Stritolato nei rotismi della modernità
laborioso ti divincoli, a trovare nuove ruote
assassine del tuo spirito, non conoscono pietà
e le stanze del futuro sembran vuote
Ti rafforzi mentre muori, e ti logori ed impari
quanto a fondo sia nemico tutto quel che c'è là fuori
e ti aggrappi agli scorci meno amari
E la pletora t'invade, cui non puoi tirar le somme
non puoi volgere lo sguardo alle colonne
dei giornali e di questo mondo lercio
ma dovunque ti soffermi, vedi il marcio
Un amore ch'è ormai secco brama ancora dall'interno
e l'infame mette il becco
in ciò che ignora: il tuo inferno
Tutto si rallenta ancora il processo d'evasione
brami ancor che ti soccorra un coraggio che sarebbe
dissennato e stringerebbe la prigione
e più dura dentro il cuore la tormenta
Pigli l'auto e te ne fuggi più lontano
la discarica sonora ti riversan nelle orecchie
dalle radio di quel bar in cui ti eri rifugiato
sembran fare alla tua penna le pernacchie...
Nessun commento:
Posta un commento