Guardandoti mi
sciolgo ma la notte
già nera trema -
e ringhia sì il mattino
ed ossessione
indomita riflette
gli intrichi di
sto mondo e del destino.
Il corpo è stanco - sai - di lunga
morte
impigrisce dinanzi all'avventura
gli sforzi inappagati dalla sorte:
ma sempre di voler è sua natura
Inesorabilmente si fa largo
tra lame di paura e fantasie
morbose, e la tua mente si fa albergo
di guerre, conseguenze di bugie
Nel sottofondo senti tristemente
della parola "autunno" tu
l'essenza
distorta da quel vuoto consistente
che non vide l'estate in precedenza
Se folle e necessario è il tuo
coraggio
sei stanco della tua fragilità
ché il prossimo è un intruso e il suo
passaggio
è stupro ed entra con facilità
Se scoperchiassi io la vita vostra
com'è stata la mia - intimamente
un viso rosso mettereste in mostra
esploso in una nuvola di sangue
La vostra superficie dichiarata
ho visto - e già tanto m'ha schifato
da intuire, dietro quella grata
quanto di marcio possa esser celato
ma la faccia che appare qui, è la mia
ed è stravolta e ancora tiene duro,
per ricomporsi al fine della via
lo smalto dell'origine è il futuro
nitida come un bel giorno d'inverno
lei si distenderà ed il nuovo sole
la guarderà con raggio sempiterno
come colui che ha avuto quel che vuole
ma adesso c'è ancora lei in ballo
e sta partita non la giochi solo
bramoso sei di uscir da questo stallo
ma che un poco prudente sia il tuo
volo.
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