Per lunghi anni masticai la feccia
dell’infimo e brutale pensier vostro
che volle deturpare la mia faccia:
son stanco di sentire questo nastro
inattaccabile dal mio pensiero
qual vi tributa sommo disonore
ma resta imprigionato nel maniero
scolpire il mondo e dargli ordinamento:
lo fate voi, scavando già la fossa
ad ogni anima degna di rammento.
segue già dal giudizio cogitato
ci affossa nella vita il mascalzone
con il potere che gli fu assegnato…
a esprimere pareri su di noi
né a mutilarci e spingerci più in basso
dove giammai si addice agli aristoi.
e vi foste seduti al nostro trono
nostra ossessione fu, in ogni giornata
già di spiegare a voi quelle che sono
a far fluire il fiume della vita
proteggere splendore di diamanti
ed evitare che sia demolita
che garantisce il non tornare indietro
a tutti il respirare buona aria
e il non trovare scorcio che sia tetro
ben evidente è la contraddizione
di chi disprezza il volgo e va cercando
da sempre la sua piena approvazione
noi lo vogliamo render nostro pari
insinuando un pensiero nobiliare
in gente affine al raglio dei somari!
invece – e prepariamo un trappolone
primo gran passo verso la giustizia:
il farli scivolare nel burrone
cui sono amici – e mai si rialzeranno
avvolti da trivial serenità
e nostra posizione accetteranno.
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