Persuaso che nel "ben" c'era
del male
ed intimo da entrambi dilaniato
io rinnegai il primo, in generale:
ché il mondo dal secondo è governato
Non sussistendo orben la differenza
conclusi che al mio ego solamente
potevo conferir qualche importanza
e agire appunto sì: "amoralmente"
Invero non lo feci, e dove lesi
ferita fu legittima poiché
io, principe degli umiliati e offesi
ne avevo già subite milletré
E se nel verbo invero esagerai
il gusto era della dissacrazione
dall'altro verso era – ora lo sai
l'esser affetto da una "possessione"
Dovesti si passare da malvagio
e vergognarti poi di quella veste
che più non si scollò – e il suo
disagio
fu come essere affetti dalla peste
Alcun dovea sfidar quell'ircocervo
vederci chiaro e infine separare
il grano dalla crusca – essere servo
dell'una Verità, dell'Ideale
Adesso vedo sparsi per il mondo
esempi di virtù – e partecipare
vorrei alla risalita, ma nel fondo
quei lacci ancor mi vogliono braccare
Dove son cavalieri, amici miei
pronti a riscattar l'identità
di un giusto – altro non vorrei
ed inseguir con voi la libertà...
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