Premesso che son stufo e nauseato
di dover rimestar la feccia altrui
tenterà ancora il verso mio accorato
di porre qualche luce in questi bui
che sono i labirinti in cui ho vissuto
subendo le angherie degli imbecilli
e ad ognun di essi ho assai tenuto
covando dentro il cuore i suoi bacilli
il torto indegno ch'egli avea insinuato
in me, non comprendendomi, e sempre è a me che tocca
di sistemare ciò che lui ha guastato
peccando per le mani e per la bocca.
Dovranno esserci svelte scorciatoie
brillanti - a svincolarsi dal pantano
le loro menti sono stanze buie
ingiusto è illuminarle - ed anche vano
Perché debbo stirar questo lenzuolo?
Orbene, districare questo nodo?
Sottrarre ai sempliciotti il lor tragico ruolo
Di Giudici - non è migliore modo?
Per quanto tu ti sforzi di secchiellar via l'acqua
che sudicia provien dalla sorgente
della Mediocrità - ed ognor t'annacqua
tu sai che sgorgherà eternamente...
Dall'alto di un regno di giustizia
mi vede preso a sbattermi e dannarmi
un Simile - ed in candida amicizia
mi dice orben di risparmiare i carmi
A lui non deo spiegare proprio nulla
e solo inver, raggiungere il suo stato
e invan mi spiego a chi è stolto dalla culla
che quello in cui mi trovo ha generato
Se io non riuscirò a portare in terra
Regno dei cieli - questo pur m'accolga
Valhalla degli spiriti stranieri
senza ch'io più mi penta e poi mi dolga
di quelli che son sol peccati vostri
noi ci vedremo un giorno distaccati
congiunti solamente con i nostri
per sempre voi, quaggiù, dimenticati.
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