Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

venerdì 29 settembre 2023

Contrasto incorniciato


Sul lungomare autunnale 
della mia vita provo
nostalgia della nostalgia 
rimpianto del rimpianto 
ma tutto ciò è saggio?

Giova di questo spegnimento 
che non raggiungerà mai il fondale 
fino alla morte. 
Senti le metamorfosi delle passioni. 

Le mutilazioni dell'avere
e dell'essere possono essere scordate
solo tarpando anche la coscienza 

E temi le schegge improvvise 
del male cui tanto ti esponesti
laddove altri scelsero
la sofficità turchina

Ora vedi un tempo
di sfumato pastello
alla cerca di fiammate vivide 
questo contrasto incorniciato 
sarà un capolavoro. 


giovedì 28 settembre 2023

Una speranza sottostante

 


Tutt’è ancora in piedi l’impero del male
dopo la scelta compromissoria
ma ho dispiegato buon arsenale:
concetti già pregni e bramosi di storia

Né già sto vincendo nella mia vita
sol qualche passo azzeccato
verso l’improba mia risalita
senza poter riscattare il passato

Quando una pianta cresce imponente
ordunque un problema diventa immane
la colpa sta nella sordida gente:
nessun lo volle affrontare.

Ora mi sfuggono tristi i concetti
da tutti i lati – non posso inseguirli
i miei retini si ritrovano inetti:
forse li penso, ma non riesco a dirli

E attendo curioso le prossime tappe
ancor preoccupato di dover scucire
già nuove ammende alle mie bravate:
d’esse però non mi devo pentire

Erano nobili, come le basi
cui nuovi fiori germoglieranno
nella declinazione dei casi
in nuova lingua converseranno

Ancor l’amarezza e la malinconia
mi fanno visita – come la rabbia
per quanto subìto lungo la via
ma si distende, più saggia

una speranza sottostante
ché in questa vita io abbia segnato
i punti che contano, sicché davante
l’ambìto sogno sarà realizzato. 


domenica 17 settembre 2023

Più forte in un sorriso


Chiudere la partita brevemente 
tu sai che è molto meglio porre il saldo 
dei conti aperti con la losca gente 
prima che dopo: è la vendetta a caldo.

Se tuttavia non te ne ha porto il destro
la sorte - devi attender di guarire
naturalmente, con l'oblio più onesto
lanciata nel futuro la fonte del gioire 

Ferita si rimargina, fa solido il veleno 
che scatena la rabbia in tutto il corpo 
devi raschiarlo via come terreno
se anche tu vorresti averlo sciolto

come all'inizio, e tutto vomitarlo
sopra l'infame bieco tuo aguzzino:
ti prego, abbandona questo tarlo
è pasta riscaldata nel piattino 

Non dà più gusto, e non ha propulsione 
rabbiosa sufficiente a spatannare
a terra il nemico, di santa tua ragione 
e brutte conseguenze può causare 

Allora qui, il piatto, è da gustare freddo 
più forte infierirai con un sorriso
dinanzi alla caduta dell'inetto
opposta alla vittoria che ti brilla sul viso. 


sabato 16 settembre 2023

Dianzi all'Arte Nuova


E nuoce, l'ossession della virtù
a quella del piacer - che arriderebbe
a colui che da sempre ne ha di più:
in mondo allor che lo meriterebbe 

Ma di tanta virtù devi far senza 
sol tieni sentinelle in presidio 
di ciò che hai fatto già - e con indulgenza
persegui il piacere in modo assiduo 

Non sia già la memoria a tradirti 
è tutto ben racchiuso nelle carte 
sol temporaneamente l'oblio può avvilirti
racchiusi son nel corpo gli strali della sorte 

È lì che rimarranno finanche al grande giorno
della Giustizia cui hai avuto il destro
sarai orben più forte dell'intorno 
di ogni personaggio sia molesto 

Rimuovi l'ossession della vendetta 
lui pagherà al suo turno, al suo momento 
solo si è dimostrato campione di bassezza
dà i giusti significati a quell'evento! 

E non piangere adesso se gli scavi
son troppo duri dianzi all'Arte Nuova 
son duplici le cose che tu amavi
si prende il compromesso che si trova... 







domenica 10 settembre 2023

Odierna coscienza


Si pagan certe scelte, eternamente
ti guardi intorno: è deserto spinoso
è la tua vita copia della mente

non sai se continuar sia coraggioso
oppur diabolico - ora che sei saggio
dovresti abbandonar il ceppo odioso

da cui serpeggian, come fiori a maggio
guai infiniti... che più non riposo
né mai li placa volgerli in arpeggio


La vita non è ancora condannata


Eran già dodici anni che c'era un acquitrino
malato in me, quando ne avevo trenta 
ma s'era in qualche modo chiarito il mio destino
pronta alla guerra era la coscienza 

Non potei farla, fuor d'epoca e da solo
solo l'ardita zappa mia sui piedi
piantai e ciò che conseguì a quel dolo
furon dieci anni in squallide sedi

Forza mia deperì si gravemente
ch'io più non mi sentii ancor all'altezza
delle visioni che nella mia mente 
reggevano e sognavan la grandezza 

Subii dei torti allor, sì madornali
capace io non fui a vendicarli
fecer più danni in me dei fortunali 
e ci misi del tempo ad inquadrarli

