impulso a vivere del nuovo
ma il fondo è inquieto, non ha pace
del filo il capo non ritrovo
quali settori in quarantena
devi isolare dentro te
son le ingiustizie sulla schiena
non risolvibili, ahimè
in tempi presti ed efficaci
troppo da lungi venne il fatto
e a risalire le pendici
del monte concreto ed astratto,
ben serviranno ancora i lustri
chè troppa polvere al tappeto
già fu spazzata – e se ti presti
sarai padrone del segreto.
Si può ignorare l'ingiustizia
nel senso ben sopra descritto
ma chi la scansa per pigrizia
lui va ben oltre il suo diritto
sicché dovere diverrà
presso altre fronti laboriose
tal negligenza – e voluttà
sarà guastata dalle attese.
Deve capir chi può capire
chi non lo può, va sottomesso
chi in ogni luogo fa marcire
il mondo – ebbene, va estromesso
un dì la forza e la ragione
combaceranno in un sol pugno
s'affermerà in fiera stagione
colui che ha conquistato il regno.
Quando saggezza ch'è sgorgata
dalle ferite, è ormai matura
sarà ben altra la stoccata,
quella che sfonderà le mura
se forza innata fu rappresa
tra tali pesi e mille lacci
un giorno lei sarà ripresa
mentre riduce tutto in cocci
impressionando ben coloro
che ora improvvisi vengan colti
fuori dall'epoca dell'oro
fatta a misura degli stolti
dovran combattere, ahimè
loro malgrado sofferenti
e allor vedremo che alcunché
faranno tal misere genti.
Le carte sai dell'apparenza
io mescolai per masochismo
del medio infame la coscienza
è specchio del lugubre chiasmo
in cui dipinge tutto l'essere,
e potenziato dall'avere
il tuo destino può ben tessere
fatto di giorni e notti nere.
Credevo d'essermi fermato
stanco, in desertica pianura
non sono steso, è confermato:
è a me che spetta la stesura.
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