunga morte
impigrisce dinanzi all'avventura
gli sforzi inappagati dalla sorte:
ma sempre di voler è sua natura

Inesorabilmente si fa largo
tra lame di paura e fantasie
morbose, e la tua mente si fa albergo
di guerre, conseguenze di bugie

Nel sottofondo senti tristemente
della parola "autunno" tu l'essenza
distorta da quel vuoto consistente
che non vide l'estate in precedenza

Se folle e necessario è il tuo coraggio
sei stanco della tua fragilità
ché il prossimo è un intruso e il suo passaggio
è stupro ed entra con facilità

Se scoperchiassi io la vita vostra
com'è stata la mia - intimamente
un viso rosso mettereste in mostra
esploso in una nuvola di sangue

La vostra superficie dichiarata
ho visto - e già tanto m'ha schifato
da intuire, dietro quella grata
quanto di marcio possa esser celato

ma la faccia che appare qui, è la mia
ed è stravolta e ancora tiene duro,
per ricomporsi al fine della via
lo smalto dell'origine è il futuro

nitida come un bel giorno d'inverno
lei si distenderà ed il nuovo sole
la guarderà con raggio sempiterno
come colui che ha avuto quel che vuole

ma adesso c'è ancora lei in ballo
e sta partita non la giochi solo
bramoso sei di uscir da questo stallo
ma che un poco prudente sia il tuo volo.

sabato 12 gennaio 2019

Sul velluto



Bassi pivelli che hanno avuto tutto
non san dell'acre gelo e spina eterna
di lotte vane e il vivere nel lutto
e l'avanzar con timida lucerna

senza saper se e quando il core sverna
il dado rilanciar temeramente
facendo che sia resistenza interna
il tuo pilastro – mai gioia recente

ma ora m'è più chiaro che in passato
e il mio vessillo vado sventolando
che non è tardi ad esser rilanciato

la forza di un gigante presentando
se solo s'avvicina un giorno grato
vincerò sul velluto, passeggiando


martedì 8 gennaio 2019

E avrebbe lì gettato la sua penna


Sempre a braccetto vadano e d'accordo:
- tu sai che stai parlando dei doveri -
perché non abbian suono triste e sordo,
debbono conciliarsi coi piaceri

Ma l'uomo che è braccato dal presente
lui gode quasi solo con la mente
proietta la sua azion da un'altra parte
spedita congelata dentro l'arte

Si chiede: che cos'è un IMPERATIVO,
se non la forza d'animo che il forte
oppone ad un presente proibitivo
finché non sian sfondate le sue porte?

Conclude allora che il doverismo
sia solo un sublimato edonismo:
come diffrange il fiume dell'istinto
dinanzi a un masso – e non si dà per vinto

In freddi, sparuti rivoli prosegue
- l'impeto del voler non vuole tregue -
aggira tutto e si congiunge infine
pronto all'affermazione più sublime

Credete mai che possa rinunciare
un fiume a raggiungere il suo mare?
Il debole che questo si consiglia
destino ha di morir nella fanghiglia

Per questo, si conceda sulla Terra
che possa ben parlar d'amore e guerra
chi nella vita li ha assaggiati appena
ma ha amato e odiato con violenza estrema

E ha convogliato in arte i sentimenti
di certo scatenati dagli eventi
e in ciò sia stato un abile maestro
ma ancora più che abile, onesto

Poiché questo significa aver vinto
le sue battaglie improbe dell'istinto
nel solo modo che poteva avere
dinanzi a massicciate così nere

Se parlan di "dovere dell'azione"
gli eredi dell'artista in questione
conclude che al di là della parvenza
sia un debito: e di riconoscenza

Poiché quando si logora la maglia
che l'acqua - non più putrida - sbaraglia
da nuove forze giovani animata
la luce di quei testi è tanto grata!

Ammiran loro adesso quell'artista:
ché senton che la vita lui l'ha vista
per scriverla in tinte così accese
e cogliere nel segno a più riprese

I giovani si fanno una ragione
che la teoria sia figlia dell'azione
e in fondo che se lei, la prima, è giusta
è fatta invero della stessa pasta

Di lui, che senza quegli impedimenti
avrebbe riversato i suoi torrenti
di forza e onore dritto contro un mostro
e non la sua metafora d'inchiostro

E nello stesso modo avrebbe amato
colei che, sveglia, lo avesse accettato
in barca sopra il fiume della Senna
e avrebbe lì gettato la sua penna. 



domenica 6 gennaio 2019

Gioia alternativa


Deluso nichilista ti scoraggia
mancava in lui lo spirito creatore
un semplice benevolo ti omaggia
fiducia che lenisce un po' il dolore

Ma entrambi non avevano ben chiare
fattezze dell'intero scuro quadro
le note dominanti tanto amare
e quanto, a penetrarlo, fosse scabro

Ritrovi sì inagibile il ripiego
modesto nella nicchia del qualunque
ma via di conoscenza – sei presago
che mai non possa giungere al suo dunque

Lo sguardo perspicace sa osservare
strutture del sistema sì complesse
che secoli abbia avuto a pazientare
l'astuto distruttor che ce le ha messe

Per quanto acuto, tu non smonterai
lampante ciò che è stato costruito
dai lenti suoi millenni e dal viavai
del formicaio – vario ed infinito

La stretta dell'inverno sulla vita
di cui sarai privato, gela il sangue
permane l'ostinata calamita
t'attira verso il viaggio – che prosegue

Ma sbagli tu a sentirti già braccato
lacrima interna fretta non asciuga
se un eroismo acerbo ed ostinato
già non contempla l'arte della fuga

Se avevi scelto di sfidare il mondo
e – viva nel presente – la sua storia
porsi dei limiti è tanto più infecondo:
di tempo, spazio, d'etica e...di gloria.

Dovunque e sempre puoi sgattaiolare
rifuggi dalla stasi e sii più accorto
di ciò che vince devi ricercare
tu sempre la ragion, anche se è un torto

E godi di una gioia alternativa
sei libero, e se ne hai pagato il prezzo
prenditi il pacco – ed alla mente attiva
vedrai che qualche sconto è anche concesso.