Truce lavorò in me il morbo intestino
io mi sentivo vecchio e ora bramoso
di pace e di piacere - ma il destino
non mi concesse angolo amoroso 

Vita s'era perduta nei meandri
dell'ideale e di tutto il suo intorno
concreto - e per quanto ciò non sembri
mi rese ancor più avulso dallo stormo 

Allora mi allenai e tirai avanti 
la forza un poco crebbe, ma la rabbia 
si rinovò, sfogata sol nei canti
oppure alla gabbia porterebbe 

Tanto si approfittarono i nemici
di lor stupidità e di storici vantaggi
aprendo solo in me gli squarci atroci
che dolgono impotenti ancora oggi

Mi schifa l'esistenza ed ogni uomo
o donna - e d'ogni ideal mi pento
ho conosciuto l'ora del perdono
ma fu insincera: or, mai più non mento

Ma non so come fare, crescerò
ancor nelle mie lettere - come se del calore
potessi trarne, come da un falò
che affresca ma non brucia il mio dolore

Forse non colgo che più vasto è il raggio 
di strade che puoi prendere, e fuggire 
e che in questa astuzia sia il coraggio 
e già in esse continui tu a creare 

La vita non è ancora condannata 
durissima, lo so, ma queste bende
cadute sì precoci, ti servano un po'
ad evitare piste ancor più orrende

Realismo è salutare: tu fai affidamento
solo su quel ch'è solido e vero
schiva sguardi importuni, improvviso tradimento 
e cento e più tagliole sul sentiero 

E non esagerare la portata 
del male, che provien da quei soggetti
infami - non da tutta l'infornata:
sono già pezzi sgaffi, i più scorretti

Il pessimismo è giusto: son poche perle rare
quelle su cui puoi fare affidamento
degli altri te ne devi approfittare 
schivandone il fetore e il nocumento 

Qualche base ideologica ancor può 
salvarsi, ancora qualche buon concetto
tira via il marcio, e completalo però 
che importa se ci metti qualche annetto?

Se tutto si disperde, avrai già fatto il tuo
se ancora vai avanti, farai molto 
un dì ad ognun sarà rimesso il suo 
e già mai più di te avrà lo stolto 

Ma nel frattempo prenditi il residuo 
spazio vital, e invitaci bellezze 
di vario tipo, che sempre si addicono 
a chi si confrontò con le bassezze. 

venerdì 8 settembre 2023

Quintessenza


Gusterò i fichi più dolci della zona
mi agghinderò di ogni quintessenza
di quella che ritengo roba buona 
almen quella di cui non so far senza 

Così serpeggerò per il sentiero
scabro e lunghissimo che mi porta in vetta 
colei che tiene solo un nome vero
lo devo forse scrivere? È Vendetta.

Più non mi importa nulla di nessuno 
non conserverò tratti d'umiltà
verso chi ha martoriato questo uomo
da un pulpito inferiore: che empietà!

Riavrò la vita che doveva essere 
e ancor mi angustia, fino all'angoscia
il numero di vermi di cui dovrò conoscere
lo strale e la presenza, finché non mi lascia

Unico e vittorioso - giacché l'ho schiacciato 
salvando solamente i miei fratelli
Ricorda, stolto: quello che ho passato
t'incido nella carne, per i miei coltelli. 



lunedì 4 settembre 2023

In un boato


Quello ch'ebbero tutti, io non ebbi
ciò che nessuno ebbe, io ce l'ho
fui sobrio dove tutti erano ebbri 
con ciò che conquistai, vi strazierò

Morali nuvolaglie si disperdono 
erompe il sentimento concentrato
l'indignazione che i migliori perdano
esplode irrispettosa in un boato 

È tutto chiaro, ma è da conquistare 
la forza che spatanna via il nemico 
gode ciò che non seppe meritare 
sguazza nell'agio e si sente fico

L'incubo si svelava gradualmente
per la mia penna, non mi sono arreso
salivo al tutto, partendo dal niente: 
e un dì dirò che me lo sono preso!


sabato 2 settembre 2023

Dilemma sempiterno


Tra le lagune, dispiega il pensier mio
lungi spera di sé, ritrova sentimento
alla vita trasmette nuovo brio
ma anche la pazienza di ciò che giunge lento 

Eppur la vita ancor mi seppellisce 
nell'amarezza - ed ogni libro altrui
ha pagine pesanti di stanchezza 
dove cercavo luci, trovo bui

Nel fondo, il dilemma è sempre quello:
quanto della tua vita puoi immolare
sugli artistici altari - e quanta notte

puoi illuminare a giorno e quanto cari
sono quei raggi che vuoi proiettare... 
non sia quel che ti perdi assai più bello... 


Non si lamenti già dell'ingiustizia


Non si lamenti già dell'ingiustizia
chi immensa la riperpetra al suo turno
offende ciò che è puro e poi lo vizia
il tracotante uomo subalterno 

Stupido ed invidioso come pochi
prendere vuol ciò che non si guadagna 
sul mondo lancia solo sguardi opachi
ma trova molta gioia e se la magna 

E scarica il dolor sul sofferente 
eterno - e fa passare ogni voglia
di sposar qualche causa per la gente 
(pardon: il vero nome è "gentaglia").