Dove
eravate,
uomini
perduti nei recessi del cosmo
nella
morsa assassina delle circostanze?
posso
essere con voi, in ritardo
come
altri saranno per me
non
saremo salvati
Negatati
da un'empia superficie
l'appartenenza
ai sacri concetti
lento
ritrovi un pezzo di te, e ancora puoi scrivere
Ma
forse è davvero il tempo dell'ultimo atto
non è
strano che il contesto abbia queste tinte
e che
il sentimento sia questo
lo
prego di intensificarsi
acché io possa sistemare le ultime cose
e
partire
Fratelli
reali, nemici apparenti
fratelli
apparenti, nemici reali
oggi
decido che non ho fratelli
e non
mi va di unire pezzi di stoffa umana
da
mille persone, per trovare uno specchio
L'ultimo
giudizio è quello che conta
e non
si riscatta, in questa vita, e per molto tempo
ancor
dopo. Non vi sarà tregua, se io non vi pongo fine.
Tra
me e il mio peggior nemico, come in ogni
scontro
equilibrato, finirà in pareggio
ma
cadrò io per primo
Mi
sono risvegliato mille volte, da queste notti
Hai ragione, lui non poteva aver pietà di me,
non
poteva evitare di sbagliare
e
questo è un segno del destino
le
esperienze passate mi impediranno
di
rivolgermi di nuovo a strane e improbabili
conciliazioni
laceranti
la
mia intensità di sentimento
travalica
gli alvei comuni
linee
si incontreranno lontane,
Lontane.
Ma
qualcosa deve morire.
Dove
voleva portarmi, quella strana vicenda mistica?
Precisamente
qui: a ciò che sarebbe stato prima o poi fatale?
Ci è
riuscita.
Non
posso più spiegarti cose, vieni da altrove, e hai le orecchie
tappate.
Forse
non importa, quello che perderemo di noi, e di noi due insieme.
Questo
non era previsto.
La
solitudine lo era. Non sono il primo.
Spero
che ciò che ho fatto possa cancellare il concetto di apparenza dalla
realtà, dopo il suo ultimo grandioso e parossistico ciclo di
dominio.
Le
forze negative devono intensificarsi, prima di infrangersi e sparire.
Anche
l'area ha mentito, voi suoi abitanti, siete tutti mentitori. Incapaci
di andare oltre.
Ho
avuto una mia area, che ora si concentra e si sfalda.
Ogni
rottura di una norma prevede una sanzione
ed
ora vedo me stesso fare l'ultima ammenda...
mi
vedo cadere e lanciare il giavellotto
con
le orde morali che si accalcano sul mio corpo
serpenti
mi strisciano addosso, avranno ancora
di
che succhiare dal corpo della verità
e
forse lo restituiranno solo morendo.
Una
parte di me vorrebbe sincerarsi di altre cose ancora: sperimentare
più a fondo le persone.
Ma vi
è in ciò solo un'attrattiva conoscitiva e professionale: il cuore
vuol estinguersi.
Vuoi
o forse credi di dover dare un colpo di reni e vedere un altro pezzo
di viaggio?
Non
hai sentito quella nota sinistra di qualunquismo sovraincisa
all'elitarismo?
Non è
stata fatale?
Basta
con i riscatti, ora serve un passo.
Nessuno
in fondo mi ha mai chiesto nulla,
nemmeno
di restare per qualcosa.
Ho
fatto tutto io.
Camerati
avete obbedito più di quanto il superomismo consenta, perciò non
sarete artefici di nuove tavole e non avrete raggi di soli più
caldi.
Se
mai capirai, ipotetico amico, è così importante?
Siamo
ancora così schiavi dell'individuo?
Presto
o tardi ti dissolverai assieme ai tuoi pregiudizi.
Forse
hai sbagliato raramente, ma hai fallito il colpo più significativo.
Quello
che sembra avermi spezzato come tu credi di aver saputo e non sai.
Che
davvero ci siano ancora qui posizioni da difendere?
A chi
dobbiamo chiedere quando dire basta?
Quando
far basta con le domande?
L'istinto
ha già risposto e forse vano si cerca oltre.
Come
mai così poche immagini, come mai così prosaico stasera?
È il
clima di chi non sente più molto
potere
nemmeno nella poesia, che è vicino
al
passo del non ritorno ed è bene così...
Dopo
la prosa, al prossimo snodo, sarà il silenzio.
Dopo
il silenzio, qualche passo classico.
Quando
non basterà, a rimetterti in carreggiata,
e
questa non sarà più allettante per nulla,
allora
l'estro cambierà direzione.
Lascia
stare quei combattenti, lascia stare quelle variopinte strade, lascia
stare cento nuove anse di vita e ipotesi, lascia stare le storie e i
concetti. Forse davvero, dopo il trapasso non si sente più nulla
fino alla rinascita meritocratica.
Il
tuo viso mi suggerisce ancora una vittoria vitale, ma in ogni caso,
se non mi hai ucciso tu, mi ucciderà qualcun altro. Non sei la mano
più invisa, posso accettarla.
Ma in
fondo non amo nessuna delle vostre mani.
Io
sono convinto di poter correggere qualsiasi errore, nel lungo
termine.
Perché potrei non avere limiti intrinseci di sensibilità.
Le
ingiustizie sono punite dalla loro temporaneità.
Mi
feci scappare un cantata di troppo, e la voce non era nemmeno gran
ché.
Dissolvenza.
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